
La più selvaggia delle grandi isole delle Hawaii, con la sua quasi inaccessibile Na Pali Coast, dove la natura continua a comandare.
Kauai è un’isola dove sembra che sia stato fatto un patto fra uomo e natura. La parte est all’uomo e ai suoi insediamenti. La parte ovest alla natura che ha caratterizzato l’isola per milioni di anni. Qui si trova la stupenda Na Pali Coast, con le sue scogliere inaccessibili, solcate da innumerevoli cascate, che hanno attratto Steven Spielberg per alcune scene di Jurassic Park.
Ma la natura selvaggia dell’isola è stata scelta per girare numerosi altri film, come King Kong, Hook – Capitan Uncino, I Predatori dell’Arca Perduta e ovviamente non poteva mancare Avatar.
La verità è che su Kauai non c’è molto da dire, perché è bella e basta.
Cominciamo.
Kauai è meno famosa delle altre grandi isole delle Hawaii. Niente vulcani attivi, come a Big Island. Non ci sono cime di vulcani spenti, con i loro spettacolari panorami di sommittà. Manca l’atmosfera gradevole di Maui, che ti fa venire voglia di vivere lì. I centri abitati sono piccoli, con nulla di più che l’essenziale. Nulla a che vedere con la mitica Honolulu, che affascina molti viaggiatori, per il suo mix di moderno e esotico, con tutti i confort della modernità in un ambiente da paradiso tropicale.
A Kauai non c’è nulla di tutto questo. Ci sono diverse belle spiagge, ma fra correnti e onde pazzesche, o scarsità di servizi, non sono niente di speciale. Ma allora perché andarci?
La risposta è: perché a Kauai c’è la Na Pali Coast.
La Na Pali Coast.

La costa ovest dell’isola è uno spettacolo della natura, pur essendo una catena montuosa non molto alta, dal momento che il punto più alto dell’isola, il monte Kawaikini, non arriva a 1600 m. Peraltro non è sulla costa, ma si trova circa al centro di Kauai. La Na Pal coast non ha delle vere cime, ma somiglia più a una muraglia rocciosa a picco sul mare. Vista dal mare appare come una parete completamente verde, solcata da cascate di tutte le misure. Le rocce infatti, grazie alla forte umidità, sono completamente ricoperte di vegetali, che hanno attecchito anche su pareti nude pressoché verticali.
Le pieghe e le spaccature deviano le acque formando pozze e cascatelle in successione, oppure creando geometrie spettacolari. Il limite è purtroppo che tutto questo è ammirabile solo dal mare, dove non c’è una striscia percorribile a piedi. Pertanto gli unici modi per vedere questo spettacolo sono da un’imbarcazione o da un elicottero.
Volo in elicottero.

Io ho scelto questa opzione e non me ne sono pentito. Il pilota si infila in mezzo alle pieghe delle montagne e si ferma nei punti più spettacolari, consentendo a tutti di ammirare lo spettacolo. Consiglio vivamente di non rinunciare a questa possibilità e di scegliere la soluzione con velivolo senza porte. Sembra pericoloso, ma non lo è affatto. Si è infatti saldamente allacciati al sedile con le cinture di sicurezza e in cambio si può vedere e fare riprese senza ostacoli. Le riprese non vi deluderanno, mentre le foto saranno inevitabilmente mosse, anche se in misura assai diversa le une dalle altre. Le immagini più belle rimarranno impresse nella vostra mente, più che nei file che porterete a casa.
Un altro limite è la forte umidità che crea spesso ammassi nebbiosi che coprono parte della parete, soprattutto vicino alla cima. Come sempre un po’ di fortuna può essere di grande aiuto.
Il giro di solito parte dall’estremità sud della costa e la percorre tutta. Poi prosegue spostandosi verso est e qui si trova la splendida cascata di Wailua falls, riprodotta in testa all’articolo. Nel punto dove si trova si può arrivare anche in auto, ma la vista dall’alto è più spettacolare. Merita comunque vederla da vicino. Per andarci, arrivate a Hanamaulu e imboccate la 583. La troverete dopo circa 7 km.
Per prenotare il volo, vi consiglio il seguente Giro in elicottero a Kauai, con raccomandazione di scegliere la versione di maggiore durata, che consente di godersi pienamente lo spettacolo.
Il Kalalau Trail.
L’unica possibilità per ammirare la Na Pali Coast via terra è il Kalalau Trail. Un percorso di 11 miglia che consente di visitare da vicino il massiccio roccioso della costa ovest di Kauai. Parte dall’estremità nord di questa e si addentra fino circa alla metà. Il resto è inaccessibile. Per percorrerlo tutto occorre percorrere in totale 35 km e la cosa non è fattibile in giornata, ma per dividere il percorso, ci sono diversi campeggi.

