
Come arrivare, come muoversi, caratteristiche, pregi e difetti di questo affascinante e particolare paese.
Pensate a un viaggio in Islanda? Latitudini scandinave, vulcani e ghiacciai. Natura selvaggia, con imponenti cascate ovunque. Un popolo dal temperamento un po’ rude, ma ben organizzato (a volte anche troppo). Mai troppo caldo, ma nemmeno troppo freddo. Insomma un paese dove prima o poi ti viene voglia di andare.
Origini.
Diciamo subito che in Islanda è tutto recente. Geologicamente l’isola si è formata “solo” 20 milioni di anni fa. Infatti il paese si trova sopra la dorsale atlantica, dove viene continuamente prodotta nuova crosta terrestre, che porta ad un progressivo allontanamento delle due placche tettoniche europea e americana. Nella zona del cosiddetto “Circolo d’Oro” è ben visibile la faglia che le separa.
Da un punto di vista storico, la distanza dal continente, il freddo delle latitudini elevate e delle acque dei mari del nord, ha mantenuto nell’ignoto l’isola fino all’incirca all’epoca romana, anche se alcuni scritti fanno pensare che qualcuno vi fosse giunto intorno al 300 a.c.
I reperti più antichi sono alcune monete romane, ma è probabile che questi non conoscessero l’isola. Al massimo possono essere la conseguenza di una nave romana alla deriva, ma più probabilmente sono il frutto di scambi commerciali dei primi abitanti.
Secoli successivi.
Nei secoli successivi l’isola è stata abitata, prima da monaci irlandesi e successivamente dai vichinghi, tra il IX e il X secolo. Nel 930 a Þingvellir fu fondato uno dei più antichi parlamenti europei, l’AlÞing.
Storia recente.
Seguirono le dominazioni norvegesi e danesi, fino alla seconda guerra mondiale, quando, approfittando dell’occupazione tedesca della Danimarca, gli islandesi proclamarono la propria indipendenza.
La crisi finanziaria del 2008, che ha colpito tutto il mondo occidentale, ha fatto crollare il sistema finanziario islandese. La borsa perse il 90% della capitalizzazione e il PIL scese del 5,5% in sei mesi. Gli interventi governativi, pur tendenti a risanare il bilancio pubblico, diedero la precedenza ai servizi ai cittadini, piuttosto che al salvataggio delle banche coinvolte nel crack. Questo, unito alla sovranità monetaria (quella che manca ai paesi dell’area euro), ha consentito una rapida ripresa del paese, con un PIL che si è rapidamente risollevato.
Flora.
Anche se una volta le coste islandesi erano coperte di foreste imponenti, oggi di vegetazione di alto fusto non resta molto. Le numerose foreste di betulle sono state quasi completamente tagliate, prima per farne carbone e poi per l’uso come legname. Solo recentemente è iniziata un’opera di rimboschimento, dagli effetti ancora modesti.
Il disboscamento ha esposto il terreno all’erosione. Negli anni ’40 si pensò di rimediare introducendo una specie esotica con le caratteristiche di contrastare l’erosione e favorire la ricrescita delle betulle. La specie scelta fu il lupino, che oggi domina il paesaggio islandese in estate, con i suoi fiori viola. Recentemente è stata dichiarata specie infestante e in effetti si riproduce rapidamente, anche se favorisce e protegge i germogli delle betulle dagli erbivori che sono molto diffusi nel paese.

Fauna.
Gli animali presenti, a parte gli uccelli, sono probabilmente giunti sull’isola andando alla deriva su lastroni di ghiaccio. Succede regolarmente oncora oggi con gli orsi della Groenlandia. L’unico mammifero che si è adattato è però la volpe artica. La specie animale caratteristica dell’isola è la Pulcinella di Mare. Ricercata dai turisti per le sue geometrie caratteristiche e suoi colori, è presente in diversi luoghi, ma più diffusa nella penisola di Latrabjarg e nell’isola di Heimaey.

Per il resto troviamo gli animali portati dagli uomini, come il cavallo islandese e le pecore, che dominano il paesaggio in ogni parte dell’isola. Il mare intorno all’isola è poi ricco di cetacei e pesci in abbondanza. I primi, precedentemente cacciati, vengono oggi utilizzati come risorsa turistica. Lo sfruttamento delle risorse ittiche è ancora un elemento importante dell’economia islandese, ma un ruolo importante è stato assunto dal turismo.
