
Guida al viaggio da Adelaide a Melbourne, con la scenografica Great Ocean Road e poi la Tasmania e Kangaroo Island.
Un percorso in auto lungo la scenografica costa sud del continente, con visita delle due splendide isole: Kangaroo Island e la Tasmania.
Tre mete fra le più ambite, in un unico giro, quasi completamente fai da te.
Cominciamo.
Il viaggio proposto comincia da Adelaide. Ovviamente potrebbe essere percorso al contrario senza significative differenze. In questa città si può arrivare anche via terra, ma è da preferirsi l’aereo perché non vi sono luoghi interessanti nei dintorni, se non appunto lungo la costa in direzione Melbourne.
In realtà questa città non ha niente di particolarmente interessante, sopratutto rispetto alle tante cose che si possono fare e vedere nei dintorni. Consiglio di usarla solo come base di partenza. La prima vera meta è Kangaroo Island.
Kangaroo Island
L’isola è sufficientemente piccola da essere visitata in due o tre giorni, ma certamente non così tanto da essere girata a piedi. Vi sono dei pacchetti organizzati con varie soluzioni di visita, ma io consiglio di girarla in piena autonomia. Vi sono luoghi che potrete visitare solo in questo modo e inoltre sarete liberi di scegliere le vostre mete.
Come muoversi.
Servirà pertanto un’auto per muoversi sull’isola. Il traghetto potrebbe consentirvi di portarvi quella che in ogni caso vi servirà per percorrere la costa fino a Melbourne, ma per soli due giorni non ne vale certamente la pena. Consiglio di prenotare un’auto presso Budget, che ha un ufficio a Penneshaw, presso gli uffici della Sealink, che gestisce la linea di traghetti. Quest’ultima potrà anche fornirvi in un’unica prenotazione sia il trasferimento da Cape Jervis (il porto vicino a Adelaide), che l’auto per i due giorni sull’isola. Volendo vi possono offrire anche dei pacchetti tutto compreso, con escursioni organizzate e prenotazioni alberghiere e altre soluzioni. Per conoscere le loro proposte Sealink.
Il mio consiglio è di prenotare con loro solo traghetto e auto (la troverete al vostro arrivo al porticciolo) e scegliere l’alloggio in piena autonomia. Una volta liberi di muovervi non avrete bisogno di altro.
Pernottamento.
Per l’alloggio consiglio il Wanderers Rest Of Kangaroo Island. Struttura semplice, ottima posizione, stanze di solito vista mare, staff sempre disponibile e ambiente amichevole e informale. Probabilmente la sera vi proporranno di andare nel loro giardino con una torcia a cercare i Wallaby che gironzolano intorno. Ne troverete diversi mentre cercano di mangiarsi qualcosa e vi fisseranno quasi si sentissero colti sul fatto. L’albergo dispone di un buon ristorante a prezzi ragionevoli.
Organizzare il soggiorno.
Per arrivare a Cape Jervis da Adelaide, non dovete fare altro che prenotare il trasporto in bus con la solita Sealink. Controllate sul loro sito i SeaLink Coach Services.
Appena in possesso dell’auto, vi consiglio una sosta al vicino Visitor Centre, che potrà esservi molto utile sulle cose da fare e da vedere. Soprattutto gli orari, ma anche altre cose possono cambiare rapidamente e avrete informazioni aggiornate. Lo trovate a 1 km dal porticciolo, sulla strada principale che conduce a Kingscote. Per esempio, quando sono andato io, seppi con sorpresa che quasi tutto chiudeva fra le 17 e le 18.
Fate un programma di quello che vi interessa e tenete presente che l’isola è più grande di quello che può sembrare. Nel senso della lunghezza arriva a 150 km e le strade non seguono la linea d’aria. Fra l’altro molte sono un po’ sconnesse e mi sento di consigliare un fuoristrada, anche se si può fare tutto con un’auto normale, come ho fatto io. Non è che non si possa fare ugualmente. Il fatto è che occorre procedere molto lentamente, sulle molte strade sterrate che troverete.
