
Quello che cercate è un luogo che vi coinvolga, che vi emozioni, che vi faccia emozionare come piccoli esploratori, che vi faccia sentire immersi in un ambiente naturale, ancora almeno in parte selvaggio? Cercate un viaggio alla scoperta di luoghi che non conoscete, di siti archeologici misteriosi, di culture tutte da scoprire? Le mete che posso consigliarvi e che hanno la mia preferenza fra quelle che ho potuto provare, sono queste.
Budget limitato.
Montagne del Friuli.
Le dolomiti meno conosciute, con cime più modeste, ma con tutto il fascino dei luoghi meno affollati, dove ci si può sentire maggiormente a contatto con la natura. Ci sono sentieri, cime, malghe isolate, dove anche in estate ci si può trovare da soli ad ascoltare il cinguettio degli uccelli, numerosa fauna, come i camosci che ho trovato anche sulla cima del Pramaggiore.
Nella ancora in parte selvaggia val Settimana ci si può fermare in mille posti a farsi una bistecca vicino al torrente omonimo. A pochi chilometri c’è uno dei miei luoghi preferiti: la casera Casavento. Quando l’ho scoperta durante il mio servizio militare, tanti anni fa, me ne sono innamorato subito. Oggi ristrutturata e trasformata in piccola e semplice struttura ricettiva, anche dopo la scoperta di un paio di impronte di dinosauro sulle rocce lì vicine, dove comincia a scorrere il torrente Cellina.

Con un breve trasferimento in auto si arriva a passo Rest. Sul lato sud, qualche chilometro prima dell’inizio della salita vera e propria, vicino al paese di Tramonti di Sotto, c’è un lago artificiale dove, nella stagione secca, si vedono emergere gli edifici della borgata che fu espropriata per creare il lago. Sul lato nord c’è un bel punto dove ci si può fermare per un pic nic e poi camminare sul greto del Tagliamento, alla scoperta di cascatelle e angoli che più tranquilli non potrebbero essere. L’acqua è fresca e quasi sempre poco sopra le caviglie. Così anche nelle ore centrali della giornata estiva non si soffre il caldo.
Prendetevi una settimana facendo base a Claut , dormendo anche nei rifugi dell’area, come Pradut, costruito recentemente e gestito da una giovane coppia. Potete scalare il Pramaggiore, il Resettum, meno alto ma che per la sua posizione privilegiata, se siete fortunati, vi consentirà di ammirare uno scorcio del vicino lago di Barcis, tutta la pianura adiacente, con Pordenone e paesi limitrofi e teoricamente tutto il resto fino al mare luccicante. Per sperare di poter vedere così lontano, ci dovete andare quando non c’è foschia, ovvero intorno a novembre.
Una giornata trascorretela intorno a passo Rest. Nei dintorni c’è Longarone, dove avvenne la tragedia del Vajont. Fermatevi a visitare il memoriale e cercate un punto di osservazione che vi consenta di comprendere la spaventosa portata dell’evento. Se non ci si è stati si fa fatica a comprendere l’entità del volume di materiale finito nel lago. Viaggiare è anche conoscenza e consapevolezza. Se avete voglia e non siete vegetariani potete spingervi fino a Sauris per scoprire i famosi prosciutti.
Budget medio.
Tepui (o Tepuys) e Salto Angel (Venezuela)
Luogo imperdibile per chi ama l’avventura. Un’esperienza unica e pienamente coinvolgente, a un costo relativamente contenuto. Il percorso dalle spettacolari cascate di Canaima, fino al Salto Angel, prevalentemente in piroga a motore, è emozionante come raramente capita. Già quando si arriva a Canaima e ci si trova davanti al maestoso spettacolo che le acque hanno creato, ci si rende conto di essere in uno di quei luoghi dove la natura ha dato il massimo di se.

Queste cascate non sono né le più imponenti, come le Victoria Falls o Iguazù o Niagara, né quelle con il dislivello massimo in un unico salto, record che appartiene appunto al Salto Angel, ma sono le più godibili che conosca. Intanto lo scenario è affascinante come pochi, non a caso vi hanno girato il film Arachnophobia, dove sono a simbolo della natura, nella sua veste più selvaggia. Poi ci sono molti punti dove si possono osservare da vicino, sia da sopra che da sotto. In particolare El Sapo, che presenta un sentiero che consente di provare l’emozione di passare dietro l’imponente muro d’acqua in caduta. Uscendo sotto il flusso ci si rende conto della forza della cascata.