Cibo e cucina.
Un viaggio in Islanda non si fa per il cibo. A parte lo squalo putrefatto e la testa di capra bollita, piatti tipici che normalmente non interessano il turista, vi sono diversi cibi decisamente “più normali”. Resta però una predominanza dettata dal clima per gli alimenti conservati.
Va detto tuttavia che nei supermercati islandesi ormai si trova tutto quello che è reperibile in un generico negozio europeo, compresi gli spaghetti e la salsa di pomodoro. Carne e pesce sono tra i più sani del continente, grazie al basso inquinamento e non mancano le serre per la coltivazione degli ortaggi.
Ciò nonostante l’Islanda resta un paese dove in generale nei ristoranti si spende molto e si mangia male. Spendere 13 euro per un hamburgher è normale. Vi sono eccezioni, ma è inutile girarci intorno, il concetto è questo. Al turista è sicuramente consigliato alloggiare in appartamenti con cucina e provvedere in proprio ai pasti.
A questo si aggiunge l’elevato costo degli alcolici, perché fortemente tassati. I prezzi sono già alti se acqustati negli appositi negozi, ma diventano assai costosi se consumati nei bar e ristoranti. Non a caso gli islandesi preferiscono bere a casa propria. Nei normali negozi si trovano solo birre con tenore alcolico entro il 2,50 %. Consiglio di fare scorta al duty free dell’aeroporto al momento dell’arrivo, come fanno anche gli islandesi.
Spesa alimentare durante il viaggio in Islanda.
Per gli acquisti quotidiani vi sono diverse catene di supermercati che hanno un po’ di tutto di quello che può interessare al turista. Ovviamente sono presenti nelle città principali, ma durante gli spostamenti è difficile non passare in una di queste. Nei centri minori, vista la scarsa popolazione, vi sono solo negozietti con i beni essenziali.
Le catene più diffuse sono:
- Nettò, che vende un po’ di tutto, non solo cibo, con prezzi abbastanza competitivi;
- Bònus, la catena del maialino, nonché la più diffusa e la meno costosa fra quelle che hanno di tutto;
- Krònan, simile a Nettò, ma con ampia scelta, soprattutto di carne e pesce;
- Samkaup Strax, Kjörbúðin e Krambúð, piccoli negozietti della catena Nettò, più adatti ai centri minori;
- Super 1, recente low cost;
- Kjarval, specializzato in prodotti locali a basso prezzo;
- altri come Hagkaup e 10-11, di fascia alta e con prodotti esteri, ma poco diffusi, tranne i centri maggiori.
Personalmente preferisco Bonus per una spesa generica. Prezzi bassi e ottima qualità, anche sui prodotti con il proprio marchio. Ovviamente l’assortimento presente in ciascuna sede dipende dalle dimensioni, ma in generale se cercate un po’ di carne o qualcosa di particolare di prodotti italiani, o comunque simili a quelli che si trovano in Italia, allora è preferibile Krònan.
Prodotti italiani.
Per darvi un’idea, si trova spesso la pasta Barilla e talvolta altre marche come Rummo, Agnesi e una volta ho visto anche i tortellini Rana. Si trovano quasi sempre: olio EVO, salsa di pomodoro, pesto, pizze surgelate (tipo Ristorante, ma non solo), prodotti in Italia. Ritengo siano da evitare invece le preparazioni che imitano i prodotti italiani, ma si vede benissimo che non lo sono. La catena Nettò distribuisce i prodotti a marchio Coop e dal logo parrebbe proprio la catena italiana, ma non lo so.
Nel reparto carni molto spesso vi è poco assortimeno di carni semplici e un discreto assortimento di carni preparate con aromi per usi tipo barbeque e altre preparazioni locali. Per queste e per altri prodotti vi è il problema della lingua. L’islandese è incomprensibile per chi non lo conosce e rendersi conto degli ingredienti è pressoché impossibile.
Consiglio di programmare gli acquisti in occasione dei transiti nei centri maggiori. Trovate tutti gli indirizzi sui rispettivi siti delle suddette catene. Non preoccupatevi degli indirizzi, che sono difficili da utilizzare, sia per l’uso di caratteri non latini, sia perché i normali navigatori europei non comprendono l’Islanda. A parte Reykjavik e Akureyri le città sono piccole rispetto alle nostre e i supermercati sono quasi sempre in aree decentrate risetto alla parte abitata e si vedono benissimo.
