
Praga in inverno non è solo un ripiego per risparmiare, non è un accontentarsi, ma il vero modo per vivere l’essenza di questa città magica.
Cominciamo.
Sono tornato a Praga dopo un po’ di anni e prima di ripartire ho già programmato la prossima visita. Perché? … Come ho già scritto altrove, ritengo Praga la più bella capitale del mondo (Roma a parte). Nella capitale di quella che adesso si chiama Cechia c’è tutto ciò che si cerca quando si visita una città: storia, monumenti spettacolari, angoli incantevoli, vita notturna, ottimo cibo (e birra) e poi c’è quel qualcosa in più dovuto a lei, alla magia.
Magia in tutti i sensi. Per il fascino che la città emana e che ti avvolge completamente. Per quell’alchimia difficile da spiegare che crea un connubio fra la città e il viaggiatore. Già … alchimia. Una parola che con Praga ha avuto molto a che fare e che è legata al terzo modo di interpretare la parola magia, quello letterale di esoterico, soprannaturale.
Insomma se non ci siete mai andati (molto male), dovete andarci. Se lo avete già fatto, dovete tornarci. Di solito lo si fa in estate, durante le solite ferie, ma Praga ha anche altro da offrire. Io l’ho visitata in un maggio caldo come in luglio alle nostre latitudini e poi in gennaio. Un gennaio freddo che dovrebbe scoraggiare. Invece ne sono tornato con il convincimento che sia proprio l’inverno il periodo giusto per una visita di Praga.
Non racconterò semplicemente il mio viaggio e non mi limiterò al solito elenco delle cose da fare. Vi darò invece un po’ di suggerimenti per assaporare lo spirito della città.
Perché visitare Praga in inverno.
I motivi sono diversi. Vediamoli separatamente.
Afflusso turistico.
“Chi si trovasse a Praga in una calda giornata d’estate potrebbe avere l’impressione che mezzo mondo si sia dato appuntamento sul Ponte Carlo.” Questo è scritto nella classica guida della Lonely Planet. La bellezza della città comporta proprio questo, un periodo estivo durante il quale la città scoppia di turisti di ogni tipo e natura. Percorrere le solite vie di flusso fra il ponte Carlo e la piazza della città vecchia, significa sgomitare anche in inverno. Figuratevi in estate.
Prezzi più contenuti.
A Praga si paga tutto, compreso l’uso del bagno in molti locali. I prezzi poi non sono certamente bassi, soprattutto per noi italiani che ormai siamo lontani anni luce dal nostro boom economico. Su questo ci sarebbe molto da dire, ma non è questa la sede. Ecco che l’inverno è un’occasione per spendere un po’ meno. Certo nulla costa poco a Praga, ma la differenza si vede.
Andando in gennaio, lontano dalle festività, ho alloggiato in hotel a cinque stelle (fra i migliori della città), vicinissimi alla piazza della città vecchia a un costo giornaliero inferiore a quello che ho sostenuto in un bed and breakfast senza pretese a Orvieto in novembre. Intendiamoci, Orvieto è splendida e merita più di quello che pensano molti italiani che non la conoscono, ma non regge il confronto con Praga.
L’atmosfera magica.
Praga è conosciuta come una delle tre città della magia bianca e la sua storia è sbilanciata verso l’esoterismo e la ricerca del soprannaturale. Il ruolo principale in questo senso l’ha avuto l’imperatore Rodolfo II d’Asburgo, che ha regnato sul Sacro Romano Impero tra il XVI e il XVII secolo e che aveva una particolare predilezione per l’occulto.
Fu proprio lui a volere Praga come capitale dell’impero e a scegliere le mura del castello di Hradcany per i suoi studi, che spaziavano dalle scienze vere e proprie a quelle occulte, passando per la filosofia. Si circondò quindi di illustri scienziati, come Tycho Brahe e Johannes Kepler e pensatori come Giordano Bruno. Ma la sua smania di scoperta di processi soprannaturali o paranormali lo porterà a invitare a Praga anche astrologi, come John Dee, ma anche alchimisti e medium come Edward Kelly.
Gli interessi di Rodolfo II riguardavano molti campi delle arti e delle scienze, ma l’esoterismo finiva sempre con il caratterizzare le sue ricerche. Fra queste non poteva mancare quella della mitica “pietra filosofale“, che nessuno sa cosa fosse, ma che nell’immaginario collettivo era la chiave del procedimento per trasformare i metalli in oro.
Solo passato … storia … direte voi. Il fatto è che quest’atmosfera di continua ricerca dell’esoterico è in qualche modo rimasta. Non c’è qualcosa di fisico, che si possa toccare, ma lo si percepisce gironzolando per le strade, guardando i palazzi e i monumenti. Proprio per questo l’inverno aiuta. Con la luce del giorno che si protrae fino a sera, i turisti in bermuda e le vie rumorose fino a tardi, diventa difficile, ma con il buio che chiude rapidamente le giornate, la presenza delle persone in strada più rarefatta e i silenzi della notte, l’immaginazione prende il sopravvento.
Le leggende legate ai vari luoghi della città.
Il misticismo di Praga non deriva solo dal passato legato a Rodolfo II, ma anche da altri fatti misteriosi e leggende che caratterizzano alcuni dei luoghi simboli della città. Vediamo i principali.
Il Golem.
Il Golem è una figura dalle sembianze vagamente umane, ma non umana. Una specie di gigante d’argilla che non ha l’elemento distintivo degli uomini, ovvero l’anima. Non è intelligente, ma ha una forza sovrumana e spesso è raffigurato senza testa.
Questo strano essere fa parte della mitologia ebraica e la leggenda narra che chi è a conoscenza della cabala ebraica possa costruirsi un Golem e lo possa utilizzare come servo. Diversi racconti parlano di questi mostri in diverse parti d’Europa, ma il più famoso è legato alla sinagoga Staronova, italianizzata in Vecchia Nuova, dove si narra che il famoso rabbino Loew avrebbe noscosto il suo golem nella soffitta.
L’orologio astronomico.
Uno dei simboli di Praga, l’Orologio Astronomico non poteva mancare di significati occulti. I numerosi elementi che lo compongono fanno riferimento all’astronomia, all’astrologia, e alla religione. Le quattro figure animate presenti all’esterno, rappresentano la Vanità (l’uomo con lo specchio), l’Avarizia (l’uomo con la borsa piena d’oro), la Morte (lo scheletro) e la Lussuria (il turco). Inquietante lo scheletro, che allo scoccare di ogni ora suona la campana e gira la clessidra.