La vista da sopra è mozzafiato. L’unico limite è che è pressoché impossibile fotografare, se non con camere apposite tipo Go Pro, ma sempre con nitidezza limitata dalle gocce d’acqua che sono ovunque. La cosa che la rende forse unica è che la temperatura dell’acqua non è bassa, ma assolutamente gradevole, rendendo l’esperienza estremamente piacevole e divertente.
Anche se ci si trova sotto un intenso temporale, non si prova mai la sensazione di freddo. Basta essere in costume da bagno e il resto è sempre e solo divertimento. La risalita del fiume in piroga è un’esperienza imperdibile per gli amanti dell’avventura. Tratti calmi e tratti in mezzo alle rapide. Intorno cascate dappertutto e il paesaggio unico dei Tepui. Wow.
L’arrivo al Salto Angel mi ha generato un livello di emozione che avevo provato solo all’arrivo alla Porta del Sole, che apre la vista su Machu Pichu, arrivando dall’antico sentiero percorso dagli Inca, dopo quattro giorni di cammino sulle Ande, con passi oltre i 4000 m.
La cascata non è imponente, infatti nella stagione secca è solo un modesto rivolo d’acqua, ma l’altezza è da non credere. Quando le nuvole l’avvolgono, ci sono momenti nei quali si vede la parte alta, ma non quella più in basso. Così si ha la sensazione che l’acqua sgorghi dal cielo. Durante il percorso per arrivarci si vedono spesso altre cascate molto alte. L’emozione della vista fa pensare ogni volta di averla trovata. Ma quando si vede “lei”, la cascata più alta del mondo, capisci che non puoi sbagliarti.
Succede un po’ come con il birdwatching, una mia vecchia passione. Può capitare di vedere una Poiana e pensare che sia un’Aquila Reale, ma quando si ha la fortuna di vedere una vera un’Aquila Reale, con la sua maestosa apertura alare, non la puoi scambiare per una Poiana.
A completare il fascino di questa avventura c’è il fatto che la sera si può fare il bagno ne fiume, lottando con la corrente e la notte si dorme in amaca, all’aperto, con vista sulla cascata, ascoltando tutti i rumori della foresta. All’alba lo spettacolo si ripete e con le prime luci si vede quello che potremmo definire il sorgere della cascata. I primi raggi illuminano la sua parte alta e la rendono ben visibile. Se, come è capitato a me, la parte bassa è ancora avvolta dalle nubi, lo spettacolo ti toglie il fiato.
Se non lo avete capito, questo è uno dei luoghi che mi ha emozionato di più.
Per fare questa esperienza bastano alcuni giorni di soggiorno a Canaima, dove si arriva in aereo e che possiede un piccolo centro dove gli ospiti possono alloggiare, con vitto semplice, ma genuino. Le guide indios spesso parlano italiano, come il nostro mitico Josè, che ha imparato italiano e inglese a forza di accompagnare i turisti, senza aver mai visto queste lingue in forma scritta.
Se avete altro tempo e denaro (nemmeno molto), potete abbinarci un soggiorno a Los Roques. Altro paradiso, che da solo vale abbondantemente il viaggio.
Budget alto.
Namibia in fuoristrada.

Un’altro luogo che mi è rimasto nel cuore: gli spazi immensi e i sovrumani silenzi della Namibia. Va detto subito che è un viaggio per chi ama il genere. Se siete tipi da discoteca, se il solo andare in campagna vi fa dire: “non c’è nulla”, allora meglio evitare. Se però siete dei veri “send lovers”, allora difficilmente troverete un luogo che vi emozioni di più.
Nel Damaraland ho trovato paesaggi che mi hanno fatto restare a bocca aperta. Nell’Ethosha si possono ammirare gli animali africani da vicino come raramente accade. La Skeleton Cost ti fa sentire protagonista di un film distopico, anche per la presenza delle guardie armate, che ti avvertono di non scendere dall’auto in certi tratti, dove ci sono i diamanti sul terreno (quei pochi che non sono già stati presi). Luoghi davanti ai quali il famoso deserto del Namib rischia di passare in secondo piano.
