
Cosa fare e vedere in questo parco sottovalutato. Percorsi consigliati, dritte e suggerimenti.
Gli itinerari nel Parco del Pollino sono numerosi. Le pubblicazioni e gli articoli di solito ne elencano diversi. Il problema è scegliere i più interessanti senza disperdersi e lasciando spazio per le altre esperienze che si possono fare in quest’area. Vi propongo quelle che ritengo essere le migliori escursioni nel Parco del Pollino.
Cominciamo.
Il parco è tutto bello, ma ritengo che le due principali cose da fare siano la salita sulla cima del Monte Pollino e la visita del meraviglioso Giardino degli Dei.
La prima, perché il Monte Pollino è il miglior punto d’osservazione del parco e dalla sua cima si ha una bella panoramica di tutta l’area protetta. Inoltre, durante la salita, ci si trova in uno dei punti più belli e panoramici, con vista su tutto il versante calabro.
Il secondo, perché è il punto con la massima concentrazione dei caratteristici Pini Loricati, che sono il simbolo del parco. Lo spettacolo fornito da queste piante, con le loro sagome contorte, lo troverete anche altrove, ma qui non si riesce a scegliere la vista migliore, perché sono tutte “migliori”.
Il Monte Pollino.
Non è il più alto del parco, ma la differenza con il vicino Dolcedorme è minima. La cima di quest’ultimo è ideale per una bella vista sulla costa, perché non vi sono altri rilievi importanti fino al mare. Per il resto il Monte Pollino è la meta migliore fra le cime del Parco. Certo, la salita su questa montagna non rappresenta difficoltà alpinistiche, come la Scalata del Gran Sasso, ma il fascino di questi luoghi consiste in altri aspetti non certo inferiori.
Punto di partenza ideale è il Colle di Impisio (dell’impiccato), nome che ricorda un passato di violenza, legato al brigantaggio. Come raggiungerlo ovviamente dipende dalla vostra base. Da Rotonda, potete seguire la strada che passa per San Lorenzo. Da Viggianello o San Severino Lucano, potete seguire la medesima strada, ma presa dall’estremo opposto, situato sulla strada che congiunge i due paesi.
Se invece alloggiate dalla parte calabrese, dal casello della A2 di Campotenese, dirigetevi verso Rotonda. Dopo un po’ di salita, troverete un bivio posto proprio sul confine fra le due regioni confinanti. Svoltate a destra sulla stradina che si dirige verso est, sul fianco della montagna. La strada è tortuosa e piena di buche, ma si risparmiano diversi chilometri. Procedete con cautela, soprattutto nell’ultimo tratto, perché le buche sono decisamente pericolose per le ruote della vostra auto.