Cultura e costumi.
I costumi islandesi sono ormai improntati alla modernità, della quale i cittadini di questo paese sono fieri. Restano tuttavia legati a vecchie tradizioni come la pesca dei cetacei, sebbene spesso criticati. Dove decisamente non transigono è sulle regole da tenere nelle piscine e alle terme. Se volete litigare basta che ne infrangiate qualcuna.
In generale l’impressione che ho ottenuto dal mio soggiorno in Islanda è quella di un popolo abbastanza scorbutico e tutt’altro che pronto ad aiutare chi è in difficoltà. Non sono empatici come i latini. Tendono però a essere corretti e ci tengono a proteggere l’ambiente naturale con disposizioni che talvolta appaiono maniacali. Lungo i sentieri percosi dai turisti, anche quelli di montagna, si trovano ovunque cartelli e delimitazioni per vietare di uscire da questi. Ritengo eccessivo il non consentire di potersi spostare di pochi metri per fare una foto o vedere meglio qualcosa che interessa.
Il personale che lavora con i turisti non ha le attenzioni verso questi a cui siamo abituati. Se una cosa l’hanno scritta da qualche parte, non aspettatevi che ve la ricordino. Sono affari vostri.
Tecnomania.
Se farete un viaggio in Islanda vi accorgerete di un altro aspetto che personalmente non gradisco: la mania per la tecnologia, soprattutto per gli smartphone. Poche cose in Islanda non si possono fare con il proprio cellulare. Parcheggi, carburanti, pedaggi, acquisti e così via. Trovo assurdo pretendere che un turista debba per forza avere uno smartphone per entrare nel paese. Una cosa è renderne possibile l’utilizzo per certe funzioni, ben altra cosa è renderlo indispensabile. I parcheggi non hanno le solite macchinette a monetine a cui siamo abituati. Si deve fare la solita foto del codice QR, introdurre i dati sul sito a cui si è indirizzati e sperare che non vi siano intoppi.
In questa maniera non vi è rispetto per chi non ha un telefono, lo ha dimenticato, o se lo trova momentaneamente non utilizzabile. Ma anche per chi non vuole fare sapere ad altri ogni suo spostamento o semplicemente ha difficoltà con la tecnologia, oppure, come il sottoscritto, la usa quotidianamente, ma non ne sopporta l’abuso e soprattutto l’imposizione.
Lingua.
Normalmente il viaggiatore cerca di imparare alcune parole tipiche del paese visitato. Magari solo qualche saluto, o come dire “grazie”. Ma un viaggio in Islanda vi metterà a confronto con la loro lingua, arcaica come poche altre lingue germaniche. Tutt’oggi mantiene complicazioni che la rendono pressoché inaccessibile al povero turista. Meglio imparare le frasi tipo per gentilezza verso il paese nel quale ci si trova e affidarsi al classico inglese, ormai parlato in tutto il paese.
Solo per comodità del viaggiatore, sappiate che:
- “foss” significa “cascata” (es. Gullfoss);
- “vik” significa “porto” (es. Reykjavik);
- “jökull” significa “ghiacciaio” (es. Vatnajökull”);
- “sandur” significa “sabbia” (es. Skogasandur);
- “fjörður” significa “fiordo” (es. kollafjörður);
- “gata” significa “via” (es. Grettisgata);
- “kirkju” significa “chiesa”, ma unita al nome si scrive “kirkja”, (es. Hallgrímskirkja);
- “vatn” significa acqua (es. Þingvallavatn).
I caratteri della lingua islandese sono latini tranne “Þ” e “ð” che si pronunciano entrambi come il “th” inglese ma in maniera diversa. Più morbido e simile al “t” il primo e più dentale e simile al “d”, il secondo.
Trasporti e strade.
In Islanda non ci sono ferrovie. I trasporti sono tutti via mare, su strada o per via aerea.
Trasporti via mare.
Riguardo ai primi, sono utilizzati prevalentemente per la movimentazione merci, ma si può arrivare sull’isola anche in questa maniera, magari con l’auto al seguito. In proposito vi sono collegamenti regolari con la Norvegia e con la Danimarca. I traghetti approdano al porto di Seyðisfjörður, sulla costa orientale.
La principale compagnia di traghetti per l’Islanda è la Smyril Line, i cui biglietti si trovano sul sito della Nordic Light Travel.
Trasporti via aerea.