Occorre essere preparati, affrontando il viaggio con le necessarie dotazioni (in primis un GPS), ma anche agli imprevisti, che in luoghi poco abitati come questo, possono facilmente avere effetti amplificati rispetto a situazioni più “normali”. A noi è capitato di bucare due pneumatici e una rottura dell’alternatore nelle medesime 24 ore. Per i due pneumatici poco male, chiunque si avventuri in questi luoghi deve avere almeno la doppia ruota di scorta.
Il guasto all’alternatore è ben altra cosa, specialmente quando si è separati da diverse ore di auto dal luogo abitato più vicino. Per fortuna il conseguente calo di potenza mi fece venire in mente che potesse essere proprio quello e decidemmo di proseguire fino all’arrivo senza fermarci nemmeno per fare pipì. L’auto si mantenne in moto con la batteria che, pur scaricandosi, riusciva a fornire la poca energia richiesta dalle candele. Una volta spento il motore era assolutamente “morta”. Perdemmo un giorno per far arrivare l’auto sostitutiva da Windhoek.
Per risparmiare, senza perdere nulla, potete fare tutto da soli e da casa. Prenotate i voli, controllando le tariffe dell’Air Namibia. Il confort di bordo non è al livello delle maggiori compagnie, ma spesso ci sono molti posti liberi e ci si può anche sdraiare. Per l’auto ci sono compagnie di autonoleggio minori con base nella capitale. L’impressione è ci sia un po’ meno cura dei dettagli, ma costano meno e se succede qualcosa intervengono comunque, anche se non hanno altre sedi come la Hertz.
Per gli alloggi, potete farvi il vostro programma e prenotare direttamente da soli. Grazie a piattaforme come Booking ormai il viaggiatore smaliziato è autosufficiente. Se proprio volete l’appoggio di un’agenzia, potete contattare una di quelle locali, che vi farà le prenotazioni, facendovi spendere meno delle agenzie italiane e con in più una buona conoscenza diretta delle strutture. Vi manderanno i prezzi e le caratteristiche dei vari lodge a mezzo email e potrete scegliere comodamente da casa.
Per maggiori informazioni, su questo e sul viaggio in generale, andata sull’articolo specifico del viaggio in Namibia.
Se vi piace il genere, non potrà deludervi.
Periodo migliore: la nostra estate.
Australia coast to coast.
Magico Outback australiano detto anche Red Centre per la terra rossa che lo caratterizza, piena di giganteschi termitai e assolutamente non coltivabile. Deserti, formazioni rocciose, ma anche inattesi corsi d’acqua che serpeggiano in gole e canyon. Aree di servizio tutte orientate sul tema UFO, che pare si fermino ogni tanto da queste parti e poi lo spettacolo unico del monolite di Uluru (in inglese Ayers Rock) e le vicine Kata Tjuta (dette anche Olgas). Poi giù fino ad Adelaide, con l’imperdibile Kangaroo Island, la Great Ocean Road, con i Dodici Apostoli e infine, se volete, gli spettacolari paesaggi della Tasmania.
Andateci se avete un buon budget, perché servono diversi voli interni, a meno che non ci vogliate passare diversi mesi e spendereste comunque in altra maniera. Partite da Darwin, collegata con voli a Singapore. Prenotate un auto, meglio fuoristrada o comunque alta e robusta. Le collisioni con i canguri, soprattutto all’alba e al tramonto, sono molto frequenti, al punto che molte auto hanno le barre anteriori che assorbono l’urto (un canguro rosso ha una massa che può essere anche superiore ad un uomo adulto). Scendete fino ad Alice Springs, senza sorprendervi se incrociate autotreni con tre o quattro rimorchi. Deviate per visitate il parco di Kata Tjuta. Poi ripartite fino ad Adelaide. Per risparmiare tempo questo tratto lo potete saltare con un volo. Prenotate un’escursione a Kangaroo Island, con autobus, traghetto e auto a nolo sull’isola. Alla fine del tour ripartite lungo la costa fino a Melbourne per apprezzare la Great Ocean Road. Se potete prendete un volo per la Tasmania e giratela sempre in auto. Non vi Perdete la penisola di Freycinet. Se avete finito i soldi, rientrate via Sydney o Brisbane.
Periodo quasi obbligato: gennaio o febbraio o mesi vicini, anche se nell’Outback fa molto caldo.