
Esplorazione della terra degli Edomiti, Nabatei e Romani. Un giro di una settimana con auto a noleggio, in completa autonomia.
Cominciamo.
Erano veramente molti anni che avevo in mente di organizzare un giro della Giordania, possibilmente in auto. La prima volta che l’ho proposto a mia moglie ho ricevuto un secco rifiuto. “Guidare in un paese arabo? Assolutamente no.” Non ho insistito e ho pensato alle alternative. Ci sono ottimi tour organizzati che ho indicato più avanti e si possono visitare le stesse cose. Un po’ di giorni dopo, sempre mia moglie, mi ha detto che da quanto aveva letto la cosa si poteva anche pensare. Alla fine non ha fatto obiezioni e il viaggio ha preso forma.
Giordania fai da te. Luoghi visitabili e itinerario di massima.
Come è evidente, l’uso dell’auto consente una forte personalizzazione del viaggio, per cui vi indicherò in linea di massima le cose che si possono fare e alcuni possibili percorsi.
Luoghi visitabili.
La Giordania è un paese ricco di monumenti uno più bello dell’altro, ma le cose veramente interessanti sono visitabili in circa una settimana. In questo tempo si possono mettere in programma i seguenti luoghi di interesse:
- Petra,
- Piccola Petra,
- Wadi Rum,
- Jerash,
- la strada dei Re,
- le attrazioni principali di Madaba,
- Mar Morto,
- Monte Nebo,
- Cittadella e Teatro Romano di Amman,
- castello di Ajloun,
- Umm Qais,
- castello di Shobak.
Fermo restando che ogni giorno in più o in meno comportano aggiunte o eliminazioni e che i ritmi di ognuno sono soggettivi, in una settimana dovrebbero restare esclusi:
- Aqaba,
- il luogo del Battesimo,
- le altre attrazioni di Amman,
Oltre ovviamente a tutte le destinazioni minori non citate.
Itinerario di massima.
Le possibilità sono diverse anche perché si può prevedere di arrivare ad Amman e rientrare da Aqaba (o viceversa) e fare un tragitto che non richieda di ripetere nel verso opposto lo stesso percorso. Non è però detto che questa sia la soluzione migliore. Intanto il ritorno si può fare percorrendo una strada diversa, per esempio la strada dei Re, all’andata e quella del Mar Morto al ritorno, o viceversa.
Inoltre ritengo che il doppio scalo possa facilmente portare a condizionamenti per la scelta dei voli e per il noleggio dell’auto, ma sono valutazioni soggettive, secondo le condizioni che si trovano al momento di prenotare, oltre alle preferenze personali.
Io ho scelto un percorso apparentemente poco logico, ma che ho preferito per alcune condizioni che mi ero imposto, come quella di non trovarmi a Petra nel fine settimana, oltre a migliori condizioni che ho trovato per voli e noleggio auto.
In linea di massima, ritengo che in una settimana non sia da prevedere di arrivare fino a Aqaba. Oltretutto è una città che valuto di scarso interesse. Anche per fare un tuffetto dalla barca ci sono tanti altri luoghi molto più belli.
La stessa strada del Mar Morto non è interessante come quella dei Re, che già è interessante solo in alcuni tratti e con le principali località di interesse attraversate che non richiedono di percorrerla tutta o quasi.
Il mio consiglio è di partire da Amman, che offre molte più possibilità di scelta dei voli. Ritirare l’auto in aeroporto e dirigersi subito a Madaba dove prevedere il primo pernottamento. NON, e ripeto NON prendete nemmeno in considerazione l’ipotesi di guidare nell’area urbana di Amman. Io l’ho fatto e mi sono accorciato la vita.
Visitate Madaba e poi dirigetevi verso il Monte Nebo. Proseguite fino alla strada principale proveniente da Amman, che vi porterà lungo le rive del Mar Morto. Risalite lungo la strada panoramica fino al belvedere e poi proseguite fino a tornare sulla strada dei Re.