La leggenda narra che il suo creatore venisse accecato dai consiglieri cittadini per impedire che potesse realizzarne un altro uguale. Il creatore però si vendicò bloccando gli ingranaggi, che non funzionarono per un po’ di tempo. Su questo aspetto vi sono diverse versioni, delle quali la più intrigante riporta che il fatto avvenne in coincidenza con la morte del creatore.
Il Ponte Carlo.
Il medievale Ponte di Pietra, sembra resistere al tempo con notevole successo. Non sappiamo se questo è dovuto ai tuorli d’uovo aggiunti alla malta con cui fu costruito, o alla scelta di fondare l’opera esattamente in un momento caratterizzato da numeri magici, ovvero il 9 luglio 1357 alle 5:31. Il numero che viene fuori componendo questi elementi è palindromo, composto di soli numeri dispari (135797531) in esatto ordine crescente e questo avrebbe preservato il ponte.
Da ingegnere civile dovrei mettermi a ridere, ma la storia è piena di manufatti assolutamente ben costruiti che sono crollati miseramente senza apparente spiegazione e altri che sfidano i tempi pur senza possedre particolari requisiti. In ogni caso nessuno ci impedisce di apprezzare questi aspetti intriganti.
Sempre riguardo al Ponte Carlo, c’è la storia di San Giovanni Nepomuceno. Martire ucciso proprio gettandolo dal ponte, che ne ha fatto la figura protrettrice appunto dei ponti. Si narra che chi tocca la lapide sarà fortunato e tornerà a Praga. Inutile dire che questa è consumata dal numero enorme di contatti ricevuti.
Il Vicolo d’Oro.
Come dice il nome vi lavoravano gli orafi, ma pare che ai tempi del solito Rodolfo II vi fossero gli alchimisti, incaricati dal sovrano di trovare la pietra filosofale. Oltre che alla trasformazione dei metalli in oro, Rodolfo era interessato all’elisir che conferiva la vita eterna. La storia dell’uomo è lunga, i millenni si si sono susseguiti, ma alla fine sembra di ritrovarsi sempre all’Epopea di Gilgamesh e alla sua ricerca dell’immortalità. Vi sono diverse versioni sulla determinazione con cui l’imperatore pretendeva il massimo impegno ai suoi maestri dell’occulto. Vengono quindi tramandate storie di torture, incarcerazioni e morti atroci.
Il manoscritto Voynich.
Lo so, rischio di allargarmi troppo, ma la storia di questo manoscritto è troppo intrigante. La sua esistenza è transitata in diversi paesi, ma da dove è partito il tutto? … Ebbene si … proprio da Praga e dal solito Rodolfo II, che lo acquistò, pare per una cifra folle per quei tempi.
Ma che cos’è il monoscritto Voynich?
Il bello sta proprio in questa domanda. Il fatto è che nessuno lo sa. Si tratta di un bellissimo manuale in pergamena di capretto, pieno di illustrazioni, tutto scritto a mano, senza alcuna correzione, in una lingua assolutamente sconosciuta. Sono illustrate e descritte piante e animali sconosciuti, riti esoterici e si tratta di alchimia e di astrologia.
In molti hanno provato a decifrarlo, da appassionati di esoterismo a religiosi, da alchimisti a professori universitari, da esperti di geroglifici a servizi segreti, fino all’FBI, che lo riteneva un codice comunista. Nessuno ne è venuto a capo, nemmeno Alan Touring, che durante la seconda guerra mondiale decifrò la famosa macchina tedesca “Enigma“, utilizzando un apparecchio da lui costruito che può essere definito a tutti gli effetti “un computer”, ma realizzato con componenti elettromeccanici disponibili a quell’epoca.
Quindi cosa contiene il manuale Voynich? Codici misteriosi? Messaggi cifrati? Una burla colossale? Nessuno lo sa.
Quello che si sa è che il testo rispetta diverse regole base delle lingue esistenti e non sembra quindi scritto a caso. La datazione al radiocarbonio lo fa risalire alla prima metà del XV secolo e pertanto si sono ipotizzati autori come Bacone, Giordano Bruno e perfino Leonardo da Vinci. I rimedi erboristici e i bagni terapeutici trattati sembrano assolutamente reali, ma sono riferiti a cose che non conosciamo.
Il manuale porta il nome di un antiquario polacco che lo trovò e lo acquistò in un convento di Frascati nel 1912. I successivi passaggi di mano lo hanno fatto pervenire alla biblioteca della università di Yale, dove è tutt’oggi custodito. Si sa che nel 1580 era a Praga, nelle mani dell’imperatore Rodolfo II e che contiene una lettera datata Praga 19 agosto 1666, di Johannes Marcus Marci, medico dello stesso imperatore, con la quale inviava il manuale a Roma per essere decifrato.
Scusate se l’ho fatta un po’ lunga, ma come si fa a girare per il castello di Praga senza immaginare Rodolfo che fa lo stesso percorso con questo manuale in mano.
Fantasmi, apparizioni, diavoli ecc.
Se non vi basta tutto questo, sappiate che Praga è anche piena di storie di fantasmi e diavoli che si narra si aggirino periodicamente in determinati luoghi, o figure che appaiono dopo precisi intervalli di tempo, o anche morti che riappaiono nel punto dove hanno perso la vita.
Alla scoperta dei luoghi misteriosi.
Per farsi emozionare da questi misteri si può semplicemente passeggiare per stradine e vicoli, facendosi guidare dall’istinto, magari in una fredda notte invernale. Oppure affidarsi a chi può guidarvi nella Praga magica e nei suoi misteri. Per esempio partecipando a un tour in italiano andando a caccia di fantasmi. Capite come affinché l’esperienza sia di impatto serva il buio. In estate, con la luce solare ancora dominante la cosa funziona male, mentre in inverno con il favore delle tenebre l’esperienza risulti assai più realistica.
Per esempio provate questo Tour teatralizzato dei misteri e delle leggende.
Oppure questo: Praga: tour nei sotterranei tra fantasmi e leggende.
Come visitare Praga in inverno.
Torniamo ai due vantaggi pratici della bassa stagione: il minor afflusso turistico e i prezzi più contenuti. Ovviamente si può beneficiarne semplicemente scegliendo gli alloggi che si sarebbero scelti comunque, ma beneficiando dei prezzi più bassi. Per coloro per i quali la minor spesa è essenziale c’è poco da dire, va bene così. A mio avviso però conviene approfittarne, massimizzando il rapporto qualità prezzo, godendosi un ottimo albergo in ottima posizione più o meno con la spesa che si sarebbe comunque sostenuta in alta stagione in una struttura senza pretese.
L’alloggio.
In proposito mi sembra opportuno chiarire un aspetto che ho già trattato in altri articoli. Ci sono città dove alloggiare in un punto o in un altro cambia abbastanza poco. Parigi è enorme. Dovunque si alloggi ci si deve muovere con la metro, che peraltro funziona egregiamente. Quindi, a meno di avere una camera d’albergo con vista su qualche monumento famoso, un punto o l’altro del centro farà poca differenza.
A Praga non è così. Intanto la parte turistica è piccola e si gira benissimo a piedi. Poi il fascino della città è immenso e concentrato, per cui alloggiare vicino alla piazza della città vecchia è un valore notevole. In inverno poi, le lunghe camminate al freddo possono anche risultare fastidiose, quando sono solo spostamenti senza nulla di interessante da vedere.
Per questo vi consiglio di scegliere un buon albergo vicino alla piazza vecchia e godervi veramente la città al prezzo di un generico albergo decentrato in alta stagione.
Ventana Hotel.
Vi consiglio sicuramente il Ventana Hotel. Un 5 stelle con tutti i confort, letteralmente a pochi passi dalla piazza vecchia. Dei diversi che ho provato, di questo livello, è sicuramente il mio preferito. Camere ampie con vista sulla Chiesa di Santa Maria di Týn o sulla centralissima Celetnà, personale professionale, ma sempre cordiale e amichevole.
L’edificio è di quelli storici, con facciata rivolta versa la piazza della città vecchia, anche se la maggior parte dei locali al piano terra sono stati ceduti alle scintillanti vetrine di un elgante negozio Swarovski. Della hall originaria è rimasto poco, ma il resto c’è tutto. Lo consiglio perché offre i servizi di un vero 5 stelle a prezzi contenuti, soprattutto in bssa stagione.
Grand Hotel Bohemia.
Se vi piacciono gli ambienti eleganti, con una spesa poco maggiore potete alloggiare al Grand Hotel Bohemia, che offre anche camere dal costo abbordabile. Contrariamente al Ventana, che ha puntato più sulle camere che sugli ambienti comuni, il Bohemia presenta diversi ambienti con il lusso degli hotel di fascia alta. Troverete così una ampia hall con caminetto, piano a disposizione degli ospiti e sale riccamente decorate, fra le quali quella dove si può assistere a concerti durante la cena.
Durante la visita di Praga non dovrebbe mancare un concerto nel giusto contesto. La sala del Bohemia è una di quelli. A un costo più che ragionevole potrete cenare, ascoltando la musica di Mozart, nel luogo dove si intratteneva ballando l’alta società ceca. Provate questo:
Cena e concerto di Mozart al Grand Hotel Bohemia.
Io ho provato sia il Ventana che il Bohemia e preferisco il primo, perché da sempre apprezzo più la sostanza che l’eleganza. Per mia moglie è esattamente il contrario. In ogni caso il Grand Hotel Bohemia ha attraversato la storia di Praga, compresi gli anni della dittatura comunista, quando fu utilizzato per la preparazione dei pasti dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cecoslovacco, comprese i pranzi durante gli incontri ufficiali.
Josephine Old Town Square Hotel.
Se volete ridurre la spesa per l’alloggio senza rinunciare a una posizione centralissima, come vi consiglio, il Josephine è la scelta giusta. Non siamo al livello dei precedenti, ma parliamo sempre di un 4 stelle. I limiti sono legati all’inserimento in un vecchio edificio non nato per questo utilizzo. Non c’è una hall, e la reception è solo una piccola stanza, ma le camere sono adeguate alla categoria, il prezzo è al livello di strutture di più basso livello e poi c’è la posizione. All’interno della storica corte di Týn, subito dietro alla Chiesa di Santa Maria di Týn, che si vede dalle finestre delle camere. Per andarci si passa attraverso un pezzo della storia di Praga.
Tenendo conto dell’eccellente posizione, nel complesso ritengo presenti uno dei migliori rapporto qualità prezzo di Praga. Se lo scegliete fate solo attenzione se vi capita di fare il check in in serata. Dopo le 23 alla reception non c’è nessuno, per cui, se rischiate di arrivare dopo quell’ora, avvertite per tempo e vi metteranno la chiave nella solita cassettina con combinazione e potrete entrare a qualunque ora. Accertatevi di avere il codice.
Dove e cosa mangiare a Praga in inverno.
In inverno entrare in un ristorante a gustare i prodotti locali è il modo migliore per passare le serate. Se vi fermate solo un paio di giorni, come spesso succede, scegliete un ristorante vicino alla piazza vecchia. Se avete anche l’alloggio in zona non dovrete fare lunghe camminate nelle serate fredde, magari con il brutto tempo.
Cosa mangiare.
La cucina tipica ceca sarebbe quella caratteristica mitteleuropea, ovvero sostanziosa e con prevalenza dei piatti di carne. Da molti anni però Praga è stata condizionata dal massiccio afflusso turistico. Così si trovano ovunque ristoranti etnici e vegetariani. Non c’è via dove non si veda un locale italiano di qualche tipo.
Io sono del parere che, se si va in un luogo, si deve provare la cucina tipica locale, anche se alcuni paesi mi hanno esaurito e sono dovuto passare alle cucine che preferisco. Per esempio negli Stati Uniti, mangiavo spesso messicano per mancanza di veri sapori tipici, mentre in Marocco non ne potevo più di tajine e cous cous, anche se il paese è fantastico.
A Praga vi consiglio di provare i piatti della tradizione, per quanto se ne trovino nei locali ormai condizionati dall’afflusso turistico. Un piatto da provare è il knedlo zelo vepro, ovvero gnocchi di pane crauti e maiale arrosto. Gli gnocchi di pane sono molto caratteristici e li troverete ad accompagnare molti piatti di carne. Il nome può trarre ininganno chi non li conosce, perché se li aspetta piccoli, come sono appunto gli gnocchi dalle nostre parti. In realtà sono simili a fette di pane, ma non sono pane, bensì fatti con il pane.
Altro piatto frequente è il classico gulash, che a Praga si chiama gulas. Tipico della cucina dell’Ungheria, è molto diffuso anche nella Cechia. Nei ristoranti è spesso proposto anche il filetto di maiale, che ho trovato ben abbinato alla salsa di funghi.
Dove andare a cena.
Solo ogni tanto indico dei locali precisi perché si sconfina inevitabilmente nel soggettivo, ma siccome il viaggiatore spesso è disorientato, vi indicherò quello che secondo me merita asssolutamente la segnalazione.
Ristorante Mincovna.
Il Mincovna è appunto assolutamente da consigliare per diversi motivi. Il primo è la posizione semplicemente perfetta, proprio sulla piazza vecchia e precisamente all’estremità nord, dove inizia via Dlouhà.