Il sentiero parte da un punto sulla costa appena a ovest di Wainiha. Non si può sbagliare perché è ben segnalato. Il percorso è quasi tutto sul fianco delle scogliere, ma non vi sono tratti esposti o pericolosi fino a Hanakapi’ai Beach. Quasi sempre si hanno delle belle viste su un ampio tratto della costa. La vegetazione non manca, ma solo a tratti si è all’ombra, per cui occorre portarsi acqua in abbondanza e protezioni dal sole.

In un’oretta si arriva a Hanakapi’ai Beach, che si vede dall’alto subito prima di arrivare. La spiaggia è ampia e spesso c’è molta gente. Purtroppo questa parte delle coste di Kauai sono caratterizzate da forti correnti. Il bagno è sicuramente da evitare. Se ne siete tentati, sappiate che i morti per annegamento in questo punto si contano a decine, se nel frattempo non si è arrivati al centinaio.
Hanakapi’ai Falls.
Da qui si può proseguire verso l’interno, seguendo il corso del torrente che ha creato la spiaggia. Ancora circa un’ora e si arriva alle Hanakapi’ai Falls. Il posto è molto bello e tranquillo, se non c’è troppa gente. In pratica si arriva alla fine del letto del torrente, davanti a un anfiteatro naturale pieno di vegetazione. Qui l’acqua cade dall’alto, formando una bella cascata, in un ambiente molto fresco, che fa recuperare le energie spese per il caldo sofferto all’andata.

Per arrivare fino a qui e tornare indietro basta una mezza giornata o poco più. Percorrere l’intero sentiero invece richiede più giorni, specialmente se non si vuole correre come matti e ci si ferma ad apprezzare le bellezze dei luoghi. Io non avevo questo tempo e sono tornato indietro. Chi ha proseguito dice che ci sono diversi punti veramente spettacolari.
Waimea e Waimea Canyon.
A sud ovest di Kauai troviamo la cittadina di Waimea. Di per se poco importante e senza nessuna attrattiva particolare, se non fosse per due aspetti. Il primo è che lì vicino si trova il punto dove il capitano Cook approdò alle Hawai nel gennaio del 1778. Il secondo è che da qui parte il Waimea Canyon, risalendo il quale si arriva al Kōkeʻe State Park, dal quale si ha una bella vista sulla Na Pali Coast, questa volta dall’entroterra.
L’approdo di Cook.
Le due navi di Cook avvistarono le Hawaii alla fine del 1777 e furono avvicinate dalle imbarcazioni dei nativi vicino alla foce del fiume Waimea. L’accoglienza iniziale fu positiva, anche perché gli hawaiani erano interessati ad avere del ferro che non trovavano sull’isola. Purtroppo, nonostante le raccomandazioni di Cook, l’arrivo degli europei portò a una rapida diffusione delle malattie veneree.