Percorretela fino a Wadi Musa (Petra) e poi andate nel Wadi Rum. Per il rientro la cosa più saggia è l’autostrada del deserto. In quattro ore sarete di nuovo ad Amman. Non fermatevi e proseguite fino a Jerash e fatene base per visitare la città e le località di Ajloun e Umm Qais.
Per la visita della Cittadella di Amman, prendete un taxi o un mezzo alternativo, mentre siete a Madaba o a Jerash. Serve circa un’ora e il costo dovrebbe stare intorno ai 25-30 dinari.
I tour organizzati.
Se non ve la sentite di guidare in Giordania, o comunque preferite la maggiore serenità di un viaggio nelle mani di operatori esperti, potete confezionarvi un programma con il tempo che avte a disposione, combinando le escursioni organizzate disponibili. Vi indica quelle che ritengo le più adatte.
Da Amman: tour privato di Jerash, Castello di Ajloun o Umm Qais. Con questo tour da effettuarsi in giornata potete esaurire la visita del nord del paese.
Per la visita di Petra e le altre attrazioni del sud ritengo indispensabile un programma su più giorni. Per esempio: Petra, Wadi Rum e Mar Morto: tour di 3 giorni da Amman.
Di questi due tour ho buona conoscenza perché utilizzati da persone che ben conosco e posso assicurarvi che se ne esce soddisfatti.
Se volete inserire solo Petra, c’è anche questo: Petra: tour di 2 giorni con pernottamento da Ammam.
Se volete escursioni in italiano ve ne proprongo quattro:
- Escursione a Jerash, al castello di Ajlun e al Mar Morto,
- Escursione a Petra,
- Escursione di 3 giorni a Petra e Wadi Rum,
- Circuito completo di 8 giorni in Giordania.
Con queste escursioni sarà sufficiente che vi organizziate i voli e i pernottamenti ad Amman.
Giordania fai da te. Guidare in Giordania.
Guidare in Giordania non ha nulla di impossibile o molto difficile, basta seguire alcune regole e precauzioni. Una volta focalizzate queste, diventa tutto abbastanza semplice.
La patente.
Per la guida in questo paese non serve la patente internazionale, ma va bene quella italiana. Al solito, questi aspetti vanno verificati al momento della preparazione del viaggio, perché possono facilmente sopravvenire cambiamenti, ma in linea di massima problemi non ce ne sono. I più giovani facciano solo attenzione alle età minime che le varie compagnie di autonoleggio fissano e sotto le quali non si può ottenere l’auto. Ci sono anche limiti massimi, ma spesso è più che altro una questione di costi assicurativi.
Verificate l’idoneità della vostra patente sul sito ufficiale dell’Ambasciata d’Italia ad Amman, sulla pagine del paese del sito Viaggiare Sicuri, o sui siti ufficiali del turismo in Giordania. Fate comunque attenzione al fatto che l’auto che vi viene assegnata NON abbia la targa completamente bianca. Queste auto sono riservate ai possessori di patente locale. Quelle a noleggio dovrebbero avere una parte verde sulla sinistra. Le compagnie più conosciute non avranno problemi di questo tipo, ma quelle meno affidabili potrebbero fregarsene.
Le compagnie di autonoleggio.
Chi viaggia sa già come cercare l’offerta migliore per il noleggio dell’auto. In Giordania, come sempre, ci sono quelle famose e quelle locali, che di solito costano meno. Le ho utilizzate spesso e non ho mai avuto problemi, basta informarsi su quelle più affidabili. Anche il problema dell’ufficio in aeroporto è un falso problema. Di solito ti vengono a prendere allo sbarco dall’aereo e ti portano al loro ufficio. Spesso si fa anche prima.
Ad Amman ho notato che Europcar aveva ottimi prezzi, al livello dei noleggiatori sconosciuti. Così ho prenotato con loro. In aeroporto ho notato che al loro ufficio c’era una file pazzesca, mentre dalla concorrenza non c’era nessuno. Mi è sembrato strano. Avranno ottime offerte, ho pensato. Alla riconsegna dell’auto è successa la stessa cosa.