Il secondo sono prezzi sorprendentemente contenuti. Date un’occhiata al menù e fate i confronti. Purtroppo Praga è piuttosto cara e si può facilmente trovare un piatto da pranzo veloce, tipo Ceasar Salad, ai prezzi delle portate principali del Mincovna.
Il terzo motivo è la qualità del cibo. Per quanto non possa aver provato tutto, ho fatto un po’ di assaggi e ritengo che il livello sia sicuramente buono. Ho in programma di ripassare a Praga fra qualche mese e tornerò al Mincovna. Se cambio idea sul cibo, vi farò sapere.
Il quarto motivo è che il locale e il personale che ci lavora sono simpatici e rendono la serata comunque piacevole. Probabilmente vi trovarete nei loro ambienti al piano interrato, con arredamento semplice ma efficace. Essendo molto gettonato, è di solito pieno, anche fuori dai fine settimana, per cui vi consiglio sicuramente di prenotare. Pote farlo facilmente anche sul loro sito, eviterete così anche eventuali problemi di lingua.
Le birrerie storiche.
Praga è famosa anche per la birrra. Si beve ovunque e in quantità. Tradizionalmente viene anche prodotta in zona. Alcune birrerie storiche si sono trasformate in locali dove la gente si ritrova sia per un boccale fra amici, sia per una cena vera e propria. Ve ne sono diverse, alcune famose, altre meno. Io ho sempre trovato la birra molto buona in tutti i locali dove l’ho provata e quindi, se vi muovete solo per quella, ritengo non sia necessario allontanarsi dalla vostra posizione, anche perché la qualità del cibo non la ritengo in generale al livello di un buon ristorante. Nelle birrerie i praghesi, come anche i turisti, ci vanno per divertirsi e stare in compagnia.
Un pranzo veloce.
Locali simpatici dove fermarsi per un pranzo veloce a Praga ne troverete quanti ne volete. Le vie fra il Castello e Ponte Carlo sono un susseguirsi di locali di tutti i tipi. Un posto che gode di notevole successo e che credo se lo meriti è il Fat Cat, in Karlova 44. La via è una delle solite dove passano i turisti fra Ponte Carlo e la piazza vecchia, per cui fate attenzione e ci passerete davanti. I prezzi non sono proprio i più bassi, ma l’ambiente è ottimo.