Seal Bay
La prima attrazione che consiglio è andare a vedere i leoni marini a Seal Bay, sulla costa sud dell’isola. Vi sono delle passerelle che consentono bellissime viste sulla spiaggia dove soggiornano gli animali e si può scendere sulla spiaggia, andando anche molto vicino agli animali. La discesa sulla spiaggia è consentita solo accompagnati da una guida e in piccoli gruppi. Il parco merita sicuramente.
Kangaroo Island Wildlife Park
Altra visita naturalistica da non perdere è il Kangaroo Island Wildlife Park. Lo trovate a 2,5 km dopo Parndana, in direzione ovest. Il parco è molto istruttivo e divertente. Consiglio di andarci in maniera da essere già lì all’apertura, perché hanno diverse attività per i turisti, previste in diversi orari. Potrete dare da mangiare a canguri e wallaby, direttamente dalle vostre mani. Non temete sono molto delicati, sentirete solo il solletico. Potrete prendere in braccio un koala che vi sembrerà un peluche. Stessa cosa con i wombat. Potrete vedere da vicino pinguini, pellicani, dingo, pappagalli, rettili e altri animali. Il bello di questo parco è che è studiato per consentire un contatto il più diretto possibile con gli animali.
Flinder’s Chase National Park
Terzo luogo da visitare è il Flinder’s Chase National Park. Questo è in realtà una vasta area dove si possono vedere varie cose. Si entra infatti in auto tenendo il biglietto sul cruscotto. Una prima meta potrebbe essere il vecchi faro. Si deve andare all’estremità sud ovest dell’isola. Il promontorio è molto fotogenico. Nei dintorni del faro sono stati realizzati diversi percorsi pedonali con bellissime viste sulle scogliere e verso il mare.

Spingetevi fino all’estremità del promontorio per ammirare lo stupendo Admirals Arch, un arco naturale in un’area frequentata dai leoni marini. Non perdetevi le Remarkable Rocks, una formazione rocciosa modellata degli agenti atmosferici, che attira non pochi turisti per le foto di rito. La trovate sulla costa circa mezzo chilometro a est del faro.

Più a nord, vicino alla costa ovest, merita sicuramente la Snake Lagoon. Non tanto per questa, ma piuttosto perché da lì parte lo Snake Lagoon Trail, un sentiero molto gradevole che porta a una spiaggia appartata alla foce di un torrente che è veramente carina. Il percorso richiede circa 45 minuti da ripetersi al ritorno, ma il premio finale li giustifica tutti.
Il tutto è noto ai turisti e potrete trovare recensioni su Tripadvisor e video su Youtube, ma avrete comunque una discreta probabilità di trovarvi sulla spiaggia da soli. Uno dei luoghi che ricordo con maggiore piacere. Peccato che l’acqua sia un po’ freddina. Per arrivare alla Snake Lagoon si devono percorrere 8 km di strada sterrata, ma vi ripeto che ne vale assolutamente la pena.
Se vi fermate solo una notte, come ho fatto io, non vi resterà tempo per fare altro. Se invece avete un’altro giorno l’isola ha ancora altre cose da offrirvi. C’è un centro per il recupero dei rapaci e diversi altri parchi dove potrete ammirare la fauna locale.
In alternativa, per la visita di Kangaroo Island, potete prenotare una due giorni in piccoli gruppi con Getyouguide. Questa è una ottima soluzione per chi teme un po’ il completo fai da te, o comunque preferisce muoversi in gruppo.
Adelaide.
Per il rientro dovrete semplicemente rifare al contrario tutti i passaggi fatti all’andata. Ad Adelaide, come detto, la cosa migliore è scegliere un albergo che sia comodo al punto prelievo, a meno che la Sealink non passi a prendervi dove alloggiate. Visto che partirete presto e tornerete tardi, potrete prevedere di dormire nel medesimo hotel la notte prima del giro sull’isola e quella dopo. In questa maniera potrete lasciare i bagagli principali e fare l’escursione con un piccolo bagaglio a mano.
Io feci così e alloggiai al BreakFree Directors Studios, in Gouger Street. Lo scelsi per la posizione comoda sia allo shuttle della Sealink, che aveva un punto di prelievo proprio di fronte, sia perché a pochi minuti a piedi c’era l’ufficio dell’autonoleggio che avevo prenotato per la ripartenza. L’hotel è uno dei più attrezzati che mi ricordi nella sua fascia di prezzo e il personale veramente cordiale e disponibile. In camera di solito c’è frigo, microonde, macchina per il caffè e tavolo dove si può anche mangiare. Bagno perfetto. Il tutto a meno di 100 euro.