Si ritorna sulla principale, che proviene da Rotonda, poco prima della bella radura davanti al rifugio De Gasperi. Spesso vi si trovano gruppi di cavalli al pascolo che, come anche in diversi altri punti del parco, vengono lasciati completamente liberi. Non mancano i bovini, anch’essi liberi di pascolare dove vogliono, ma che finiscono per raggrupparsi nei pressi delle sorgenti.
Colle dell’Impisio.
Il colle è la porta d’accesso al cuore del parco. Una volta oltrepassato, ci si trova in mezzo agli elementi più caratterisitici del Pollino, la Serra del Prete, il Monte Pollino, il Dolcedorme, la Serra di Crispo, la Serra delle Ciavole e il Monastero della Madonna del Pollino. Diverse delle migliori escursioni nel Parco del Pollino partono da qui.
Purtroppo il colle ha anche un aspetto scomodo per l’escursionista: non c’è parcheggio. A parte alcuni posti auto a lato strada, che si esauriscono rapidamente, ci sono solo pochissime piazzole a distanze via via maggiori. Se non volete parcheggiare a qualche chilometro di distanza, vi consiglio vivamente di arrivare presto. In alta stagione alle 8:30 è già tutto pieno, anche perchè tutti fanno il medesimo ragionamento.
Le indicazioni dei percorsi sono un po’ incomplete e talvolta poco chiare. Sempre meglio di una ventina di anni fa, quando erano del tutto assenti. In ogni caso sono in continuo potenziamento, come ho potuto riscontrare, incontrando i volontari del CAI locale che lavoravano proprio a questo.
Dal secondo cartello, se non sapete da che parte andare, guardate verso destra. A una decina di metri, lungo il sentiero che sale nel bosco, vedrete l’indicazione per il Colle Gaudolino. Ne troverete altre. Seguitele sempre e vi porteranno a questa bella radura verde, con cavalli e bovini al pascolo, che si trova fra la Serra del Prete e il Monte Pollino (2248 m ).
Il Piano di Vacquarro Alto.
Appena imboccata la via giusta, indicata con l’indicazione IPV2, il sentiero scende nel bosco fino al Piano di Vacquarro Alto. Questa discesa diverrà ovviamente una salita nell’ultimo tratto del ritorno, ma l’escursione non è molto faticosa e non costituirà un problema, per persone abituate ai percorsi di montagna. Attenzione a non scendere lungo l’IPV3, che porta al Piano di Vacquarro, posto un po’ più in basso, e che vi allungherebbe il percorso, aumentando il dislivello da superare.
Se vi capitasse di sbagliare, prendete il sentiero IPV3A, che si stacca dall’IPV3 e che poco dopo si riunisce all’IPV2. Da qui, proseguite verso sud e in circa tre quarti d’ora arriverete al Piano di Gaudolino.
Il Piano di Gaudolino (1692 m).
Il sentiero si snoda prevalentemente mantenendosi in prossimità del torrentello alimentato dalle sorgenti che si trovano nel Piano di Gaudolino. All’inizio ci si muove nel bosco e questo rende più facile sopportare le temperature estive. In effetti ho riscontrato che si soffre meno il caldo rispetto alla maggior parte dei sentieri dolomitici. Temevo che il sud mi riservasse paesaggi aridi e giornate torride. Al contrario ho trovato boschi fitti e relativamente freschi, diverse sorgenti e prati verdissimi, con il bello spettacolo dei cavalli e dei bovini al pascolo.
Si segue per un buon tratto la carrareccia utilizzata dal personale del parco. Fate attenzione al bivio dove occorre lasciarla, deviando verso destra. Le indicazioni ci sono, ma le trovo un po’ confuse.
Prima di arrivare al Piano di Gaudolino, troverete l’indicazione per la sorgente Spezzavummola, vicinissima al sentiero. L’acqua che sgorga è ritenuta potabile e utilizzata per riempire le borracce da molti esursionisti. Trovandosi in un punto molto in ombra è anche un’occasione per riposarsi al fresco, prima delle fatiche maggiori.

La Dolina del Pollinello.
Dalla bella radura, spesso frequentata da cavalli e bovini in libertà, si comincia a salire lungo le pendici del Monte Pollino. Il sentiero prima si dirige verso il confine calabro, quasi sempre in mezzo agli alberi, fino allla Dolina del Pollinello. Da questo punto, appena usciti dal bosco, si gode di una vista a dir poco spettacolare. I primi pini loricati si sono messi in posa con lo sfondo delle montagne calabresi, dove si individua bene il tracciato dell’autostrada, che appare in basso, pur transitando a circa 800 m di quota.

La scarsa vegetazione consente un’ampia visuale su tutta le Serra del Pollinello e sugli ultimi 300 m scarsi di salita per la cima del Pollino. Verso est il fianco della montagna è punteggiato di pini loricati, che si stagliano contro lo sfondo.

Più vicini, sul versante rivolto alla Serra del Prete, alcune piante solitarie si ergono sul fianco della montagna.
La cima del Monte Pollino.

Lo strappo finale verso la cima non è impegnativo per gambe allenate ed è alla portata di chiunque sia in normali condizioni di salute. Da notare che si tratta dell’unico tratto completamente esposto al sole. Come detto, anche con il caldo estivo, l’escursione può risultare più fresca della maggior parte di quelle dolomitiche.
Arrivati in vetta, ci si può affacciare sul versante nord, dove si trova il cuore del parco. Si ha una bella vista sul Piano del Pollino, la Serra delle Ciavole, la Serra di Crispo e ovviamente sul Dolcedorme, che copre parzialmente l’orizzonte verso est, con il Mar Ionio.