Il Trdlo.
Il trdlo o trdelník, noto anche come manicotto di Boemia, è in realtà un dolce tipico dell’Ungheria e anche della Slovacchia, che però è diventato famosa a Praga, fino a divenire un elemento imperdibile per il turista.
Di che si tratta?
In pratica è un pane dolce dalla pasta molto semplice, che viene cotto facendolo girare come allo spiedo arrotolato su un bastone metallico. Cosparso con zucchero e cannella, viene fatto ruotare vicino alla fonte di calore o in forno. Ai turisti viene venduto con la solita Nutella o con vari tipi di gelato, o anche entrambi. Vi consiglio di evitare i luoghi dove lo riempiono di gelato industriale che esce dal solito rubinetto. Preferite il riempimento dalle vaschette solite, tipo gelateria.
I trdlo ve li vedrete offrire un po’ ovunque, ma soprattutto nelle vie più frequentate. Non seguite il flusso dei turisti, ma osservate e fatevi guidare dall’istinto. Sembra che i posti migliori siano quelli lungo la via che scende dal castello, immediatamente prima della torre Malostranska.
Cosa fare a Praga in inverno.
Come detto, non farò il solito elenco delle cose da vedere a Praga, che sono decisamente tante. Mi limiterò a indicarvi cosa ritengo essenziale per assaporare lo spirito di questa città magica, soprattutto nella stagione invernale.
Municipio della città vecchia.
Non sembra, ma il vecchio municipio di Praga fu fondato nel 1338, per volere del re Giovanni di Lussemburgo. Per la verità questo vale per l’edificio originario, corrispondente all’estremità orientale, dove si trova la torre con l’orologio astronomico. Le altre parti sono state aggiunte in epoche successive, a partire dal XVIII secolo per aggiungere i volumi necessari all’unificazione delle quattro città, prima separate: Città Vecchia, Città Nuova, Mala Strana e Hradcany.
Quello che si oggi si vede è quindi un accostamento di stili diversi, dal periodo medievale a quelli tipici del XVIII secolo. Le diverse parti sono state collegate internamente, anche se esternamente sembrano separate. Una parte, a nord della torre, fu gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale e successivamente demolita. Oggi è presente un’area verde, anche se sono stati pubblicati una serie di bandi per la sua ricostruzione, mai portati a termine.
All’interno sono visitabili nummerosi locali, che sono accessibili al primo piano dell’edificio e che seguono un percorso interno, durante il quale si accede alla bellissima Cappella della Vergine Maria, risalente al 1381, anche se con diversi interventi successivi. Trovandosi all’estremità orientale del complesso, fu gravemente danneggiata dai cannoneggiamenti degli occupanti tedeschi nel 1945.
Il recupero è stato completato solo nel 2018, con il ricollocamento dell’altare restaurato. Nella sala adiacente alla cappella si possono vedere dall’interno i componenti dell’orologio astronomico e in particolare le statue dei dodici apostoli. Queste purtroppo non sono gli originali, andati perduti nello stesso tragico evento del 1945.
Vicino alla cappella c’è un’apertura dalla quale si può sbirciare nella stanza dove si trovano i meccanismi dell’Orologio Astronomico, con le figure degli apostoli che si vedono dall’esterno.

Durante la visita si entra in diverse sale che sono testimoni delle attività degli amministratori della città nel corso di numerosi secoli. Nell’antica sala del consiglio è avvenuta la seconda delle famose defenestrazioni di Praga.
Le Defenestrazioni di Praga.
La capitale boema è famosa per le sue defenestrazioni. Non che fatti di questo tipo non siano avvenuti anche altrove ma, se dovessimo associare questo tipo di evento a una città, il ruolo per antonomasia spetterebbe a Praga. Le defenestrazioni della storia della città sono tre, ma ad esse se ne può aggiungere una quarta del XX secolo.
- La Prima risale al 1419 e comportò l’uccisione di sette membri del consiglio cittadino per mano dei radicali hussiti. Ne derivò la guerra hussita che durò fino al 1436.
- La Seconda avvenne nel 1483 e vide ancora protagonisti gli hussiti e precisamente lo scontro fra conservatori e radicali. Anche questo fatto avvenne proprio nel municipio della città vecchia.
- La Terza (23 maggio 1618) ebbe invece come teatro il castello di Hradčany, dove rappresentanti dell’aristocrazia lanciarono dalla finestra due governatori imperiali per protestare contro l’impedimento di costruire cappelle protestanti su suoli della Chiesa Cattolica. Le pendenze del terreno consentirono la sopravvivenza alle vittime nonostante l’altezza di caduta circa 15 m. Pare anzi che le ferite riportate fossero tutt’altro che gravi. Dal fatto derivò la Guerra dei trent’anni nel XVII secolo.
- La Quarta defenestrazione comportò l’uccisione di Jan Masaryk, ministro degli esteri cecoslovacco nel 1948. Il fatto non è mai stato accertato con sicurezza, perché il corpo fu solo trovato sotto la finestra del palazzo Cernin, sede del ministero. Si può solo supporre che si sia trattato di omicidio conseguente alla dominazione comunista del periodo.
La visita del Municipio.
Per la visita, entrate dalla porta subito a sinistra della torre con l’orologio. Prendete l’ascensore e salite al terzo piano. Troverete la biglietteria. Vi consiglio di acquistare anche il libretto (in italiano), che è molto utile come guida alla visita, specialmente se non prenotate una visita guidata, che sarebbe ovviamente la cosa migliore, ma purtroppo, al solito, non è disponibile in italiano. Se possedete una buona conoscenza di una delle altre principali lingue, vi consiglio di fare questa scelta.
Vicino alla biglietteria comincia la scala che porta alla sommità della torre. C’è anche l’ascensore, che però è a pagamento (tanto per cambiare) e non mi sembra assolutamente necessario per persone senza problemi di deambulazione.
Le terrazze di sommità, presenti su tutto il perimetro, costituiscono un punto straordinariamente privilegiato sia per la vista di tutta la città, sia per ammirare la piazza della città vecchia e i luoghi adiacenti. Nel libretto, oltre a molte informazioni e curiosità, sono presenti foto storiche che consentono di vedere il palazzo prima degli eventi dell’ultimo secolo. Vi sono anche foto panoramiche che vi indicheranno tutti i manumenti e gli edifici storici della città e dintorni. Di tutta Stare Mesto questo è il punto più in alto.