Non so quale sia il vero motivo, ma a me hanno dato una vecchia auto da 152000 km piuttosto scassata e con strumentazione inaffidabile. Fra l’altro, di solito l’auto viene consegnata con il pieno, o al massimo annotando il livello di carburante esistente e con richiesta di riconsegnarla nella stessa situazione.
Ad Amman me l’hanno consegnata con il serbatorio pressoché vuoto. Ho raggiunto il distributore appena fuori dall’aeroporto con ansia e con il computer di bordo che mi intimava di fare benzina immediatamente. Trovo difficile pensare che l’utilizzatore precedente fosse arrivato in aeroporto con mezzo litro di benzina, a rischio di perdere il volo di ritorno. Le persone con le quali ho interagito e che avevano l’auto a noleggio con altre compagnie avevano tutte auto recenti e in perfetta efficienza. Fatevi la vostra idea.
La guida in Giordania.
Guidare in Giordania comporta meno problemi di quello che sembra. La guida è a destra, come da noi e le auto sono circa le stesse. Alcuni aspetti però vanno conosciuti e tenuti sempre ben in mente. Vediamoli.
La segnaletica.
La segnaletica, sia quella riguardante le regole della circolazione, sia quella relativa alle indicazioni delle località, sono assenti o come se lo fossero. Nel primo caso perché è pressoché assente. Ci si trova agli incroci o all’immissione delle rotatorie senza cartelli che indichino le precedenze. Gli STOP sono molto rari e altre indicazioni quasi non se ne vedono.
In questi casi non si può che prepararsi sempre all’evenienza che gli altri automobilisti vi si buttino davanti senza tanti scrupoli. Per esperienza ho notato che nelle rotatorie si tende a dare la precedenza a chi è all’interno della stessa, come di solito anche dalle nostre parti, ma in Europa questo è imposto dalla segnaletica, mentre in Giordania quasi mai. Inoltre quelli che se ne fregano e vi tagliano la strada sono molto frequenti, al punto da farvi venire i dubbi su quale sia la norma.
Per fortuna questo modo un po’ selvaggio di guidare comporta che tutti si aspettino manovre inattese e quindi si ha la sensazione che l’incidente vero e proprio sia poco frequente. Anche le reazioni degli automobilisti sono sempre molto rapide per lo stesso motivo. Lo so, il tutto risulterà piuttosto stressante, ma per una settimana ci si fa l’abitudine e si sopravvive. Ovviamente non è un paese per principianti.
Di notte le cose si complicano non poco. Le strade sono piene di buche, anche profonde, che con il buio si vedono all’ultimo momento o non si vedono affatto. A meno di andare a 30 km/h (e a volte non basta) se ne finisce vittima continuamente. Sulle strade a più corsie le strisce di delimitazione delle stesse non ci sono o non si vedono . Così non si riesce mai capire quale traiettoria tenere. Insomma evitate assolutamente di viaggiare dopo il tramonto.
I navigatori satellitari (anche senza necessità di linea dati).
Riguardo alle indicazioni delle località invece, non solo sono molto scarse, ma spesso sono solo in arabo. Per cui, a meno che non conosciate questa lingua, fate conto che la segnaletica non ci sia. Per questo è indispensabile avere un navigatore, ma non è facile nemmeno in questo caso. Io ne ho utilizzati due distinti e entrambi non riuscivano mai a indicarmi con decente approssimazione i tempi di percorrenza. Succedeva continuamente che il tempo aumentasse, anche di molto, o che rimanesse immutato anche per decine di minuti. Nei centri abitati poi, il groviglio di stradine faceva risultare sistematicamente in ritardo le indicazioni del navigatore e la pazienza degli automibilisti giordani è semplicemente pari a “zero”.
Se non volete utilizzare i navigatori classici, magari noleggiandone uno insieme all’auto, potete utilizzare quelli da smartphone. A me non piacciono, ma molti si trovano benissimo. Ve ne sono diversi, compreso il classico di Google. Dal momento che dovrete tenerli attivi per lunghi periodi, sarebbero da evitare, se non per utilizzi momentanei, quelli che richiedono il traffico dati. Ve ne sono che consentono di scaricare la mappa di un paese prima di partire e poi funzionano senza consumare i preziosi GIGA della SIM. Io ho utilizzato MAPS.ME e ha fatto abbastanza bene il suo dovere, anche se preferisco i tradizionali.