Come detto, sono stato ad Adelaide praticamente in transito, arrivando tardi e partendo presto e pertanto non ho indicazioni da darvi per altre cose, compreso dove mangiare.
Sulla costa sud.
Per il proseguo del viaggio dovrete aver prenotato un auto. Come detto, scegliete un posto comodo che non vi obblighi a prendere taxi o altro. Come auto, questa volta consiglio un modello il più semplice e meno costoso disponibile. La strada è ottima e mi sembra inutile spendere di più, a meno che non siate in gruppo.
Il primo tratto del percorso è piuttosto noioso, con grandi superfici erbose e molti animali al pascolo, sia mucche che pecore. Anche il paesaggio è monotono. Ci sono anche grandi piantagioni di alberi da legno.
Il percorso per Melbourne diretto potrebbe anche essere fatto in un giorno, ma si salterebbe il motivo per cui vale la pena di spostarsi in auto e cioè la stupenda Great Ocean Road. Quindi va previsto un pernottamento intermedio. Potete sia prenotarlo dove più vi piace, sia guidare liberi fino dove avrete voglia. Un motel lo troverete sicuramente. Il problema è che spesso si finisce con il prendere quello che capita, magari perché si è fatto tardi e si perde tempo a fermarsi e vedere le strutture. In ogni caso il luogo più adatto è fra Portland e Warrnambool.
Nelle stazioni di servizio hanno delle cartine dettagliate del tratto fra Adelaide e Melbourne, che vi potranno essere utili. Anche se si utilizza un navigatore è sempre meglio sapere dove ci troviamo e poter pianificare eventuali deviazioni.
Great Ocean Road.
Dopo Warrnambool in pratica comincia la Great Ocean Road, che merita di essere definita una delle strade costiere più spettacolari del mondo. Andando verso est comincia lo spettacolo dei faraglioni e ci si trova a fermarsi continuamente per ammirarli e immortalarli in foto e video. Sono la conseguenza del progressivo sgretolarsi della costa sotto l’azione delle onde del mare. L’erosione fa arretrare la linea costiera, ma lascia delle porzioni della vecchia costa, che rimangono isolati in mezzo all’acqua. Il tutto è in continua evoluzione.
Nel 1990 crollò quello che era indicato sulle carte turistiche come il London Bridge. Una piattaforma che collegava un faraglione alla costa. Pare che un paio di turisti siano rimasti bloccati sul faraglione finché non sono stati recuperati in elicottero. Oggi resta solo il faraglione. Lo troverete all’inizio del tratto panoramico, venendo da ovest.
Subito dopo troverete l’Arch, ovvero appunto un arco naturale. Si arriva infine ai famosissimi Dodici Apostoli. Spettacolo della natura, riprodotti ovunque, dai poster alle copertine dei quaderni scolastici, sui muri o sui tessuti. Non che siano proprio dodici, ma il nome è certamente di effetto.
Great Otway National Park.
Dopo Princetown la strada si allontana dalla costa. Arrivati a Lavers Hill non dimenticatevi di girare a destra verso Apollo Bay. La strada si riporterà verso la costa che lambirà dopo circa 16 km da Lavers Hill. Dopo circa altri 15 km troverete a destra una strada che porta al faro di Cape Otway, come è indicato al bivio. Imboccatela e potrete attraversare il Great Otway National Park.
L’area è coperta di alberi, sopratutto eucalipti. Procedete lentamente e, compatibilmente con la guida, tenete gli occhi puntati verso l’alto. Prima o poi comincerete a vedere dei koala aggrappati ai rami più alti degli alberi. Il difficile sta nel fatto che sono animali piuttosto statici e si muovono poco, ma se farete attenzione ne vedrete diversi.
Se vi fermate e vi addentrate nella vegetazione per vederli meglio, fate attenzione perché in Australia ci sono serpenti ovunque. Non che ne vedrete in continuazione, anzi probabilmente non vedrete affatto, ma è meglio che siate prudenti, guardando sempre dove mettete i piedi.