Fra il Dolcedorme e la Serra delle Ciavole si intravede il Varco del Pollino e più in basso, a sinistra, il Piano del Pollino, dal quale si può salire sulla cima, come alternativa a quella descritta. Volendo si può utilizzare questo sentiero per la discesa, al fine di variare il percorso ed esplorare meglio il parco. Va però messo in conto che in questa maniera si allungano i tempi totali di un paio d’ore. Oppure si ritorna semplicente sui propri passi.
Il Giardino degli Dei.
L’escursione nel cuore del Parco del Pollino. L’incontro dove i veri protagonisti del parco hanno dato il meglio di se. Dove la natura ha voluto dare un esempio di creatività. Gli Dei sono loro: i Pini Loricati.
Il Santuario della Madonna del Pollino.
Il reticolo di sentieri che si incrociano nel parco rende possibili numerose alternative per raggiungere qualunque destinazione. Tuttavia il punto di partenza ideale per la salita sulla bellissima cresta della Serra di Crispo è il Santuario della Madonna del Pollino.
Questo per diversi motivi. Innanzitutto perché si evita un lungo percorso, che risulta inevitabile in caso di partenza da qualunque altro punto, quale ad esempio, il solito Colle dell’Impisio.
Secondariamente perché si ha l’occasione di visitare il Santuario, che è uno delle attrazioni più interessanti del parco e dintorni.
Il terzo motivo è che la quota del santuario (1548 m) consente di ridurre di molto il dislivello da superare, rendendo l’escursione un piacevole trasferimento, assai poco faticoso.
Infine è pur sempre un modo per esplorare maggiormente il parco, evitando di ripassare sugli stessi sentieri.
Il santuario è raggiungibile in auto tramite una strada asfaltata che sale da nord, con percorso tortuoso in mezzo al bosco. Chi alloggia dalle parti di San Severino Lucano, farà abbastanza presto. Se invece si parte da un punto più a ovest, o dal versante calabro, ci vorrà molto più tempo di quello necessario per raggiungere il Colle dell’Impiso.

Va detto che il tratto di strada che dal colle si dirige verso nord è molto gradevole e panoramica. Si incontrano cavalli al pascolo anche sulla strada stessa. Si ha una bella vista in tutte le direzioni e infatti la si individua molto bene una volta saliti al santuario.
Il santuario è in una bella posizione panoramica, con vista su tutti i principali rilievi del parco. Fu costruito nel XVIII secolo su una preesistente grotta, dove pare sia stata trovata una statua della Madonna. Nei dintorni, ma è controverso il punto esatto, si narra che vi sia stata un’apparizione della Vergine.

Ogni anno, in tarda primavera, la statua della Madonna viene trasportata qui in processione, da San Severino Lucano. In autunno succede il contrario. All’inizio di luglio invece si fanno tre giorni di canti e balli negli spazi circostanti.
Vicino al santuario c’è il rifugio Pino Loricato, dal quale parte il sentiero IPV4, che porta alla Serra di Crispo.
Il Piano di Jannace.
L’inizio del sentiero è dietro il rifugio ed è in leggera discesa. Anche in questo caso, come nel percorso verso il Monte Pollino, ci si trova prevalentemente in mezzo al bosco e questo consente di sopportare bene il caldo estivo.

Con un saliscendi, senza importanti dislivelli, si attraversa il Piano Porcaro e si arriva al bel Piano di Jannace, da dove si ha una prima vista della Serra di Crispo.

Durante il percorso si incontrano piante secolari e si attraversano alcuni torrentelli, quasi tutti in secca. Come già detto, le indicazioni ci sono, ma non sono posizionate in maniera da evitare dubbi sul percorso.
Nel Piano di Jannace è presente anche una sorgente, intorno alla quale, al solito, si raccolgono gli animali al pascolo.

Proseguendo, la vista della Serra di Crispo si fa sempre più dettagliata e si cominciano a leggere le sagome dei pini loricati. Prima di lasciare la bella e ampia radura, si incontra una seconda sorgente, detta Pitt’Accurc’. Contrariamente alla precedente, utilizzata dagli animali presenti, questa viene regolarmente utilizzata dagli escursionisti per riempire le borracce.
Dalla sorgente Pitt’Accurc’ il sentiero si fa più incerto. Un po’ perché gli escursionisti scelgono il percorso che preferiscono e un po’ perché, se non c’è un grosso calo di visibilità, tutta l’area è ben individuabile e perdersi è impossibile.

Approssimativamente ci sono due percorsi per salire sulla serra. Il primo devia subito verso questa a partire dalla sorgente. Questo è un po’ meglio individuabile. Il secondo percorso prevede di spostarsi ancora più a est e dirigersi verso la Porticella del Pollino, ovvero il primo punto dove il profilo della montagna si abbassa ed è facilmente raggiungibile.
Non c’è un punto preciso dove deviare verso la cresta. In ogni caso, dopo pochi minuti di salita, alcuni tratti di sentiero cominciano ad essere delineati.
Il Giardino degli Dei.
Appena si arriva a vedere oltre la collina, comincia lo spettacolo dei Pini Loricati che si stagliano contro lo sfondo della costa orientale, fino al Mar Ionio.