Gli automobilisti giordani.
Faccio fatica a conciliare due aspetti della gente giordana. Da un lato ho trovato quasi tutte persone molto rispettose degli altri e dai comportamenti educati, ma dall’altro devo dire che gli automobilisti sono un misto di indisciplina e prepotenza come raramente mi è capitato. Si infilano senza alcun indugio ovunque vi sia lo spazio strettamente necessaria per farlo, a prescindere da aspetti come la prudenza, le regole del codice (ammesso che esista) e il rispetto per gli altri. Il tutto indifferentemente a destra o a sinistra.
Se vi vedono esitare, magari perché non sapete dove andare, si spazientiscono subito e cercano di passarvi davanti in qualunque modo possibile. Mentre mi avvicinavo a una pompa di carburanti, il gestore mi ha fatto cenno di accostarmi alla successiva a quella che avevo puntato. Non ho fatto in tempo a fare la piccola deviazione che già quello dietro di me si era affiancato e mi stava tagliando la strada.
Anche in autostrada (se possiamo chiamarla così) vi passeranno da un lato o dall’altro senza pensarci due volte. Semafori in generale ce ne sono pochi, ma nelle grandi città se ne trovano spesso. Ebbene, il tempo in secondi che passa da quando scatta il verde a quando quello dietro vi suona il clacson, arrotondato al secondo decimale, è semplicemente “zero”. Sembra che ci sia l’abitudine di suonare preventivamente.
Per fortuna la maggior parte del percorso è fuori dai centri abitati e gran parte dei problemi di guida non si presentano o sono molto limitati. Dicevo sopra che vi sconsiglio fortemente di guidare nell’arera urbana di Amman. Questo per due motivi. Il primo è che il traffico è veramente infernale e vi ci troverete in mezzo a lungo perché l’area metropolitana è enorme. Il secondo è che gli automobilisti sembrano essere molto più aggressivi dei già nervosetti automobilisti giordani generici. Ho riscontrato una grossa differenza anche con la vicina e non certo piccola Madaba, che appare molto più rilassata e tranquilla della capitale.
I dossi artificiali.
Il vero problema della guida in Giordania sono i dossi artificiali. Gli stramaledetti, non segnalati e dalle dimensioni enormi, dossi artificiali. Non so voi, ma io odio già quelli italiani. Da ingegnere stradale li ritengo solo dannosi. Non è così che si impongono i limiti di velocità. Ma danneggiare l’auto in Italia è ben difficile e al massimo si possono lesionare i pneumatici. In Giordania se ti distrai un attimo e non freni per tempo, fare danni seri all’auto è molto facile.
Oltretutto ve ne sono di tipi e dimensioni molto diversi e possono essere segnalati, ma spesso non lo sono. I meno pericolosi si trovano sulle strade più veloci. Sono un po’ come i nostri passaggi pedonali rialzati. Te li trovi davanti tranquillamente anche lungo l’autostrada principale del paese, nei tratti dove c’è il limite di 80 km/h. Essendo allungati, se non li si affronta con velocità decisamente elevata, non succede nulla.
Ben altra situazione si ha con quelli a collinetta. L’urto sulle ruote è secco e fastidioso e in più l’auto viene sollevata e fatta ricadere subito dopo. Mi è capitato di non rendermi conto che uno di questi era veramente enorme e a 30 km/h ho strofinato il muso dell’auto sull’asfalto. Per fortuna alla riconsegna dell’auto non se ne sono accorti, anche perché ho visto che di urti come il mio il nostro mezzo ne aveva subiti parecchi e uno in più non si notava.
I carburanti.
I carburanti costano meno che in Italia e le auto sono sia a benzina che diesel, come da noi. La benzina però è in vendita di due tipi: 90 e 95 ottani. La seconda è più costosa e in generale non consiglio di utilizzarla. Il gasolio costa meno ed è pertanto preferito da chi ha auto con consumi maggiori come i fuoristrada.