L’aereo è utilizzato per spostamenti interni, vista la morfologia tormentata dell’Islanda e la mancanza di autostrade vere e proprie. I voli internazionali di solito approdano all’aeroporto di Keflavik, a tre quarti d’ora d’auto dalla capitale. Quelli interni e quelli per la Groenlandia utilizzano l’aerostazione vicino al centro di Reykjavik.
Dall’Italia vi sono numerose soluzioni con scalo, oppure voli diretti da Malpensa della Icelandair e della compagnia low cost Wizz. Le compagnie con le quali è più probabile trovare la combinazione giusta con scalo sono SAS Scandinavian Airlines, Czech Airlines, Lufthansa e British Airways, che però presenta spesso il problema del cambio di aeroporto a Londra.
Bus.
Per tutto il resto, gli spostamenti avvengono su strada. Per la visita dell’isola il mezzo abituale è l’auto a noleggio, mentre gli autobus sono molto utilizzati, anche dagli islandesi, per i collegamenti frequenti, come per l’aeroporto, ma anche per arrivare in alcuni luoghi di interesse turistico. Parlando con altri turisti, capita spesso di sentir dire che sono arrivati all’inizio di un percorso di trekking mediante un servizio bus, per non essere costretti a rifare al contrario il percorso. I bus in alcuni casi viaggiano anche su strade riservate ai fuoristrada.
Le principali compagnie di trasporti in autobus sono:
- Reykjavik Escursion, che offre servizi e tour di tutti i generi;
- Straeto, con molti collegamenti di linea;
- Trex, con molte tratte per escursionisti.
Troverete una mappa con tutti i servizi bus dell’Islanda sul sito www.publictransport.is.
Qualunque esigenza abbiate, è un’ottima scelta cercare la soluzione più adatta a voi sul sito della Civitatis, dove troverete sia escursioni in qualsiasi località, che servizi di transfer ai migliori prezzi, in un sito completamente in italiano.
Auto.
L’auto è molto utilizzata dai turisti in Islanda, in prevalenza quelle a noleggio, ma anche affrontando il lungo trasferimento con la propria. Questa soluzione è più adatta per chi ama il fuoristrada, perché per le auto generiche vi è meno convenienza e anzi ha poco senso. L’islanda è apprezzata dagli amanti dell’off road per le molte oppurtunità che offre. Per i traghetti potete fare riferimento ai link sopra indicati. Ovviamente dovrete considerare i tempi per il tragitto di andata e ritorno, ma il costo totale in generale non dovrebbe essere superiore al viaggio in aereo più noleggio sul posto.
I vantaggi dell’auto sono i soliti, ovvero libertà di organizzare gli spostamenti, sia come percorsi che come orari. A questo si aggiunge il basso costo dei carburanti, sotto un euro al litro. I noleggi invece, come quasi tutto in Islanda, sono piuttosto costosi.
Autonoleggi.
Vi sono numerose compagnie di autonoleggio, da quelle solite, diffuse ovunque nel mondo, a quelle locali, spesso ben organizzate. Le principali di queste sono:
Anche se non è necessario, vi consiglio di optare per una 4×4, sia perché molte strade sono comunque non pavimentate e vi muoverete meglio e in maggiore sicurezza, sia perché potrete utilizare le famose strade “F”, di seguito descritte. Per chi viaggia in due, un’ottima soluzione è la Suzuki Jimmi, compatta, leggera, con consumi ridotti e va comunque ovunque. Se siete di più non è sufficiente, perché non avreste spazio per i bagagli.
Altro consiglio è di non risparmiare sulle coperture assicurative. In Islanda la probabilità di piccoli danni, come l’incrinatura di un cristallo, sono molto alte e vi costerebbe parecchio. Ricordate che quasi sicuramente i danni alle ruote saranno comunque a vostro carico. Leggete bene le clausole contrattuali.
Per altri consigli sul noleggio auto potete leggere l’articolo sugli autonoleggi.
Strade.
Le strade sono organizzate per tipologia:
- la n° 1, è l’arteria principale e fa il giro dell’isola, spesso vicino alla costa, ma talvolta allontanandosi da questa, come nella parte est del paese;
- le strade principali hanno un numero a due cifre, ma possono avere anche tratti non pavimentati;
- quelle con numero a tre cifre, che sono secondarie e di interesse solo locale e a volte brevissime, sono molto spesso sterrate e piene di buche;
- le strade con numero preceduto dalla lettera “F“, vietate ai mezzi non 4×4, presentano difficoltà come guadi e tratti molto sconnessi.