Si risale la serra con occhi estasiati e non si riesce a decidere quale inquadratura scegliere. Se la giornata è ottima, come quella che mi è capitata, non sarete soli. Il luogo è famoso e facilmente raggiungibile.
Questo non è un posto dove avere fretta. Fermatevi ad apprezzare bene tutti i punti e seguite per i vostri occhi la stessa regola che si usa per le riprese video. Se vi muovete in fretta, riguardando le riprese, vi verrà il mal di testa. Analogamente muovendovi in fretta non riuscirete a memorizzare bene quello che state guardando e ad apprezzare i dettagli.
I Pini Loricati sono una sorta di artisti della natura. Ogni pianta è diversa dall’altra e anche le piante morte continuano a dare spettacolo, quasi volessero insegnare come si fa a quelle più giovani.

Per il percorso di ritorno, se siete saliti dall’estremità est, come vi consiglio, potrete scendere dal sentiero diretto verso la sorgente Pitt’Accurc’. Probabilmente vi troverete ancora a camminare in mezzo a cavalli al pascolo, anche se nelle ore più calde hanno l’abitudine di rifugiarsi all’interno dei boschi. Per il resto potete seguire il percorso fatto all’andata.
Informazioni utili per la visita del Parco.
Potrete trovare utili informazioni per meglio pianificare le vostre escursioni sul sito istituzionale dell’Ente Parco del Pollino, dove troverete anche l’elenco dei punti vendita delle carte ufficiali. Per la verità, anche le librerie specializzate in viaggi, pur non presenti in questa lista, possono avere queste carte, delle quali vi suggerisco l’acquisto perché sono comunque piuttosto utili.
Organizzare il soggiorno.
Pernottamento.
Come detto, vi sono due possibilità. Scegliere una destinazione all’interno del parco, o molto vicina ai punti di inizio delle principali escursioni. Oppure optare per la parte calabrese, che richiede maggiori spostamenti per le escursioni, ma che è vicina all’autostrada e consente di potersi muovere più agevolmente per le altre attività (mare, rafting ecc.).
Quale scelta fare, dipende dalle vostre preferenze. Io vi consiglio una unica sistemazione nella posizione da voi preferita, da usare come base per tutte le attività in programma. Il parco e le aree limitrofe richiedono diversi giorni di attività e non mi sembra il caso di spostarsi in continuazione.
Anche la scelta fra bed and breakfast, appartamento o agriturismo, dipende da quello che vi piace. In questi luoghi un agriturismo è certamente indicato, ma anche poter andare in giro a cercare i locali tipici, per apprezzare la cucina locale, non è una cattiva scelta.
Dalla parte calabrese, con la praticità del casello autostradale vicino, posizione in paese e internet a volontà, se voi o i vostri figli non potete vivere senza, è una buona scelta Home Sweet Home. Dico subito che il nome non mi piace, perché lo trovo poco adatto ai luoghi, ma la sistemazione è ottima. Appartamento di tre camere con tutti i confort e giardino, vicino al centro di Morano Calabro che è interessante esso stesso.
Dalla parte lucana e proprio nel cuore del parco ho provato e consiglio la Masseria Senise. Posizione eccellente, tranquillità, facilità di parcheggio, camere ampie e ben ristrutturate, prezzi contenuti, ottimo cibo e personale gentilissimo.
Pasti.
Confesso che fra i tanti ristoranti e agriturismi, molto recensiti e spesso consigliati nell’area intorno al parco, ho fatto fatica ha individuare quello che mi attirasse veramente. Non ne ho provati molti e ce ne saranno sicuramente tanti meno conosciuti che potrebbero farvi assaporare pienamente i piatti tipici dei luoghi. Quello che ho riscontrato è che alcuni con buone recensioni su Tripadvisor, mi hanno deluso. Altri, resi famosi dalla puntata dedicata ai ristoranti del parco, della serie del solito Alessandro Borghese, ne hanno approfittato per alzare non poco i prezzi e forse accettare qualche compromesso in più con la loro cucina tradizionale.
Mi ripropongo di tornare dedicando più tempo a questo aspetto, rispetto alle escursioni vere e proprie. In ogni caso, se alloggiate in un agriturismo, vi consiglio di provare i piatti locali nella vostra struttura, che sicuramente saprà offrirvi una buona selezione di questi. Viceversa, fra quelli che ho provato, vi consiglio sicuramente un locale dove mi sono trovato per caso e dove tornerei sicuramente. Si tratta del Palias’ a Laino Borgo.