La maggior parte dei distributori accettano carte di credito, ma può capitare che vengano rifiutate. Tenete sempre un po’ di contante con voi. Purtroppo ho rilevato che è presente un malcostume che capita di riscontrare anche in altri paesi, ovvero le truffe alle pompe.
Alcuni gestori, se vi vedono distratti, vi azzerano la pompa appena fatto rifornimento e vi chiedono un importo maggiore, anche di molto, di quello erogato. Se gli chiedete di mostrarvi l’importo esatto, premono un pulsante che fa comparire un importo, ma voi non potrete mai verificare se quello corrisponde a quanto è stato introdotto nel vostro serbatoio. Pertanto prendete l’abitudine di scendere e guardare il display durante l’erogazione. Questo scoraggerà il gestore dal tentare raggiri.
Le schede telefoniche locali.
Come sempre al di fuori dei paesi europei è conveniente acquistare una scheda telefonica locale. Per questa occorre informarsi al momento del viaggio, perché le cose cambiano in fretta. Al momento del mio viaggio e in base alle informazioni che ho raccolto la campagnia più conveniente era la Umniah. Con una decina di dinari si va avanti tutta la settimana, a meno che non vi facciate fregare da operazioni come l’aggiornamento del sistema operativo. Al solito trovate i banchi delle principali compagnie direttamente in aeroporto.
Giordania fai da te. Da Madaba a Petra.
La descrizione dei luoghi di interesse di Madaba li troverete nel capitolo relativo al nord. Qui vi descriverò le fermate interessanti fino a Petra.
Il Monte Nebo.

Questo è uno dei luoghi simbolo che sono famosi più per il significato storico che per quello che c’è da vedere. In questo luogo di significati storici, ma sarebbe meglio dire religiosi, ce ne sono di importanti per tutte e tre le religioni monoteiste. I testi sacri narrano che Mosè, dopo aver guidato il suo popolo attraverso il deserto per quarant’anni, abbia potuto finalmente vedere la Terra Promessa, che però non gli fu consentito di raggiungere.
Non è noto se il personaggio biblico sia effettivamente stato sepolto qui o oltre il Giordano, ma oggi è presente la chiesa memoriale a lui intitolata e che contiene mosaici molto belli. L’edifico risale alla fine del quarto secolo, anche se ovviamente è stata ricostruito e ampliato più volte.
Davanti alla chiesa si trova la terrazza, che consente, tempo permettendo, di vedere oltre il Giordano, la terra di Israele fra Gerico e il Mar Morto, con in mezzo le colline di Gerusalemme. Il tutto da meno di 700 m di quota. Purtroppo la zona è caratterizzata da foschie pressoché permanenti, come tutti i luoghi intorno al Mar Morto, per cui per vedere qualcosa di veramente intetressante occorre avere molta fortuna.
Il bordo della piazza, dove si apre la visuale, è caratterizzata dalla croce stilizzata con il serpente, che si rifà alle parole di Gesù: “E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna sia innalzato il Figlio dell’uomo.”
Una curiosità. Mentre passavo vicino alla lapide che vedete nella foto sopra, ho sentito parlare con chiaro accento pugliese. Turisti di quella regione? No, stavano dando indicazioni sul modo migliore per curare gli ulivi presenti. Li vedete nella stessa foto. Qualcuno ha pensato di sfruttare la loro esperienza.
Parcheggi e info.
Trovate il piccolo parcheggio praticamente sulla strada di arrivo. Lo spazio è poco e si esaurisce in fretta. Se potete, arrivate presto e sarete fra i primi. Da metà mattinata arrivano gli autobus pieni di turisti e viaggiatori autonomi e non ci si può più muovere. Se è tutto pieno provate oltre, lungo la strada.
Come pressoché tutti i siti cristiani il prezzo del biglietto non è compreso nel Jordan Pass.
Il Mar Morto.
Dal Monte Nebo proseguite verso nord ovest fino a incrociare la strada che da Amman si dirige verso il Mar Morto. Volendo, dove c’è una grossa curva a 90° su questa strada, si può andare al vicino Luogo del Battesimo. Dalle mie informazioni non è interessante, perché è un altro luogo simbolo, ma con poche cose fisiche da vedere. Oltretutto la visita è un po’ complicata dalla lunghezza del percorso e dal fatto che l’auto va lasciata a distanza.