Tutte possono comunque presentare i diffusissimi dossi senza gli usuali raggi di curvatura verticale, che rendono invisibile chi procede in senso opposto fino all’ultimo momento. Spesso sono segnalati con cartelli con la scritta “Blind ahead” o simili, ma non sempre. Talvolta, per evitare scontri, sulla sommità c’è un allargamento e un cartello impone di passare a destra di questo.
Una buona mappa del paese vi indicherà sia i numeri delle strade, sia i tratti senza pavimentazione. NON sceglietene una che non presenti almeno queste caratteristiche.
Per informazioni sulle strade islandesi potete consultare il sito della Icelandic Road and Coastal Administration (IRCA). Per informazioni generali sulla guida in Islanda è utile il sito safetravel.is.
Segnaletica.
La segnaletica è semplice, pratica e la si impara subito. Agli incroci troverete cartelli gialli che vi indicheranno:
- il numero della strada con la quale si incrocia quella che percorrete (indicato con bordo continuo);
- l’eventuale numero della strada che raggiungerete, se imboccate quella indicata (indicato con bordo tratteggiato);
- la principale località verso cui si dirige tale strada;
- i chilometri per raggiungere tale località.
Quindi per sapere dove vi trovate, basterà attendere il successivo incrocio, leggere il numero della strada e cercarla sulla mappa. Semplicissimo.

Una caratteristica di tutte le strade, compresa la n° 1, sono i ponti a senso unico. A parte quelli nelle aree urbane delle principali città, sono tutti stretti, a senso unico alternato e spesso sconnesi. La precedenza non è indicata come da noi, ma passa prima chi arriva prima.
Altra caratteristica molto diffusa sono le pendenze e l’andamento plano altimetrico “alla come capita“, ovvero sono state seguite le pieghe del terreno, senza interventi per regolarizzare i cambi di traiettoria, come si dovrebbe fare. In generale tutte le strade sono piuttosto strette.
Tenete presente che trovarsi animali sulla carreggiata non è raro, qualunque sia il numero di questa.

L’uso del navigatore in Islanda non è necessario e se pensate di noleggiarlo, vi consiglio di risparmiare i soldi per altro. Può invece essere molto utile ed è fortemente consigliato, un GPS. Molte strutture infatti non sono facili da trovare. Gli indirizzi sono sempre causa di confusione e di difficoltà di interpretazione. Il GPS vi toglierà ogni dubbio, anche perché di strade ce ne sono poche e una volta saputa la direzione, ci saranno pochi dubbi. Se poi prevedete di fare dei trekking (ve li consiglio assolutamente), allora vi sarà indispensabile.
Carburanti.
In Islanda tutti i distributori hanno sia gasolio (indicato come “Disel”), sia la benzina (indicata come “95 OCT” o “Bensín”, talvolta “Benzín”). Non esiste il “servito”, ma sono sempre self service. Ogni pompa ha il lettore della carta di credito e talvolta anche di un’altra tessera di pagamento, o dello smartphone. Ricordatevi che è indispensabile digitare il PIN a quattro cifre della carta anche per chi non lo usa mai, perché è abituato a firmare lo scontrino.
Si stanno diffondendo anche le colonnine per le ricariche elettriche.
Pedaggi.
Come detto, in Islanda non ci sono autostrade vere e proprie. In generale pertanto non ci sono pedaggi. Tuttavia sono stati aperti alcuni tunnel a pagamento. Ovviamente è bene informarsi prima perché capita che uno di questi sia appena stato aperto e magari un’altro non sia più a pedaggio. In ogni caso il brutto vizio islandese di non sprecarsi con le informazioni può portare a spiacevoli sorprese.
Sappiate che ogni tunnel ha le sue regole ed è bene visitarne il sito prima di affrontare il tratto di strada che lo prevede. Succede facilmente infatti che non ci facciate caso e vi arrivino le sanzioni, senza che nemmeno ve ne accorgiate.
Per esempio per il nuovo tunnel Vaðlaheiði, occorre pagare prima del transito o entro le tre ore successive, pena sanzioni. Ma i costi maggiori sono dovuti ai supplementi per la gestione della pratica applicato dalle compagnie di autonoleggio, a mio avviso anche in maniera eccessiva. Il pagamento può farsi on line o con il solito smartphone. Avrete già capito che non approvo queste modalità. Meglio i classici caselli che evitano errori e magari prevedere corsie riservate agli abbonati, che non dovranno fermarsi. Questo anche perché il traffico in Islanda è assai scarso.