L’edificio dove si trova non potrebbe essere più anonimo e insignificante, ma il ristorante, nella sua semplicità, vi farà provare i sapori del luogo, con piatti squisiti della tradizione e oltretutto a prezzi convenienti. Solo il cosiddetto antipasto, che vi consiglio, ne è una ottima versione. Assaggerete il famoso peperone crusco, la melanzana rossa di Rotonda e quello che per molti sarà una sorpresa: l’aglio di Laino Borgo, che sto cercando di replicare.
AGGIORNAMENTO: purtroppo, per motivi personali, i titolari mi hanno detto che hanno dovuto ridurre gli impegni e pertanto il ristorante è a disposizione dei soli ospiti dell’albergo e solo a cena.
Se volete concedervi un pranzo in un ristorante e siete in zona, vi consiglio la Taverna delle Ghiande, proprio di fronte al casello autostradale di Campotenese.
Altro.
Considerazioni finali sul Parco del Pollino.
Non ero mai stato in questo bellissimo parco ed erano molti anni che non andavo in Calabria. L’impressione che ne ho tratto è di un luogo unico, dalla grande potenzialità, che andrebbe valorizzato. La mia impressione è che al momento non lo sia.
Già l’arrivo al Colle dell’Impisio, punto di partenza obbligato per molte escursioni, e non poter parcheggiare, ne è un semplice ma valido indizio. L’area andrebbe pubblicizzata. La viabilità migliorata. Servono parcheggi e strutture che invoglino i turisti, anche esteri, a venire fino a queste latitudini, senza fermarsi fra il Tirolo e il lago di Garda.
Sento spesso l’obiezione che prima di tutto occorre preservare l’aspetto naturale. Sono d’accordo, ma non si tratta di piazzare ovunque fast food, funivie e alberghi con piscina. Si tratta semplicemente di consentire al turisti di arrivare e poter lasciare l’auto dove serve. Se si vogliono evitare i parcheggi, sempre un po’ invasivi per un’area protetta, basta realizzarli dove non danno fastidio e prevedere delle navette. Mettere negozietti caratteristici, che vendono prodotti locali nei punti di accesso al parco, non si capisce che disturbo dia all’area protetta.
Possibile che si debba girare per ore a cercare un bancomat, in una zona dove fra l’altro si preferisce usare il contante. Possibile che si debba passare un’ora per fare venti chilometri, senza trovare una sola indicazione, in un’area dove anche i navigatori satellitari fanno fatica a trovare il segnale.
La segnaletica va migliorata e lo stesso per le cartine ad essa abbinate. Lo so, servono risorse, ma se non si parte, queste non ci saranno mai. Anche perché ne basterebbero solo una piccola parte, delle tante sprecate in stupidaggini tipo i banchi con le ruote, o altre analoghe.
AGGIORNAMENTO: escursioni in gruppo.
Molte persone mi hanno scritto chiedendo come partecipare a escursioni di gruppo. Così in occasione del mio secondo viaggio in questo luogo che mi affascina come pochi ho cercato di raccogliere alcune informazioni in proposito.
In sintesi diciamo che le escursioni sono organizzate prevalentemente dalle guide autorizzate del parco, dai centri rafting, che offrono anche questo servizio e da iniziative private. Per le prime, trovate la loro lista nel sito del parco alla sezione Guide Ufficiali. Molte di loro hanno un proprio sito e pubblicano il programma stagionale. Per questo e per altre attività date un’occhiata anche alla pagina “Riceviamo e Pubblichiamo“, sempre sul sito del parco, con molte iniziative di vario tipo. Se volete abbinare rafting ed escursioni, andate sul sito di Lao Rafting o quello di Pollino Rafting, ma ve ne sono altri. Fra i siti privati provate con Infopollino.
In generale la vostra struttura ricettiva potrà comunque darvi utili indicazioni.
Attività alternative alle escursioni.
Potete trovare altre indicazioni sulle attività alternative alle classiche escursioni che si possono fare in questa zona nell’articolo: Attività nel Parco del Pollino e nelle aree limitrofe, oltre le principali escursioni.
AGGIORNAMENTO: percorsi da fare in auto all’interno del Parco del Pollino.