Ad arrivare sulle rive del mare più salato del mondo si fa molto presto. I tour organizzati di solito si fermano al Dead Sea Resort. Vi consiglio di proseguire fino ad Amman Beach. Qui l’accesso al mare sarebbe libero, ma io l’ho trovato chiuso e c’erano lavori in corso.
In ogni caso, è troppo scomodo fermarsi senza una struttura di appoggio. Subito dopo Amman Beach troverete il resort Porto Dead Sea, di recentre costruzione. Non fatevi spaventare dalla sbarra chiusa all’ingresso. Chiedete all’addetto all’accesso e potrete parcheggiare all’interno e usufruire dei servizi della struttura a un prezzo circa la metà di quella chiesta ai partecipanti ai tour.

L’esperienza del bagno in acqua con oltre il 30% di sale è veramente curiosa. Non si riesce a poggiare nemmeno i piedi sul fondo quando si decide di uscire dall’acqua. Le gambe e tutto ciò che è immerso viene spinto con violenza verso l’alto, come fossero pezzi di sughero.
I fanghi e lo scrub con il sale.
Ero un po’ scettico e non pensavo mi interessasse, ma l’esperienza del trattamento con il fango del Mar Morto e successiva pulizia della pelle con i suoi sali è un’altra esperienza da non perdere. Uno del personale vi indicherà tutta la procedura. Non fatevi prendere dalla pigrizia. Uno dei vantaggi del fai da te è che durante i tour di solito non c’è tempo per queste cose. Fatelo.
Mi raccomando: MAI la faccia in acqua e attenti agli schizzi. Alla fine doccia obbligatoria. Non corrisponde al vero invece che basti la minima ferita per soffrire di forti bruciori. Mi sono graffiato strofinando una roccia e non sentivo nulla. Naturalmente può esserci una componente soggettiva.
La strada dei Re.
Con questo nome si intende una delle tre strade principali che percorrono la Giordania da nord a sud. La più moderna e scorrevole è l’autostrada del deserto (15), la seconda è la 65, che corre lungo le rive del Mar Morto e il confine con Israele. La terza è appunto la 35, antica via di comunicazione, citata nella Bibbia e che infatti attraversa alcune località storiche.
Questa strada è molto decantata, ma io non vi ho riscontrato tutta questa bellezza. I tratti un po’ più affascinanti e selvaggi li ho trovati percorrendo la panoramica fra le coste del Mar Morto e Libb, sulla strada dei Re. Su questa i punti di interesse sono alcune località, come Kerak, Shobak oltre ovviamente a Madaba. Per il resto di interessante c’è solo la riserva di Dana, per chi ha il tempo di fare una sosta.
Il mio consiglio, dopo la sosta sul Mar Morto, è di risalire la bella strada panoramica che parte circa 5 km a sud di Amman Beach, con indicazione Monte Nebo. Dopo una serie di tornanti e un tratto sull’altopiano a cui si arriva, si trova la deviazione per il Dead Sea Museum. Fermatevi sicuramente in questo bel punto panoramico. Il problema è purtroppo sempre lo stesso: la foschia perenne generata da questo mare particolare, in questo posto molto particolare, centinaia di metri sotto il livello del mare.

C’è anche un ristorante che inevitabilmente ha i prezzi un po’ alti, ma ritengo che ne valga la pena. Fermatevi per un pranzo, magari ordinando solo un minimo, per ridurre la spesa. Il museo non l’ho visitato e non so dirvi. Il parcheggio invece c’è ed è comodissimo. Purtroppo occorre pagare l’ingresso a tutta l’area. L’impressione è che il tutto sia privato.
Le terme di Ma’in.
Il luogo è molto rilassante è merita una sosta senza fretta. Piuttosto rinunciate a qualcosa di minore. Dopodiché riprendete la strada nella direzione che avevate e arriverete alle terme di Ma’in, dove, per quanto si stenti a crederci, c’è una bella cascata, non certo frequente in Giordania. Se vi interessa ci sono anche piscine e tutto il resto.
