
I luoghi più interessanti da visitare e qualche informazione su questa antica civiltà.
Della civiltà nuragica alla fine ne sappiamo poco. Studi ce ne sono molti, ma certezze assai poche. Una di queste riguarda il periodo interessato: ovvero a cavallo fra l’età del bronzo e quella del ferro, fra 1800 e 250 a. c.
Le incertezze però alla fine aumentano il fascino della visita di questi antichi siti. La Sardegna ne è piena, con costruzioni dalle più grandi e complesse, a quelle piccolissime, da quelle pressoché intatte, a quelle ridotte a pochi ruderi.
Visitarli tutti è impossibile e avrebbe poco senso. Vi indicherò alcuni dei più interessanti.
Cominciamo.
Se chiedete a una guida quale siano i più belli fra i siti nuragici, vi risponderà che ognuno ha le sue caratteristiche ed è diverso dagli altri. In effetti la forma sembra la stessa, ma le geometrie sono sempre diverse e non necessariamente a sezione circolare. Vi consiglio pertanto di visitare quelli più vicini alla vostra sistemazione o al vostro itinerario, concentrandovi su quelli più grandi.
La civiltà nuragica.
Dicevamo che una delle poche certezze riguarda il periodo interessato, ma anche su questo punto c’è chi solleva qualche dubbio. Quello che è arrivato fino a noi è fatto di pietre, che non sono databili al radiocarbonio. Spesso ci si basa su resti organici trovati fra i ruderi, ma chi ci dice che siano della medesima epoca.
Queste costruzioni hanno subito numerosi rimaneggiamenti, demolizioni e ricostruzioni. Gli occupanti si sono succeduti per secoli. Non si può dire molto sulle geometrie originali e sull’epoca delle prime edificazioni.
Probabilmente l’unica cosa veramente certa è che questa antica civiltà scomparve con l’avvento degli invasori, cartaginesi prima e romani dopo.
Dove?
Testimonianze di nuraghi e civiltà nuragica, o quello che ne resta, si trovano ovunque in tutta l’isola. Soprattutto nei primi secoli di presenza di questa civiltà, questi manufatti furono edificati ovunque. Era quasi un modo di costruire, che veniva semplicemente riprodotto, come si fa con una scelta obbligata o ritenuta ottimale.
Quanti?
In Sardegna se ne contano a migliaia, anche se molti sono decisamente piccoli e la maggior parte sono ridotti solo a pochi ruderi.
Chi erano questi antichi sardi?
Troppe le ipotesi. Si sa solo che la presenza umana sull’isola risale a periodi molto antichi, quantomeno al neolitico.
Che funzione avevano?
Anche su questo punto le differenti opinioni non mancano, ma la tesi prevalente è quella polifunzionale con connotazione difensiva.
Perché questa forma?
Sui libri di scuola vengono sempre raffigurati quelli a sezione circolare, ma non sempre è così. Alcuni hanno sezione ellittica e altri composta o irregolare. In effetti la tecnica costruttiva è piuttosto rozza e la pianta circolare con diametro che si riduce con l’altezza è la scelta più intuitiva. Infatti le pareti inclinate verso l’interno rendono stabile le costruzione e favoriscono la chiusura superiore. Tuttavia, nulla vieta che la pianta si adatti alle esigenze degli abitanti. Il principio è lo stesso.
I costruttori non conoscevano la tecnica dell’arco con chiave di volta, magistralmente utilizzato dai romani. Come anche gli antichi abitanti del centro e sud America del periodo pre colombiano, si limitavano ad avvicinare progressivamente le pareti fino alla loro ricongiunzione in sommità.
Questa scelta comportava una certa altezza di tutte queste costruzioni, ma era realizzabile con la semplice tecnica del muro a secco, ovvero senza malta come legante.
Su Nuraxi di Barumini.
Di quelli che ho visto è il più interessante. Grande, ben conservato e con numerosi dettagli che testimoniano la vita degli antichi abitanti. Non a caso Su Nuraxi è stato scelto come simbolo dei nuraghi e della civiltà nuragica e inserito nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Per apprezzarne le forme e le dimensioni occorre vederlo dall’alto. Solo così si leggono bene le geometrie del sito, ovvero un reticolo di manufatti piccoli e grandi che circondano la struttura principale.