Anche per questa attività ho avuto numerose richieste di informazioni. Ho quindi speso alcuni giorni girando per il parco alla ricerca di percorsi suggestivi da poter fare in auto. Ovviamente ve ne sono molti altri, ma ne ho descritti alcuni nell’articolo: Pollino in auto. 4 itinerari e altre indicazioni.
ma io vorrei visitare questi luoghi in auto, perchè non posso camminare perpiù di 200 metri. quindi vorrei girare in macchina. è possibile?
Ciao Salvatore.
Ovviamente la cima del Pollino e il Giardino degli Dei sono raggiugibili solo percorrendo a piedi i sentieri presenti.
In teoria, in auto si potrebbe arrivare alle radure ai piedi delle montagne, come il Piano di Gaudolino o il Piano di Vacquarro Alto, ma il transito è vietato.
Tuttavia, la strada che passa per il rifugio De Gasperi e il Colle dell’Impisio è molto bella, con lunghi tratti in mezzo ai boschi, dove si possono fare due passi.
Ti consiglio di provarla e soprattutto puoi salire al Santuario della Madonna del Pollino, da San Severino Lucano. Il posto è bellissimo e panoramico. Nei fine settimana estivi spesso c’è una bancarella che vende i formaggi locali.
Buon viaggio.
Ringrazio tantissimo per questa bellissima ed esauriente descrizione. Per la prima volta trovo una precisione del genere e meravigliosamente documentata in ogni particolare e “passo”. Certamente ne farò tesoro per la prossima escursione nella zona. E’ davvero un grande e utilissimo aiuto per chi si accosta al parco del Pollino. le sono molto grato e riconoscente! Don Olgierd
Don Olgierd
La ringrazio delle belle parole, che sono sempre gradite.
Spero di esserle stato utile, anche se nessuna descrizione è mai del tutto completa ed esauriente.
Non conoscevo il Parco del Pollino ed esplorarlo è stato un piacere e un’emozione.
Le auguro piacevoli escursioni.
Pierluigi Scarlatti
Visitare i luoghi che compongono la meraviglia del Pollino è una esperienza che segna.
Difficile trovare in altre aree tanta bellezza paesaggistica, cortesia degli abitanti, ottima cucina con prodotti tipici e …
Luoghi magnifici di innegabile bellezza e di avvincente magia.
Ottima accoglienza dai locali.
Cucina appetibile.
Ciao Giuseppe
Concordo con te, il bello non è solo nei luoghi, ma anche nella gente e nella cucina. Mi viene da dire che le persone continuano ad apprezzare le cose vere e semplici di una volta.
I motivi per andarci o tornarci ci sono tutti.
Pierluigi.
Salve . Mi potete consigliare un posto che si trovi nel pieno del parco dle pollino ? Dove poter alloggiare? dove potersi spostare esclusivamente a piedi , io porterò con me i miei due cani . Non avendo macchina avrei bisogno di alloggiare in un punto vicino ai diversi sentieri . Grazie mille
Ciao Alessandra e grazie di avermi scritto.
Ti esprimo anche la mia simpatia per la scelta di viaggiare con i tuoi cani. Attenzione però alle regole del parco.
Riguardo all’alloggio, purtroppo non mi indichi la stagione di tuo interesse, né se cerchi qualcosa vicino ai sentieri più interessanti, descritti nell’articolo, o semplicemente all’interno del parco, dove poter fare qualche passeggiata.
Cercherò comunque di esserti utile.
Se parliamo della bella stagione e ti interessano i sentieri più belli, potresti considerare il Rifugio Pino Loricato (tel. 3491495760), vicino al Santuario della Madonna del Pollino. Tieni presente che stiamo parlando di un rifugio di montagna.
Vicino al Colle dell’Impisio invece non mi risulta che ci siano strutture. A 1,5 km c’è il ristorante La Baita (tel. 3774507320). Non so se hanno anche camere, ma mi risulta che facciano parte della Locanda San Francesco, nel centro di Viggianello, che ritengo sia una buona scelta per alloggiare all’interno del parco, se cerchi una struttura più tradizionale.
Per trascorrere qualche giorno in un bel posto senza interessi particolari, ma dove muoversi a piedi, puoi provare il Rifugio Fasanelli, che organizza escursioni di tutti i tipi e in tutte le stagioni.
In tutti i casi devi preventivamente chiedere se sono accettati i cani, perché è un’informazione che non ho.
Nel sito del parco trovi un elenco di strutture ricettive di tutti i tipi.
Buon viaggio.