L’area è con accesso per gli ospiti, compresa la vista della cascata. Io non avevo tempo e non mi sono fermato, ma la cascata la si può vedere, seppur da lontano, proseguendo lungo la strada.
Il tratto che segue è pieno di tornanti e pendenze senza sconti, ma anche bello e interessante. La strada prosegue prima verso sud, poi ritorna verso nord e infine si dirige a est, per ricongiungersi con la 35, nella cittadina di Libb.

Il castello crociato di Karak.
Seguite la 35 verso sud fino a Karak (o Al-Karak) dove, se avete tempo, potete fermarvi a visitare il castello fondato dai crociati nel 1142. Per farlo dovete arrivare nel primo pomeriggio, per avere il tempo della visita. La chiusura è infatti alle 17 e il tempo richiesto non è poco, essendo molto grande. La sua sagoma si vede subito dalla strada, ma poi arrivarci è piuttosto complicato, perché le strette stradine del paese sono micidiali. La cosa migliore mi è sembrata quella di percorrere tutta la strada principale che corre intorno al paese da sud a nord ed entrare nel centro da li, nella zona dove si trova l’ospedale.
Dopo Karak c’è un’altro luogo interessante prima di arrivare a Wadi Musa, ovvero l’altro castello di Shobak. Questo però è facilmente raggiungibile dalla stessa Wadi Musa e si può rinviarne la visita al giorno in cui si arriva a Piccola Petra, che è piuttosto vicina.
Come detto sopra, la 35 non ha nulla di gradevole come percorso, ma è molto lenta a causa del percorso tortuoso e i numerosi piccoli centri, pieni dei micidiali dossi artificiali della Giordania. Pertanto probabilmente arriverete qui prossimi al tramonto e con l’unico interesse di arrivare il prima possibile. Naturalmente dipenderà dall’ora di partenza. Questa è una giornata in cui vi consiglio di partire molto presto.
Per me erano le 17 e ho scelto la strada più breve. Il mio navigatore me la indicava passante per l’autostrada del deserto. Così ho deviato verso questa, per poi rientrare sulla 35 a Wadi Musa. I chilometri sono certamente aumentati, ma il tempo era inferiore. Nulla vieta di seguire la 35 fino a destinazione, anche perché la differenza non è molta, 15-20 minuti circa.
Giordania fai da te. Petra e dintorni.
Qualunque itinerario decidiate di seguire, sicuramente la vostra destinazione principale sarà Petra. Per questo vi consiglio di dedicargli due giornate piene. Per fare questo sarà bene prevedere tre notti a Wadi Musa, la città vicina all’area archeologica di Petra. Questo tempo sarà sufficiente anche per la visita dei centri minori dei dintorni.
Come alloggio a Wadi Musa vi consiglio sicuramente Shaqilath Hotel, un hotel che vale sicuramente di più delle tre stelle nominali, soprattutto in riferimento agli standard giordani. Tutto è di livello superiore, soprattutto la colazione, al livello di un quattro stelle.
Petra.
Ci siamo. Il mitico luogo visto e rivisto in documentari, notiziari, racconti di viaggio, presente in film ultrafamosi, come Indiana Jones, potrà essere davanti ai vostri occhi. A Petra però si rischia di perdere tempo e sprecare energie se non si ha anche solo minimamente un’idea di come è organizzata la sua vasta area archeologica.
Pianificare la visita.
Petra si può visitare in un tempo che va dalla mezza giornata ai tre giorni pieni. Naturalmente non facendo le stesse cose. In mezza giornata si può visitare bene solo la parte che non prevede salite, quindi diciamo fino a Qasr al-Bint. I tour di solito prevedono tappe forzate e portano i turisti agli ingressi alle sette del mattino. Per le 14 questi devono arrivare fino al suddetto Qasr al-Bint, salire al monastero di Al Deir e tornare all’ingresso, dove vengono prelevati per dirigersi nel Wadi Rum.