Anche al capitano le isole non portarono fortuna. L’anno seguente infatti, nel corso del secondo viaggio in questo arcipelago, questa volta a Big Island, dopo una calorosa accoglienza e una serena ripartenza, fu costretto a tornare a causa del pessimo tempo. Questa volta però gli abitanti non furono felici di cedere le già scarse risorse che avevano e ci furono dei contrasti, durante i quali Cook fu accoltellato e morì per le ferite ricevute.
Per chi non lo sapesse, l’isola principale delle Hawaii aveva proprio questo nome (Hawaii), che fu assegnato anche a tutto l’arcipelago. Per evitare confusione fra l’isola e quest’ultimo, oggi l’isola maggiore viene normalmente chiamata Big Island. Trovate questa e altre curiosità nell’articolo: Scoperte viaggiando. Curiosità, particolarità, rarità nel mondo. Cook aveva chiamato l’arcipelago isole Sandwich, in onore dell’omonimo conte, famoso anche per aver dato il nome all’altrettanto famoso panino.
In ricordo del capitano Cook, è stata eretta una statua nel centro di Waimea, anche se non pare suscitare molto interesse.
Kōkeʻe State Park.
Da Waimea, risalendo il canyon del fiume omonimo, si arriva al Kōkeʻe State Park. Durante il percorso la strada sale sempre di più, con begli scorci sul canyon. Alla fine si arriva al punto panoramico che consente una vista dall’entroterra della Na Pali Coast. Purtroppo la zona è assai umida e capita spesso che la vista sia schermata da imponenti nebbioni. A me è successo così, se ci andate, spero che siate più fortunati.

La strada finisce al Kalalau Lookout, a circa 1250 m di altitudine, sul bordo di una valle che squarcia la Na Pali Coast. La vista copre tutta la valle e il mare davanti. Per rientrare si deve percorrere la medesima strada a ritroso.
Il percorso lungo il fiume Wailua.
L’antico nome definiva il fiume “il grande sacro“. Pare infatti che sulle sue rive si affacciassero ben nove templi. In un punto delle sue sponde si trovano le cosiddette “sacre pietre“, dove si narra che partorissero le regine del luogo. Oggi il letto del fiume costituisce un’attrazione turistica, che offre la migliore soluzione con una combinazione di escursione a piedi e tratto in kayak.
Uno dei punti più visitato è il Fern Grotto, una caverna scavata da una cascata, circondata da felci. Sembra che queste piante siano state decimate dagli uragani, ma resta il fascino di una cavità naturale mascherata dalla vegetazione.
Una caratteristica della grotta è la sua acustica. Sapete come le geometrie degli ambienti chiusi ne condizionino molto queste prestazioni. Anche forme simili, possono portare a esiti assai diversi. Così alla pessima acustica del Colosseo romano, si abbina quella ottima dell’Arena di Verona. Se vi è capitato di visitare il battistero della famosa Piazza dei Miracoli di Pisa, probabilmente vi avranno fatto apprezzare gli incredibili effetti dell’eco prodotto al suo interno, che sale di tonalità, dando l’illusione che vi sia un coro. Al contrario, altri edifici con cupole simili, producono solo fastidiosi rimbombi. La Fern Grotto ha un’acustica gradevole, che viene spesso attivata dal suono della chitarra hawaiana delle guide turistiche.
Il percorso, sia a piedi che in kayak, avviene in uno splendido paesaggio naturale dove non mancheranno le cascate, molto presenti in questa parte dell’isola.
Il tipo di percorso e la combinazione camminata più kayak, rendono sicuramente consigliabile affidarsi a un tour organizzato, anche per evitare di perdersi o saltare qualche punto caratteristico. Un’ottima scelta è questo Tour del fiume Wailua.
Pernottamento.
Per la visita dell’isola, come quasi sempre negli USA, vi consiglio di prenotare un’auto a noleggio e muovervi in autonomia. Per l’alloggio, come sempre, dipende dalle preferenze, ma io vi consiglio una sistemazione con cucina, sempre per la massima autonomia. Una buona scelta è il Kalaleo Inn. Hanno varie soluzioni, per tutte le esigenze e sono in posizione abbastanza baricentrica per tutte le destinazioni dell’isola.
Altro sulle Hawaii.
Per altre informazioni sulle Hawaii potete leggere l’articolo di informazioni generali. Oppure direttamente l’articolo: Tre giorni a Maui, l’isola di Lindbergh.
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