
Come organizzare al meglio la visita di Otranto e delle bellezze che la circondano.
“La porta d’oriente”, così è definita Otranto nei depliant pubblicitari. In effetti è l’estremo orientale della penisola, il meridiano più a est del territorio nazionale, l’antico porto romano e bizantino verso oriente.
Cominciamo.
Il bello di Otranto non è solo in città, ma anche nei suoi dintorni, a partire dalle bianche scogliere della sua costa, senza tralasciare le spiagge. Non vi parlerò di queste, ma cercherò di darvi utili indicazioni per una visita di tutto il resto, da farsi in ogni momento dell’anno.
L’attrazione principale è il centro storico della città. Tuttavia vi consiglio di iniziare la giornata andando ad ammirare i faraglioni di Sant’Andrea (descritti più avanti). Questo perché trovandoci sulla costa est, al pomeriggio, specie se inoltrato o con giornate corte, la luminosità non è ottimale. Si rischia di rovinare lo spettacolo. Il centro di Otranto invece è bello comunque, ma se vi è possibile, iniziate in ogni caso il vostro giro al mattino.
Visita di Otranto.
Il centro storico di Otranto è piccolo e si visita rapidamente. Le cose da vedere si trovano tutte in un’area che si estende per circa 300 m. I punti di ingresso all’interno delle fortificazioni sono il ponte sul fossato, a sud, la porta vicino alla Torre Alfonsina, a ovest e la porta rivolta verso il porto. Quale si scelga è indifferente. Io sono entrato dalla prima di queste.
Le mura difensive della città vecchia, erette in buona parte a partire dal 1480, dopo un periodo di occupazione turca, facevano parte di un più articolato sistema di fortificazioni, volute dal re Ferdinando I di Napoli e realizzate con la supervisione del figlio Alfonso, Duca di Calabria.
Furono realizzate intervenendo su quelle preesistenti, mediante l’erezione di nuove torri e la modifica o la demolizione di altre, con lo scopo di adattare le difese alle nuove armi che stavano sostituendo le balestre medievali. Compaiono così aperture per le più moderne armi da fuoco. La cosiddetta Torre Matta è un valido esempio di queste modifiche, rimanendo inglobata nelle fortificazioni successive, pur trovandosi in origine all’esterno.
Il Castello Aragonese.
Monumento imperdibile di una visita di Otranto è il Castello Aragonese. Costruito nella seconda metà del XV° secolo, ha poi subito diversi rifacimenti che ne hanno modificato la geometria originaria. In particolare gli interventi della fine del ‘500 miravano a soddisfare l’esigenza primaria della difesa del porto. L’attacco più temuto era infatti quello proveniente dal mare. Fu così inserito un puntone che, inglobando una delle preesistenti torri, si protendeva fortemente verso il vicino porto. Furono proprio questi interventi che fecero divenire “interna” la Torre Matta.

Oggi la forma del castello, fortemente irregolare, si presenta in tutta la sua imponenza appena ci si avvicina da qualunque lato. Per rendersi meglio conto dell’altezza delle sua mura si può scendere nel fossato che lo circonda, ma anche guardandolo dal porto se ne percepisce immediatamente la mole importante.
Le aperture verso l’esterno non si presentano più con le dimensioni strette, tipiche dei castelli mediavali, adatte alle frecce di archi e balestre. Sono invece più larghe per consentire a spingarde e colubrine di poter colpire con buone angolazioni.
Il castello è visitabile con accesso che si incontra subito a destra, appena entrati nelle mura dal lato sud. Si attraversa il ponte che supera il fossato e si trova subito l’ufficio informazioni con la biglietteria. Se troverete la persona giusa, come è successo a me, potrete ottenere anche molte altre indicazioni per le visite nei dintorni della città.
Non c’è un vero e proprio percorso di visita e ci si può muovere liberamente. La parte più apprezzata è la bella terrazza sulla sommità del castello. Da lì si ha una bella vista sul resto della città, ma soprattutto sul vicino porto e si capisce immediatamente come il castello ne consentisse una ottima difesa.