Esplorate finché avete voglia e poi tornate sulla strada principale e proseguite verso Melbourne. Avvicinandovi alla città, soprattutto intorno a Anglesea, troverete diverse spiagge frequentate da appassionati di surf.
Melbourne.
Arrivati a Melbourne, se come ho fatto io, prevedete di ripartire la mattina dopo con un volo per la Tasmania, vi conviene alloggiare in prossimità dell’aeroporto, in uno dei soliti alberghi sempre presenti nei dintorni dei grandi scali.
A seconda dell’orario di ritiro della vostra auto, potrete prevedere di consegnarla al vostro arrivo a Melbourne o la mattina dopo direttamente in aeroporto. Probabilmente non avrete vantaggio a consegnare la sera prima perché le compagnie di autonoleggio fanno pagare i multipli di 24 ore o frazioni. Se il ritiro è avvenuto al mattino, tanto vale riconsegnare al mattino dopo, prima della partenza del volo. In questo modo non vi servirà lo shuttle dell’albergo. Oltretutto avrete piena libertà per spostarvi per la cena.
A questo proposito, potete andare in uno dei numerosi locali di Williamstown. Non è molto lontana e non necessita un complicato attraversamento della città. La zona è turistica e piena di ristoranti, alcuni dei quali con bella vista sul centro di Melbourne. Questo è comunque ben visibile passeggiando sul lungomare. Sicuramente uno dei luoghi più adatti per una cena in transito.
La Tasmania.
Al mattino successivo consegnate l’auto in aeroporto e prendete il volo per Hobart. In poco più di un’ora di volo sarete in Tasmania, l’isola stato all’estremo sud del paese.
Per visitare l’isola servono almeno tre pernottamenti, perché è piuttosto grande e solo per spostarsi serve tempo. In questa maniera avrete due giornate piene da dedicare alle attrazioni principali. Se decidete di visitare anche il nord, la notte intermedia è meglio passarla da quelle parti per non spendere tutto il tempo in auto. Per esempio va bene Launceston, dove mi sono fermato anch’io. Se invece vi limiterete al centro sud dell’isola allora potrete rimanere tre notti a Hobart. Per l’ultima notte è comunque sempre meglio restare non lontano dall’aeroporto.
Vi ricordo che la Tasmania è più grande di quello che sembra e il territorio è tutto montuoso, con conseguenti strade piene di curve. Io ho girato un po’ tutta l’isola e visitato diversi parchi, ma personalmente ritengo che alcuni non giustifichino i tanti chilometri da percorrere per andarci.
Uno di questi è il Cradle Mountain-Lake St Clair National Park. Dichiarato patrimonio dell’Umanità, dall’Unesco è certamente un bel posto, ma è un luogo come ce ne sono molti altri anche dalle nostre parti. Diciamo che è la classica area di montagna con boschi e laghi.
Anche la parte est dell’isola, con centri come Queestown, non sono niente di che. Talvolta si trovano belle viste, ma in generale il paesaggio non stimola più di tanto e a volte è noioso, come l’area deturpata dalle ex miniere di rame.
Strahan è carina, con una bella laguna, ma il discorso è sempre lo stesso: non giustifica il tempo passato a far chilometri lungo un percorso tutto di curve.
Il mio consiglio è di spendere le due giornate piene per le due parti decisamente più belle dell’isola, che sono i due National Park di Mt Field e Freycinet.
Mt Field National Park.
Nel primo c’è un bel percorso, subito dietro il centro visitatori, che consente di ammirare gli alberi giganti, soprattutto eucalipti. Non me lo aspettavo, ma ve ne sono alcuni che si avvicinano alle grandi sequoie californiane. L’attrazione principale sono le Russel Falls, cascate alte 40 m, anch’esse facilmente raggiungibili in qualche decina di minuti di cammino.
Il percorso è facilitato da passerelle e scale (anche troppe) e attraversa torrentelli e cascatelle. Proseguendo in auto lungo la strada sterrata che sale più in alto, si arriva a piccola diga di ciottoli che delimita un lago. Lì c’è un bel sentiero che porta a una cima molto panoramica. Le indicazioni prevedono due ore, ma ne bastano meno per andare e tornare. In ogni caso sono spese bene, per chi ama camminare in montagna.