Dovrete necessariamente informarvi al momento di iniziare il vostro giro, magari chiedendo alla compagnia di autonoleggio. Sulla mia cartina, per quanto fosse aggiornata ad alcuni anni precedenti il mio viaggio in Islanda, non c’era il suddetto tunnel Vaðlaheiði, mentre era indicato a pagamento il tunnel Hvalfjörður, vicino a Reykjavik, che passa sotto al fiordo e che non si paga più dal 2018.
Moneta.
La valuta islandese è la corona, chiamata krona (plurale kronur) e indicata con kr o con il codice internazionale delle valute ISK.
Vi garantisco che potrete girare tutto il paese per settimane senza aver bisogno nemmeno di una monetina fisica. Gli islandesi sembrano odiare il contante. Tutto si paga con le carte o con lo smatphone. Gli ATM comunque ci sono, almeno nelle località più frequentate dai turisti.
… e le saghe?
Tutti le abbiamo sentite nominare, ma quanti potrebbero definirle?
Oggi le si pronunciano con il significato di racconti epici. Il termine è proprio islandese ed è riferito a racconti di antiche vicende umane, realmente accadute, anche se ovviamente abbondantemente romanzate. Vi sono anche racconti fantastici, ma la vera tradizione tratta di fatti storici. Ancor oggi molto diffuse in Islanda e tradotte in tutte le lingue, cosituiscono un importante caratteristica culturale di questo paese.
Visti e documenti.
L’Islanda appartiene all’area Schengen e pertanto non è richiesto visto e si può viaggiare anche solo con la carta di identità valida per l’espatrio. Tuttavia i controlli sempre più asfissianti agli aeroporti e la mania per l’automazione, consigliano l’uso del passaporto. Si potrà passare dalle porte a lettura automatica, abbreviando i tempi di transito.
Se avrete la sfortuna di aver bisogno dell’ambasciata italiana, sappiate che in Islanda non c’è. La competenza è di quella a Oslo. A Reykjavik c’è il solito Consolato Onorario, del quale è consigliabile procurarsi i recapiti aggiornati prima di partire.
Clima.
Anche se c’è chi ama l’inverno artico, magari per il fascino dell’aurora boreale, ritengo impensabile andare in Islanda in una stagione diversa dalla piena estate. Già così si trovano temperature dell’ordine dei 7, 8, fino a un massimo di 15 gradi, nelle ore più calde. Il vento gelido è usuale e il cielo coperto uno standard. Fate voi.
In compenso in giugno e luglio non è mai buio. Il sole tramonta per due o tre ore, ma si mantiene appena sotto l’orizzonte e ci si vede benissimo. Nonostante questo è sempre obbligatorio tenere i fari accesi anche di giorno, durante la guida.
Curiosità.
Alcune cose mi hanno incuriosito, o perché decisamente originali, o semplicemente perché non mi erano mai capitate.

- Tutti sanno cos’è un geyser, ma non tutti sanno che il nome deriva dal geyser islandese che si chiama Geysir, 40 km a est del Circolo d’Oro. Il suo eruttare è molto irregolare e conviene ammirare il vicino Strokkur, che presenta un’attività piuttosto stabile.
- Nei supermercati Bonus (e non solo), il reparto dei cibi freschi, come la carne, è una specie di stanza frigorifera. Praticamente non usano il frigo, come da noi, ma rendono “frigo” tutto il reparto. Se ci capitate in una giornata che è già gelida per conto suo, vi darà il colpo di grazia.

- Cose particolari sulle strade islandesi ce ne sono diverse, ma un cartello con la segnalazione di “attraversamento sub” non mi era mai capitato. Lo trovate a Silfra, nell’area di Þingvellir.
- Se entrate in un alloggio che avete prenotato con angolo cottura e non vedete nulla per poterla fare, non preoccupatevi. In Islanda sembrerebbe una prassi abituale non prevedere il piano cottura in cucina, almeno nelle strutture per turisti. Per la cottura c’è una piastra a induzione portatile, di solito riposta in un cassetto. Il microonde invece è di solito posizionato dietro un’anta di un pensile, magari a 1,80 m dal pavimento, che non è proprio il massimo della comodità e della sicurezza.
Telefonia.