I Luoghi della preistoria.
Diverse sale interne sono oggi utilizzate per incontri e convegni, ma ve ne sono anche dedicate a interessanti contenuti culturali, come mostre temporanee e quella permanente “Luoghi della preistoria“. Il tema di questa è la Grotta dei Cervi di Porto Badisco, una località pochi chilometri a sud di Otranto. Questa imponente grotta, con pitture risalenti al neolitico, fu scoperta nel 1970 da speleologhi locali, ma purtroppo non è aperta al pubblico.
Nelle sale sono esposti numerosi reperti, ritrovati nei dintorni, e pannelli esplicativi, grazie ai quali potrete rendervi conto della fauna che frequentava questi luoghi in epoca preistorica. Per esempio il classico Uro, un bovide simile a un toro, del quale c’è una bella rappresentazione grafica preistorica nella Grotta del Romito, nel Comune di Papasidero (CS). Ma si scopre anche che, decine di migliaia di anni fa, si potevano incontrare animali oggi tipicamenti africani, come elefanti, ippopotami e iene.
La Torre Alfonsina.
Avvicinandosi al centro storico da via Vittorio Emanuele (a nord ovest), si trovano numerosi bar e l’adiacente piazza piena di verde, molto gradito nella stagione estiva. Ci si trova davanti a Porta Terra, altro e forse più classico ingresso nelle mura di Otranto. Appena entrati si incontra subito la più famosa Porta Alfonsina, adiacente alla omonima torre.

Alla porta si arriva facilmente anche dal vicino Lungomare degli Eroi, con relativo monumento inneggiante alla difesa del territorio e dei valori cristiani. Torre Alfonsina fu eretta da Alfonso di Aragona durante il Rinascimento, dopo il periodo di dominazione turca, con l’evidente intento di evitare altre occupazioni.
La cattedrale.
Superata la porta, proseguite la visita di Otranto girando a destra. Troverete subito la Cattedrale di Santa Maria Anunziata. Di epoca medievale, fu eretta sopra i resti edifici pre romani, romanie e paleocristiani. Subì una serie di atti vandalici, con distruzione di affreschi, e trasformazione in moschea da parte dei turchi, che occuparono la città nel 1480. All’interno dell’edifico fu perpretrata anche una carneficina a danno di religiosi e dei civili che vi si erano rifugiati.

La risistemazione successiva alla ripresa della città da parte degli aragonesi, sommata agli interventi delle epoche precedenti, la fa apparire come un misto di diversi stili architettonici. La cattedrale è ricca di opere d’arte e di decori di pregio, come lo splendido soffitto ligneo.
Ma l’opera di maggiore impatto è il mosaico che ricopre il pavimento, con immagini disposte secondo l’Albero della vita, con scene dell’Antico Testamento, fino all’epoca medievale, ripercorrendo l’esperienza umana, dal peccato originale alla salvezza.
All’interno si trova anche la Cappella dei Martiri, con i resti mortali di coloro che subirono il martirio da parte dei turchi, rifiutandosi di rinnegare la religione cristiana. Il richiamo ai valori cristiani si trova anche nel monumento eretto nella piazza del lungomare Degli Eroi, con una figura femminile che tiene ben stretta la croce, con atteggiamento difensivo.
Altre cose interessanti.
La chiesa di San Pietro .

All’interno del centro storico, merita la visita anche la chiesa di San Pietro. Anche se pare che fosse la precedente cattedrale di Otranto, è sicuramente molto più piccola. All’interno si possono ammirare dei mosaici bizantini, purtroppo in buona parte assai sbiaditi.
Le viuzze del centro.
Otranto, come molte altre città vecchie, che hanno una storia da raccontare, va apprezzata anche semplicemente passeggiando per le sue viuzze. Solo così se ne assimila lo spirito e si rivive il suo passato. Le dimensioni ridotte consentono un facile e rapido giro del centro storico. I numerosi locali ben inseriti fra le vecchie mura rendono la visita ancora più piacevole.
Arrivando alle mura dalla parte che si affaccia al porto, si trova la cosiddetta Porta a Mare, che è stata realizzata fra i resti dell’antica Chiesa dell’Addolorata. Della chiesa è rimasto poco, ma se ne percipisce molto bene la precedente presenza. In ogni caso è uno dei punti caratteristici della città.