Freycinet National Park.
Il secondo parco è un vero gioiello. Basta salire sulla cima del monte che separa Cole Bay da Wineglass Bay per ammirare dei panorami fra i più belli che si possono vedere. Dopo aver superato il centro visitatori e pagato l’ingresso (biglietto da esporre sull’auto), proseguite percorrendo tutta Cole Bay. Arrivate ai parcheggi e lasciate l’auto. La salita è resa un po’ faticosa dalle molte rocce che rendono il percorso a gradoni. Alcuni punti sono su lastre piuttosto lisce, ma si superano senza problemi.
Io incontrai anche un ragazzo che era salito con le ciabatte infradito. Incosciente, ma prova della mancanza di vere difficoltà. I tempi indicati sono di 3 ore andata e ritorno e sono facilmente rispettabili per chi non ha problemi fisici. Dalla cima, ma anche dalla forcella, si vede la splendida spiaggia di Wineglass Bay e il promontorio che c’è dietro.
Se avete tempo, potete fare il giro a piedi del promontorio e arrivare alla spiaggia che vedevate dall’alto. Io non ne avevo e mi dispiace perché si presenta molto bene. Vi serviranno circa sei ore, più il tempo della sosta. Fate i conti giusti.
Tasman Peninsula.
Invece cercate di trovare il tempo, magari il giorno di arrivo se avete il volo al mattino, per fare un giro alla Tasman Peninsula. Ci sono alcune attrazioni molto interessanti a distanza ravvicinata. Cercate di non perdervele. La prima è la Devils Kitchen, con il Tasmans Arch, un punto della costa dove la natura si è decisamente sbizzarrita a creare formazioni spettacolari. Archi e grotte si rubano lo spazio. Il nome probabilmente deriva dai rumori che si sentono dall’alto a causa dell’azione delle onde del mare. Un percorso pedonale aiuta a vedere il tutto da diverse angolazioni.
La seconda è la Tesselled Pavement, all’estremità nord di Pirates Bay. Una curiosa formazione che sembra proprio un pavimento, ma invece è naturale. La regolarità dei tasselli disposti perfettamente allineati è sorprendente. In effetti i tipi di formazione sono due. La prima presenta le superfici dei tasselli rettangolare in leggera depressione. Si forma dove la superficie si asciuga regolarmente e lascia che il sale corroda la superficie. La secondo è tipica invece dell’azione delle onde, dove la superficie non riesce ad asciugare.
La terza è il Blowhole, un’apertura nelle rocce che consente al mare di infilarvisi sotto e uscire soffiando dall’altra parte. La si può vedere vicino alla strada all’estremità sud di Pirates Bay.
Poco più a sud c’è la Waterfall Bay, un tratto della costa con alcune belle cascatelle di acqua. Una stradina sterrata parte dal piccolo centro abitato, posto quasi a metà di Pirates Bay e porta al punto di osservazione, su uno sperone sporgente.
A questo punto non vi resta che tornare a Hobart e prepararvi a lasciare la Tasmania.
Pernottamenti e pasti.
Per i primi consiglio il Custom House Hotel, nel centro di Hobart. Si tratta di un vecchio edificio risistemato, in eccellente posizione proprio davanti al porto della città. Il personale è ottimo e, se non è cambiato nel frattempo, anche simpatico. Anche se l’edificio è vecchio, la struttura è ben curata.
Altro aspetto positivo è l’ottima colazione e il fatto che l’albergo ha un proprio ristorante che merita esso stesso di essere consigliato. Io ho provato questo e un altro fuori Hobart e consiglio questo. Ottimo pesce a prezzi ragionevoli. Non fatevi tentare dalle slot machine della sala giochi annessa. Vicino ci sono dei parcheggi pubblici che consentono di lasciare l’auto dalla sera alla mattina, senza pagare nulla.
Informazioni.
Per informazioni generali potete leggere la pagina dell’Australia.
Grazie.
Preciso, un’ottima recensione.
Grazie
Grazie a te Maurizio.
Credo che la qualità di un articolo dipenda molto dal ricordo dei luoghi di cui si parla.
Del sud dell’Australia ho ricordi splendidi.
Se avrai voglia e occasione, non esitare a farmi sapere i tuoi.
Pierluigi