Finita la visita della torre, scendete al primo piano dove, con lo stesso biglietto, potrete visitare tutti i locali storici del vecchio municipio, compresa la sala del consiglio, dove è avvenuta la seconda defenestrazione. Il libretto informativo qui vi sarà molto utile.
Se volete evitare le frequenti code alla biglietteria potete acquistare in anticipo i Biglietti per l’Orologio Atronomico di Praga. Avrete anche un’introduzione alla visita e alla storia della torre.
I sotterranei.
Entrare nei sotterranei è come affacciarsi alla storia più antica di Praga. Il municipio infatti, per quanto vecchio, non è stato costruito ex novo, ma realizzato sopra un più antico manufatto pre esistente, relativo al mercato della città. La solita abitudine, comune a tutti i paesi del mondo, di costruire sopra l’esistente, sommato alla necessità di mettersi al riparo dalle esondazioni della Moldova, ha relegato gli antichi spazi al ruolo di sotterranei.
In questi ambienti romanici, risalenti al XII secolo, quando erano utilizzati come magazzini, ai livelli inferiori, e laboratori a quelli superiori, sono state custoditi i carcerati e vi si eseguivano le esecuzioni capitali. Qui lavorava il famoso boia Jan Mydlàr, che si narra abbia giustiziato 27 capi della rivolta contro gli Asburgo.
Visitando i sotterranei del municipio si ripercorre la storia della città, passando dagli ambienti più vecchi a quelli meno lontani nel tempo, trovandosi ai diversi livelli degli esterni della piazza nelle diverse epoche. Ci si trova a passare sotto portali che una volta erano ingressi dall’esterno, percorrendo piccoli tratti di antiche strade. Si trovano pozzi, ponticelli di legno e antiche cisterne, dove successivamente venivano chiusi i prigionieri e lasciati morire di fame.
La visita dei sotterranei è possibile solo partecipando a una visita guidata. Vi consiglio di non rinunciarvi. Se decidete di visitarla, visto che comunque serve la guida, peraltro assai utile, e considerato che il prezzo è praticamente lo stesso, potete semplificarvi il tutto prenotando un tour guidato come questo:
Praga: ingresso al Municipio e all’Orologio Astronomico.
Fate attenzione alla procedura perché la visita comprende la guida nei sotterranei, ma va comunque prenotata presso la biglietteria. Quindi fatelo in anticipo.
Oppure c’è anche una soluzione più completa, che vi consentirà di esplorare altri sotterranei della città vecchia e conoscere molte curiosità sui monumenti di Praga.
Praga: centro storico, orologio astronomico e tour dei sotterranei.
Il Castello.
La visita del Castello di Hradčany è un’altra tappa obbligata della visita di Praga. Non si tratta infatti di un semplice maniero, ma di un condensato di edifici storici che hanno svolto un ruolo fondamentale nella storia di Praga. Vediamone gli elementi fondamentali.
La Cattedrale di San Vito.
Su questa cattedrale ci sarebbe troppo da dire, data la sua importanza. Mi limito a dire che la ritengo una delle chiese più belle d’Europa e che costituisce uno dei simboli di Praga. Non a caso, al suo interno sono custoditi i tesori della corona boema, meravigliosi gioielli medievali, purtroppo visibili solo in foto perché esposti solo in casi molto particolari.
Sede di tombe di reali, come quella di Carlo IV e di santi, come Venceslao, è per Praga un edificio primario sotto tutti i punti di vista: religioso, storico e politico. Va assolutamente visitata con calma, ammesso che la calca dei turisti ve lo consenta. Anche per questo la visita in inverno è da ritenersi ottimale. Magnifica è la Cappella di San Venceslao, sicuramente la più riccamente decorata di tutta la cattedrale.

La torre meridionale.
Il campanile della cattedrale consente una vista spettacolare su tutta la città, oltre che sugli edifici del castello. La vista spazia dal quartiere ebraico fino alla collina di Petrin. Sulla sommità del campanile sono esposti anche i meccanismi dell’orologio del 1597. Se il tempo lo consente e la visibilità è buona fermatevi a identificare i tanti monumenti della città.
Antico Palazzo Reale.
Alla destra della cattedrale troverete l’antico Palazzo Reale, ovvero il più antico edificio del castello. Risalente al 1135, ha inevitabilmente parti realizzate nei secoli successivi. Maestosa la sala di Vladislao, con il suo soffitto a volte intrecciate, bell’esempio di architettura creativa.
Si fa fatica a camminare lunga questa sala senza immaginare banchetti, riunioni importanti e anche tornei al coperto, che vi si tenevano in passato. In una sala adiacente si materializzò la terza defenestrazione di Praga da parte dei nobili protestanti. In queste sale sono avvenute incoronazioni di re e imperatori e hanno prestato giuramento tutti i presidenti della repubblica, sia della vecchia Cecoslovacchia, che della più recente Cechia.
Basilica di San Giorgio.
La chiesa di San Giorgio differisce architettonicamente dalla vicina cattedrale. Quella che ci si trova davanti è una facciata barocca di un edificio romanico. Risalente al X secolo è però stata restaurata all’inizio del secolo scorso. Quello che la caratterizza è però la presenza delle tombe di dei principi Boleslav e Vratislav, entrambi morti alla fine del primo millennio dopo Cristo.
Nella sua semplicità ha tutto il fascino di un edificio che di storia da raccontare ne ha un bel pò. Raro esempio di manufatto antico ottimamente conservato. Il passato di Praga passa anche da qui.