Non dimenticatevi di fermarvi ad ammirare l’ampio lungomare, a nord del centro, anche questo ricco di bar e ristoranti. Ricordate anche che Otranto è bella da girare sia di giorno che di sera, quando le luci rendono l’aspetto della città diverso, ma non certo meno bello.
Gli Apecar.
Ve li troverete probabilmente davanti nel lungomare Degli Eroi, o in qualche via del centro, sono un simpatico modo di visitare la città, che ha avuto un certo successo. Qui si chiama l’Ape Calessino, ma sia l’idea che il nome sono stati esportati anche in altre località turistiche del Salento.
Dintorni di Otranto.
La visita di Otranto non deve farvi dimenticare che questa parte della Puglia è una delle più belle della regione. Le coste sono tutte affascinanti, le belle spiagge non mancano e alcuni punti sono semplicemente spettacolari.
I faraglioni di Sant’Andrea.
Non posso dire di aver ritrovato la maestosità dei Dodici Apostoli, nel Meraviglioso sud dell’Australia, ma i faraglioni di Sant’Andrea mi hanno sicuramento stupito. Nel loro piccolo, sono spettacolari senza se e senza ma.

Le formazioni che caratterizzano questo tratto di costa sono molto simili a quelle più famose che si trovano lungo la Great Ocean Road, in Australia. Stesso tipo di rocce, stesso modo di lasciarsi consumare dagli elementi e stessa creatività dimostrata dalla natura.
Se capitate dalle parti di Otranto, non perdetevi questo spettacolo. Il punto che preferisco si trova a circa 14 km a nord della città. Seguite le indicazioni per Sant’Andrea dalla strada che scorre parallela alla costa, circa mezzo chilometro all’interno. Quando arrivate al mare, fermatevi nel parcheggio che trovate a sinistra e proseguite a piedi.
L’Abbazia di San Nicola di Casole.
I resti di questa antica Abbazia sono oggi purtroppo all’interno di una proprietà privata e quindi non facilmente visitabili. Ho sentito un’intervista del proprietario e sembra disponibile a valorizzarla e renderla accessibile ai visitatori, ma al momento è poco più che una dimora di pecore e galline.
Se volete cercarla, la trovate a circa tre chilometri a sud di Otranto, alle coordinate: 40° 07′ 13″ N – 18° 29′ 46″ E. Potete provare ad avvicinarvi a piedi dalla strada asfaltata che transita a 600 – 700 m dalla costa, percorrendo il viale alberato che la separa da questa.
Il punto più a est d’Italia.
Vicino a Otranto c’è anche il punto più a est di tutto il territorio nazionale. Di solito non sono molto attratto dai luoghi simbolo, dove non c’è nulla da vedere, ma in questo caso andarci non è che una piccola deviazione.
Se ci andate troverete il vecchio faro di Punta Palascia e una stazione radar dell’Aeronautica Militare. Non c’è molto da fare e poco da vedere. Andateci se transitate lì vicino.
Altre cose.
Senza spostarvi molto potete fermarvi a vedere il bel laghetto che occupa le vecchie cave di bauxite, con le sue sponde colorate. Lo trovate alle coordinate: 40° 07′ 55″ N – 18° 30′ 03″ E, fra la solita strada costiera e la stradina sterrata che porta alla spiaggia dell’Orte.
Infine, sulla costa, 1 km a sud est di Otranto c’è la Torre del Serpe. Si tratta dei resti di un antico manufatto, forse un faro di epoca romana. Non è particolarmente interessante, ma la leggenda narra che un serpente ogni notte salisse a bere l’olio della lanterna del faro. Se volete vederlo, lo trovate alle coordinate: 40° 08′ 31″ N – 18° 30′ 19″ E.
Informazioni sul Salento.
Potete trovare utili informazioni per la visita di Otranto sul sito ufficiale del turismo in Puglia.
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