Le tariffe dei telefoni cellulari è in generale la stessa che si ha in Italia, visto che l’Islanda, pur non appartenendo all’Unione Europea, appartiene all’area Schengen e allo Spazio Economico Europeo. Ovviamente è sempre meglio informarsi.
Le compagnie che non hanno rete propria potrebbero non funzionare automaticamente e rendere necessario qualche intevento manuale, perché il sistema vi vedrà come appartenenti al gestore principale al quale si appoggia il vostro e imposterà le comunicazioni per questo. A mia moglie capitò di poter chiamare o usare internet in maniera fortemente intermittente a seconda delle zone dove ci trovavamo. Un giorno poteva chiamare, ma non usare internet. Un’altro il contrario e un altro ancora nessuno dei due. Chiamare l’assistenza non ci fu di aiuto, ma non vorrei generalizzare, forse fu solo una situazione sfortunata.
Altro.
Le prese elettriche sono molto simili a quelle italiane, tranne il fatto che sono sempre circolari. Possono essere semplicemente a due fori, oppure simili alle schuko tedesche. In ogni caso non serve l’adattatore.
Purtroppo quasi ovunque c’è l’abitudine di utilizzare il tipo di rubinetti delle doccie a blocco unico. Per chi non li conoscesse, in pratica si ha davanti un tubo orizzontale alle cui estremità sono presenti due parti girevoli. Quella di sinistra apre, chiude e spesso sposta il flusso dal getto mobile a quello fisso, posto più in alto. Quella di destra regola la temperatura. Non so per voi, ma io la trovo la soluzione più assurda e scomoda mai provata. Oltretutto le superfici lisce, senza scanalature, le rendono spesso difficili da girare, soprattutto con le mani bagnate. Io impreco sistematicamente.
L’uso di bancomat e carte di credito non crea problemi. Importante è conoscere il PIN della propria carta di credito, che di solito non si usa in Italia. In Islanda invece serve spesso per tutti i distributori automatici, compresi i self service di carburanti.
L’assicurazione di viaggio non è necessaria, ma è sicuramente consigliata. In proposito trovate diverse informazioni nell’articolo: assicurazione di viaggio.
Il numero unico delle emergenze in Islanda è il 112.
Date quotidianamente un’occhiata alle previsioni meteo. Ci sono vari siti utili. Uno di questi è l’Icelandic Met Office.
Se avete fatto acquisti di importo superiore a 6000 ISK e siete residenti fuori dall’Islanda, potete chiedere il rimborso dell’IVA al momento di lasciare il paese. Dovrete compilare un apposito modulo, che vi verrà fornito dal negozo dove avete fatto l’acquisto e ricordarvi di recarvi all’apposito ufficio appena arrivati in aeroporto. Non dimenticate di andarci prima di passare i controlli di sicurezza, altrimenti dovreste uscire nuovamente e ripetere il passaggio ai controlli.
Per concludere, un suggerimento meno importante: se potete scegliere il posto in aereo, prendetene uno vicino al finestrino sul lato destro dell’aereo, sul volo di andata e viceversa al ritorno. La rotta per l’Europa costeggia le coste islandesi per un bel tratto. Se il meteo vi assisterà, avrete qualcosa di interessante da guardare.
Come visitare l’Islanda.
Un viaggio in Islanda non si fa per le città d’arte o per gironzolare nei borghi caratteristici, come si farebbe in Andalusia o in Umbria. Qui si viene per esplorare la natura selvaggia di questa terra estrema. Il viaggio ideale è quindi un Giro dell’Islanda fai da te in fuoristrada. Il percorso può riguardare i luoghi caratteristici e quindi tipicamente essere costituito dal giro dell’isola. Oppure mirato alla parte più selvaggia, dove ci si muove sempre su strade “F”, ovvero la parte centrale del paese.
Qui si ritrovano gli appassionati della guida su piste approssimate, spesso con viaggi in gruppo direttamente dall’Italia con il proprio mezzo. I pernottamenti sono quasi sempre nei rifugi e nei campeggi, che si trovano un po’ ovunque.
Per chi ama questo mezzo, ci si può anche muovere in camper. Il costo del noleggio sarà compensato dal risparmio sugli elevati costi degli alloggi. Qualcuno lo ha fatto anche in pieno inverno, provando l’emozione di trovarsi quasi da soli in mezzo a paesaggi polari e con l’emozione della vista delle aurore boreali.
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