Vicolo d’Oro.
Scendendo verso l’accesso orientale del castello si devia verso il cosiddetto Vicolo d’Oro. Il nome deriva dagli orafi che vi lavorarono per un lungo periodo. Fra ottocento e novecento vi si insediarono diversi artisti, per cui oggi vediamo i locali arredati secondo gli ambienti tipici di artigiani, quali sarti e fabbri. Ma la cosa che caratterizza questa fila di casette è la miniaturizzazione di tutti gli ambienti. Sembra impossibile che fossero effettivamente abitate.
Daliborka e Palazzo Lobkowicz.
All’estremità orientale dall’area del castello si trovano la torre Daliborka e Palazzo Lobkowicz. La prima è un lugubre luogo di detenzione e torture, con strumenti ancora in parte presenti. Qui fu imprigionato il cavaliere Dalibor di Kozojedi, che le ha dato il nome. Secondo la leggenda il cavaliere suonava il violino e la musica si diffondeva il tutto il castello.
Il secondo ospita un museo privato ed è spesso sede di concerti, che saranno trattati più avanti. A mio avviso, fra le tante cose da vedere a Praga, questo palazzo è da ritenersi secondario.
Il Giardino Reale.
Uscendo dalla seconda corte verso nord si entra nel Giardino Reale. Si tratta di un grande giardino rinascimentale posto oltre il fossato difensivo del castello. Il luogo è molto rilassante se non c’è troppa gente e, proseguendo fino all’estremità orientale, si ha una bella vista sulla città.
Durante il percorso si passa davanti alla Casa della Pallacorda, dovr gli Asburgo praticavano sport al coperto e il Palazzo d’Estate, in stile Rinascimento Italiano.
Il cambio della guardia.
Non dimenticatevi di assistere al cambio della guardia all’ingresso principale del castello. Avviene ogni ora, ma l’unico con un po’ di cerimonia avviene a mezzogiorno. Posizionatevi per tempo, soprattutto in alta stagione.
In generale non è dei più spettacolari ai quali abbia assistito, ma merita di inserirlo nel programma. In gioventù, da allievo ufficiale, ho fatto parte più volte della guardia d’onore al Palazzo del Quirinale, anche in date importanti come capodanno e devo dire che quello del castello di Praga non ha nulla di più, ma è semplicemente diverso.
I vari biglietti e le altre regole per la visita del castello.
Per la visita del castello vi consiglio di salire lungo un percorso e scendere da un altro. Sono infatti due i percorsi classici. Uno entra dal lato est (secondario) e uno dall’ingresso principale a ovest. Provandoli entrambi ne vederete i due aspetti completamente diversi. Il primo parte vicino alla stazione della metro di Malostranská. Spostatevi di poco verso nord e vedrete il percorso di salita. Il secondo è il classico dal Ponte Carlo e che passa davanti alla chiesa di San Nicola.
Riguardo ai biglietti, in occasione della mia ultima visita ho trovato differenze rispetto al passato. Non c’erano più i tre biglietti A, B e C, ma uno solo per il percorso principale, che comprende San Vito, San Giorgio, il Vecchio Palazzo e il Vicolo d’Oro. A parte si può prendere anche quello per salire sulla torre e un altro per la Storia del Castello. Non era prevista la visita del Tesoro di San Vito, ma poteva essere un problema transitorio.
In ogni caso vi consiglio di limitarvi al solo supplemento della visita della torre, che non è assolutamente da perdere. Purtroppo va pagato il permesso per fare le foto, anche se non ho visto alcun tipo di controlli. Ancora a parte c’è l’audioguida, disponibile anche in italiano. Tutti questi supplementi fanno lievitare il prezzo non di poco, ma sono necessari per poter apprezzare il monumento principale della città. I biglietti si acquistano nell’ufficio a sinistra, entrando nella seconda corte. Potete informarvi preventivamente direttamenbte sul sito del Castello di Praga.
Attenzione a …
Se decidete di prendere l’audioguida fate attenzione al fatto che non tutti gli sportelli le distribuiscono. Per evitare di fare la fila (magari bella lunga) per poi farla nuovamente allo sportello giusto, controllate subito dove le hanno e mettetevi in coda lì. In piena stagione, con molta gente in attesa, si può perdere inutilmente molto tempo.
Ricordate anche che …
Per il ritiro dell’audioguida occorre versare una cauzione (anche con carta di credito), che vi sarà restituita alla riconsegna. Chiedete sempre l’orario limite, che non corrisponde necessariamente agli orari di apertura. Non rispettarlo può essere un bel fastidio, per cui fate attenzione.
Per entrare nel castello, sia da est che da ovest, occorre passare i controlli di sicurezza, che comportano altre file. Come vedete si tratta di un altro motivo per preferire l’inverno, quando si trova molta meno gente. I controlli si fanno prima di arrivare alle biglietterie e volendo si può passeggiare nei vari cortili senza pagare alcunché.
Biglietto saltafila.
C’è un modo per evitare la fila alle biglietterie, che è anche piuttosto semplice. Potete prenotare un accesso prioritario al castello. Questa soluzione va bene se si è scelto di utilizzare l’audioguida. In pratica si fa la prenotazione, fissando giorno e ora e si troverà qualcuno che ci darà direttamente i biglietti senza fare code. Invece dell’audioguida ci sarà fornita un’applicazione sullo smatphone che funziona allo stesso modo.
In questa maniera non si perde tempo, non si ha lo stress degli orari per la riconsegna dell’apparecchio classico e non va versata alcuna cauzione. Oltretutto l’unico orario da rispettare è quello della consegna, per il resto i bilglietti valgono due giorni, salvo utilizzarli una sola volta per ogni edificio. Fra l’altro la guida vi fornirà una serie di indicazioni aggiornate utili per la visita del castello. Se per voi è la prima volta, risulteranno piuttosto utili.
Convento di Strahov.
Questo edificio storico è famoso per due delle sue sale interne: la Sala Teologica e quella Filosofica. Entrambe sono utilizzate come biblioteca, con numerose opere medievali, e sono veramente magnifiche. La parte che le rende maggiormente tali sono i soffitti a volta completamente decorati e affrescati.

Il problema per il visitatore sta nel fatto che il biglietto è piuttosto salato in rapporto a quello che è interessante visitare, ovvero le due suddette sale. In aggiunta nella prima di queste non si può entrare per preservare gli affreschi, danneggiati dall’umidità provocata dal respiro delle persone. Nella seconda è consentito l’accesso solo previa prenotazione e con numero di visitatori limitato.
Così quasi tutti i turisti si trovano a pagare il biglietto per poter sbirciare dalla porta delle due sale. Considerando che lo si può fare solo uno alla volta e che anche in inverno la gente non manca, capite come sia piuttosto stressante non avere il tempo per ammirare il tutto e fare un paio di foto.
Conseguentemente mi sono più volte chiesto se ne vale veramente la pena. Mi viene in mente che persino nella Cappella Sistina si può stare un po’ di tempo ad ammirare con calma i capolavori di Michelangelo. Per cui fate voi. Se siete interessati a prenotare informatevi sul sito del Monastero di Strahov.
La Loreta.
Camminando verso il monastero di Strahov si passa vicino a un’altra attrazione di Hradčany, ovvero la Loreta. Si tratta di un complesso che vuole riprodurre la Santa Casa, ovvero l’abitazione della Madonna. Vale la pena di ricordare che la leggenda prevede che la vera Santa Casa sia stata trasportata a Loreto, ovvero in Italia, dove la si può ammirare. Questa sarebbe una riproduzione, che le conferisce comunque il nome.
Il complesso è sicuramente interessante e dotato di opere d’arte di pregio, ma nel complesso dovete valutare se fra le tante cose di grande interesse presenti a Praga vale la pena di fermarsi anche qui. Fra l’altro il permesso di fotografare quasi raddoppia il prezzo del biglietto. Fate voi.
Altro a Hradčany.
La discesa di ritorno dal castello è piena di locali per turisti. C’è di tutto, dal trdlo alle birrerie, dai classici ristoranti ai negozi di souvenir. Se volete solo bere qualcosa, magari per scaldarvi un po’, o fare uno spuntino e con l’occasione usufruire di un bagno senza dover pagare (a Praga succede spesso), c’è un piccolo bar che può andar bene. Si chiama Morsel, al n° 8 di via Nerudova.
Scendendo ancora, passate davanti alla chiesa di San Nicola e proseguite per via Mostecká. All’incrocio a destra con via Lazenska, imboccate questa. andate dritti per 150 m, finché la strada non gira a sinistra. Troverete il famoso Muro di Lennon, divenuto tale dopo che una immagine del famoso membro dei Beatles fu dipinta come simbolo di pace su quello che era solo un muro appartato.
Eravamo al 1980 e c’era ancora il comunismo e la polizia segreta fece cancellare l’immagine. Ma come sempre, quando si cerca di vietare qualcosa, si stimola la trasgressione. Il muro da allora è sempre pieno di scritte inneggianti alla pace. Dopo il crollo del regime comunista è divenuto un’attrazione turistica. Un selfie in questo punto è d’obbligo.