In effetti si tratta di un vero e proprio villaggio che circondava il nuraghe complesso centrale. L’edificazione è durata diversi secoli, aggiungendo altri manufatti al corpo principale e collegandoli con muri del medesimo materiale: il basalto proveniente dall’altopiano della Giara. Come in altri casi, la scelta del punto dove edificarlo non è stata casuale. Proprio sotto il cortiletto interno passa un flusso di acqua tutt’ora attivo, a cui si attinge facilmente mediante il pozzo presente.
Il complesso fu pressoché completamente distrutto durante l’età del ferro e ricostruito con inevitabili modifiche. Durante l’occupazione Cartaginese prima e romana dopo, il sito fu utilizzato in maniere diverse, con introduzione di materiali non del luogo. Si ritiene tuttavia che l’aspetto complessivo del villaggio originario sia rimasto quasi lo stesso.
La visita.
Trattandosi di un sito importante la visita avviene in gruppi, condotti da una guida che ne illustra tutte le caratteristiche.
Come arrivare.
Su Nuraxi si trova un chilometro a ovest del paese di Barumini, lungo la strada per Tuili. Nel complesso è presente un parcheggio e nelle vicinanze bar e ristoranti.
Nuraghe Losa.
Questo nuraghe, come anche altri, dimostra che la pianta dei nuraghi non era necessariamente circolare. In questo caso la forma è triangolare, con angoli smussati. La struttura è ancora complessa, ovvero al mastio centrale sono stati affiancati elementi minori e diversi altri non sono più presenti, ma se ne vedono le tracce.

Il materiale utilizzato è lo stesso basalto, ma in questo caso la struttura appare più compatta, massiccia e possente e le dimensioni del complesso sembrano minori di quelle di Su Nuraxi. Ma questo solo perché le parti esterne dell’insediamento non sono state ancora scavate e forse sono state demolite. Nel corpo centrale non c’è un cortile aperto, ma solo diversi vani chiusi. Tutto questo probabilmente ne ha favorito la conservazione.
Il nuraghe Losa è uno dei più validi esempi dei nuraghi e della civiltà nuragica e deve il suo nome alla parola sarda “losas”, ovvero tombe, perché intorno vi sono urne cinerarie di epoca romana, scavate nella roccia.
La visita normalmente avviene senza l’ausilio di una guida.
Come arrivare.
Trovate il nuraghe Losa, vicino al centro di Abbasanta, in prossimità dell’intersezione stradale fra la SS 131 e la sua diramazione per Nuoro. Fate attenzione perché ci si confonde facilmente e ci si trova a dover percorrere a ripetizione i tratti delle superstrade vicine.
Necropoli S. Andrea Priu.
Attratti soprattutto dai nuraghi e dalla civiltà nuragica, si è tentati di saltare la necropoli ipogeica di Sant’Andrea Priu, perché non c’è molto di “visibile” e non si è invogliati. Oltretutto e purtroppo il grosso dell’area è ancora in fase di scavo o di messa in sicurezza e non è visitabile. Le parti accessibili al pubblico sono quindi decisamente poche, ma la visita merita sicuramente una deviazione.
La tomba del Capo.
La vera attrazione del sito è la cosiddetta Tomba del Capo, per la cui visita occorre essere assistiti dalla guida. Questa è in realtà un complesso di 18 vani, distribuiti su 250 m2. All’interno si trovano numerose tombe, da quelle meno importanti a quelle più prestigiose. In verità resti non ve ne sono perché sono state utilizzate a ripetizione durante i secoli, ogni volta asportanto i resti precedenti e ponendovi i successivi. L’uso si è protratto dal neolitico, all’epoca romana e bizantina. Questa successione di epoche è testimoniata dalle incisiioni e dagli affreschi presenti, spesso con i successivi posati su quelli precedenti.
Questo ha fatto si che dei decori originari ci sia poco o nulla. I vani presenti imitano le geometrie delle case dell’epoca, ovvero la capanna, anche se in effetti tutte le cavità sono scavate nella roccia. Per la precisione sul fronte di un affioramento trachitico alto una decina di metri.

Come arrivare.
Per la visita, occorre fare una deviazione dalla strada che collega Bosa non Nuoro. Si prende la strada verso nord in corrispondenza di Macomer e successivamente si devia verso est, passando per Bonorva. Il sito è indicato e si trova senza troppi problemi.
Altro sulla Sardegna.
Se oltre all’archeologia vi interessano le splendide località di mare della Sardegna potete leggere l’articolo Dove andare al mare in Sardegna. I miei luoghi preferiti.
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