Proseguite poi verso il fiume, attraversate il piccolo canale che trovate prima di questo e andate a sinistra. Attraversate la via principale, con il suo continuo flusso di turisti e spostatevi dall’altro lato. Dopo circa 200 m troverete una piazzetta con il Museo di Franz Kafka. Molti si fermano qui, non tanto per il museo, ma per le due statue presenti nella piazzetta che urinano l’una di fronte all’altra.
Poco prima del museo c’è un’altra fermata classica per chi passa di qua, ovvero la cosiddetta strada più stretta del mondo. In pratica una stradina così stretta che due persone non si possono incrociare. La cosa è così vera che vi è stato posto un semaforo che alterna il passaggio. Al momento della mia visita, purtroppo la stradina era chiusa, con diversi turisti che sbirciavano e si facevano comunque le foto di rito.
Il Ponte Carlo.
Sul simbolo di Praga è inutile soffermarsi. Tutti lo conoscono e tutti ci passano e ci ripassano più volte. Gente comune e personaggi famosi, come mi è capitato di incrociare. Questo perché non si tratta di un semplice monumento, ma di un punto di ritrovo, un luogo dove si possono incontrare tutte le anime della città, dagli innamorati ai mendicanti che, non so voi, ma mi mettono sempre a disagio. Se ci sono significa che la nostra società ha qualcosa che non va.
Non passateci di corsa. Fermatevi ad ascoltare i musicisti di strada. Guardate le caricature degli artisti. Immaginate nobili e mercanti che vi passano sopra, a piedi o in carrozza, fin dal medioevo. La sua struttura è semplice, ma fa il suo lavoro da oltre mezzo millennio, mentre i nostri super professionali ponti moderni crollano al primo imprevisto e a volte anche senza quello. Non sembra, ma da torre a torre è lungo circa mezzo chilometro.

A proposito delle torri, si possono visitare e salire sulla loro sommità. Si ha una bella vista su tutto il ponte ma la mia opinione è che se possa anche fare a meno. Ci altri punti più interessanti da dove vedere la città dall’alto. Ricordatevi che a Praga si paga tutto e non poco. Queste torri mi sembrano un modo per far pagare il pedaggio sul ponte, visto che il transito su questo è gratuito.
Il Museo Ebraico di Praga.
Per Museo Ebraico di Praga si intende l’insieme delle vecchie sinagoghe presenti nel quartiere ebraico della città, più il vecchio Cimitero Ebraico. Visitandole si va indietro nel tempo e si rivive lo stretto legame fra ebrei e Praga. Le sinagoghe sono cinque: Maisel, Pinkas, Spagnola, Klaus e la cosiddetta Vecchia Nuova, che è uno degli edifici più vecchi della città. A queste si somma la Sala delle Ceromonie, che si trova vicino al cimitero.
All’interno degli edifici è esposta una delle maggiori collezioni al mondo di oggetti sacri ebraici, alcuni dei quali molto antichi, provenienti anche da sinagoghe che non esistono più.
Al di là degli aspetti religiosi, oltre che ovviamente storici, la parte più impressionante è il vecchio cimitero. Percorrendone i vialetti si percepisce con forza il senso trascendente della morte. L’aspetto che maggiormente condiziona la psiche deriva dalla incredibile concentrazione di tombe, una più vecchia dell’altra, delle quali molte in avanzato stato di degrado, non per incuria, ma proprio per la vetustà delle stesse, spesso trasferite da altri cimiteri.

La mancanza di spazio per prolungati periodi di tempo ha fatto si che le sepolture avvenissero a strati, per cui sotto ai morti si trovano altri morti e così via, fin dove non si sa. Le stime parlano di qualcosa come 100.000 tombe, delle quali se ne vedono, in tutto o in parte, circa 12.000, in uno spazio sorprendentemente ristretto. Non so voi, ma trovo questo luogo semplicmente inquietante.
Essendo uno dei luoghi più visitati di Praga è spesso strapieno. Le dimensioni ridotte dei vialetti amplificano il fenomeno e il tutto risulta in contrasto con la natura del posto. Altro motivo per venirci in inverno.
I biglietti per il Museo Ebraico e l’organizzazione della visita.
I biglietti si acquistano all’ingresso delle sinagoghe. Ve ne sono due tipi: quello per tutto il museo eccetto la sinagoga Vecchia Nuova e quello per quest’ultima. Oppure si può optare per quello cumulativo, che conviene se si vuole visitare tutto il complesso. Controllate eventuali cambiamenti sul siti del Museo Ebraico.
Vi consiglio quest’ultimo biglietto e cominciare la visita dalla Sinagoga Pinkas, dalla quale si accede al cimitero. Questo, cercate di visitarlo con calma e fermatevi a guardare le tombe più vecchie e caratteristiche. Cercate quella del rabbino Loew, che si narra abbia creato il suo Golem.
Attenzione a...
Non fate come ho fatto io. Presi i biglietti all’ingresso della Pinkas, mi sono distrattamente diretto verso l’ingresso del cimitero. Dopo averlo percorso fino all’uscita, mi sono accorto che non potevo più rientrare per vedere la sinagoga. In effetti viene istintivo entrare nella prima porta che si vede dal cortiletto, ovvero appunto il cimitero.
Il problema è che il biglietto, pur valendo per sette giorni, consente un solo ingresso per ogni edificio ed essendo il cimitero annesso alla Pinkas, l’ingresso è uno solo. Per fortuna la signora all’ingresso ha compreso l’equivoco e probabilmente gli era già capitato. Così mi ha fatto rientrare.
I tour per la visita del quartiere ebraico.

Avrete capito come questo quartire sia un condensato di storia, miti, leggende e religione. Per comprendere al meglio tutto questo l’ideale è partecipare a una visita guidata. Vi consiglio questo
Tour del quartiere ebraico di Praga.
Il monumento a Kafka.
Mentre vi muovete a Josefov, il quartiere dove si trova il Museo Ebraico, non dimenticatevi fermarvi a vedere il monumento a Franz Kafka. Scultura a dir poco insolita e originale, raffigura lo scrittore seduto sulle spalle di un abito da uomo “vuoto”. Il tutto si rifà all’opera “Descrizione di una battaglia”, nella quale l’autore esplora un paesaggio immaginario sulle spalle di un conoscente, che potrebbe essere lui stesso.
Vysehrad.
Spesso trascurata a vantaggio di altri luoghi famosi di Praga, la fortezza di Vysehrad merita invece qualche ora della vostra visita di Praga. Secondo la leggenda Praga è nata proprio sulla collina dove oggi si trova Vysehrad. Su questa collina nel VII secolo fu costruito un castello e si narra che la figlia del suo fondatore profetizzasse che lì vicio sarebbe sorta una grande città. Come vedete miti e leggende a Praga non mancano.
Quello che oggi si può ammirare è di epoca successiva, ma il contesto è estremamente rilassante e comunque intriso di storia, per cui merita sicuramente la visita, a mio avviso molto di più della più frequentata collina di Petrin, con la sua falsa torre Eiffel, che a sua volta è solo una struttura d’acciaio che ha poco più di un secolo di vita.
In inverno la poca gente, la prevalenza dei residenti, che ben apprezzano il luogo e le belle viste sulla città ne fanno un luogo da non perdere. Scegliete il giorno con il meteo migliore e venite la mattina prima possibile. La vicina stazione della metro vi porterà qui in un attimo.
Passeggiando nei viali del parco incontrerete la Rotonda di San Martino, una minuscola cappella risalente al 1100, che pare sia il manufatto più vecchio di Praga. Percorrete la sommità della cinta muraria, per ammirare la parte più tranquilla della città e quella più famosa fino al castello che si staglia contro l’orizzonte. Prima o poi arriverte davanti alla bella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, risalente all’epoca di Carlo IV.

Vysehrad è bella da visitare anche da soli. Non servono particolari requisiti, se non il meteo favorevole. Per conoscere meglio i luoghi e le loro leggende, che anche qui non mancano, potete semplicemente partecipare a un Free tour di Vyšehrad. Non è un inganno, è veramente senza impegno. Se vi sarà piaciuto lascerete un piccolo compenso alla vostra guida. Dalla mia esperienza questi tour quasi gratis sono molto graditi.
La biblioteca di Praga.
Mentre vi spostate fra la piazza della città vecchia e il Ponte Carlo fate una fermata alla biblioteca municipale. No, non vi sto consigliando di leggere qualcosa, magari in lingua ceca, ricordo solo a chi non lo sa che nell’atrio di questo edificio c’è un’originale colonna di libri. Grazie a un gioco di specchi si ha l’impressione che si tratti di un pozzo senza fondo (e senza cima). Lo trovate in Mariánské náměstí, dove c’è l’ingresso del Klementinum.

I concerti in sale storiche.
Un ottimo modo per visitare Praga e che risulta ancora più ideale nel clima invernale è assistere a un concerto. Chi non è appassionato, (nemmeno io lo sono) non si spaventi, spesso sono assai meno impegnativi di quello che si pensi. Ve ne sono anche di brevi, entro le due ore e non servono né abbigliamento particolare, né cifre importanti per il biglietto.
Ma l’aspetto più interessante è che spesso avvengono in edifici storici di grande pregio, talvolta in sale non visitabili in altro modo. I più frequenti utilizzano, oltre al suddetto Palazzo Lobkowicz, la splendida Sala degli Specchi del Klementinum, o il Rudolfinum, magari con l’Orchestra Filarmonica Ceca, oppure la chiesa del Santo Salvatore, all’interno dello stesso Klementinum. Se volete abbinare la musica a un’ottima cena in un ambiente legante vi rimando a quanto già indicato parlando del Grand Hotel Bohemia.

Le musiche sono spesso varie, ma vanno per la maggiore Vivaldi, con le sue sempreverdi Quattro Stagioni, Smetana, sepolto nel cimitero di Vysehrad e ovviamente Mozart, che a Praga si è esibito più volte. Nel Teatro degli Stati di Nové Město, il 29 ottobre 1787, diresse personalmente la prima del suo celeberrimo Don Giovanni.
Per le esibizioni che avvengono all’interno del Klementinum, la cosa migliore è acquistare i biglietti direttamente presso il banco che di solito è sempre presente sotto l’arco di accesso a questo palazzo da via Karlova (quella che porta dritta al Ponte Carlo). Si può acquistare anche poco prima dell’esibizione e, se ci sono posti residui, spesso si possono avere biglietti per i settori più vicini al palco al prezzo di quelli più lontani.
Per altri concerti, quasi sempre basta chiedere alla reception del vostro hotel che spesso ve lo proporrà spontaneamente. Le esibizioni nella sala storica del Grand Hotel Bohemia le ho già indicate sopra. Per quelle nel Palazzo Lobkowicz potete prenotare un Concerto a mezzogiorno nel Palazzo Lobkowicz.
Aspetti pratici per la visita di Praga in inverno.
Riguardo alle modalità di spostamento a Praga vi rimando all’articolo: Come muoversi a Praga. In città, da e per l’aeroporto.
Se vi vengono dubbi riguardo al freddo, sappiate che quasi sicuramente non troverete freddi più intensi dei nostri. Magari riscontrerete un ritardo rispetto alle nostre latitudini, ovvero quando da noi comincerà a fare meno freddo, qui le temperature saranno ancora basse, ma nulla di più.
Io ho visitato Praga e Budapest in gennaio e vi assicuro che con l’abbigliamento giusto non si soffre il freddo. Per “giusto” non intendo attrezzatura tecnica da freddi estremi. Basta un berretto caldo che copra le orecchie e guanti. Un bel giaccone imbottito e il gioco è fatto. L’importante è invece la scelta delle calzature. Scarpe alte con suola in gomma di adeguato spessore perché può capitare qualche passo nella neve, che io non ho trovato.
Se proprio beccate la giornata fredda, sarà una scusa in più per entrare più spesso nei locali ed immergervi nella vita della città e nei suoi sapori. Per esempio, in inverno, troverete spesso una specie di vin brulè, venduto nei negozietti sulle vie più frequentate dai turisti. Presumo lo conosciate bene visto che è ben noto anche da noi. Se fa freddo è un toccasana. Potete berlo anche passeggiando, magari dopo aver provato il famoso trdlo.
Poi, in tutte le altre occasioni, che sia una pausa fra amici o uno spuntino, c’è sempre lei, la bevanda di Praga, la birra. In una birreria storica o in un bar moderno va sempre bene.
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