Il mio parere è che l’ideale sia dedicare a Petra un giorno e mezzo e lasciare l’ultima mezza giornata a Piccola Petra e al castello di Shobak. Nella giornata piena si può visitare con calma il cuore del sito, ovvero dal Tesoro a Qasr al-Bint e poi arrivare fino al monastero di Al Deir. Godersi con calma i bellissimi scenari che lo circondano e tornare a Qasr al-Bint per uno spuntino in uno dei locali che vi si trovano. Nel pomeriggio visitare le Tombe Reali, con diversi scorci sull’area di Petra. Poi rientrare avendo il tempo prima della cena per qualche acquisto e un po’ di riposo.
Il secondo giorno consiglio di percorrere il trakking Al Khubtha, che porta alle classiche viste dall’alto del Tesoro, che si vedono riprodotte ovunque. Se volete completare la visita dei principali sentieri di Petra, potete partire presto e percorrere anche il trekking che porta all’Altare del Sacrificio, dall’altra parte rispetto al percorso principale.
Il pomeriggio andate a Piccola Petra e poi completate la giornata con la visita del castello di Shobak. Avrete il tempo per rientrare con calma e potervi rilassare un po’ prima della cena.
All’ingresso del sito di Petra, non dimenticatevi di prendere una piantina nel contenitore appeso al muro vicino alla biglietteria. A proposito, anche se avete il Jordan Pass, dovete farvi dare il biglietto e conservarlo se lo avete fatto per due giorni o comunque se volete assistere allo spettacolo notturno.
Parcheggi.
Potete parcheggiare o nel parcheggio del sito, a sinistra dell’ingresso, oppure risalendo la strada a destra di questo, ci sono un paio di piazzali, anche se spesso sono al completo.
Il Siq e il Tesoro.
Dal centro visitatori si deve percorrere circa un chilometro per arrivare al’inizio del Siq, ovvero dello stretto canyon che porta al punto più famoso di Petra: il Tesoro. Durante il percorso si cominciano a vedere le prime facciate scolpite nelle rocce. Continuamente vi proporranno la corsa con un cavallo. Di solito dicono che è inclusa nel prezzo del biglietto, ma nelle informazioni ufficiali non se ne parla e inoltre viene da chiedersi il motivo di tanta insistenza per una cosa gratuita.

Il successivo tratto è dentro il Siq, con lunghezza ancora di circa un chilometro. Troverete buone occasioni per fotografare le forme delle rocce. Non dimenticatevi di notare i canali scavati per far arrivare l’acqua a Petra.
Dove improvvisamente appare la vista della mitica facciata del Tesoro di Petra troverte un po’ di calca e dovrete sgomitare per poter fare delle belle foto. Poi la gola si apre e ci siete. Non sorprendetevi se vi sembrerà di non trovare lo spazio per camminare. Questo è uno dei luoghi più famosi del mondo. Vale la stessa regola, chi prima arriva prima troverà meno gente. I cancelli aprono alle sei, quindi volendo si può evitare il pienone.

Dal Tesoro a Qasr al-Bint.
Il canyon si apre sempre di più, fino a scomparire. Si vedono le Tombe Reali sulla destra e il Teatro Nabateo sulla sinistra. Le bancarelle sono ovunque, anche a ridosso dei monumenti, fino a impedirne le riprese senza venditori. Non capisco queste cose, ma così è.
Gli spazi si allargano e troviano il Tempio Grande a sinistra, con i suoi colonnati e la Chiesa di Petra a destra, con i suoi mosaici. Davanti al tempio spesso si esibiscono figuranti vestiti da soldati, con tanto di marcette e manovre militari. Il tutto per convincervi a farvi delle foto con loro. A me fanno un po’ ridere, ma è una mia impressione.
Si arriva al tempio di Qasr al-Bint, davanti al quale ci sono alcuni ristoranti e le indicazioni per il sentiero che porta al bellissimo monastero di Al Deir.
Il trekking per Al Deir.
Questo a mio avviso è il percorso più bello di Petra. Il sentiero si infila nelle spaccature delle rocce alle spalle del ristorante The Basin, l’unico che meriti questa definizione e che goda di un po’ di verde. Inutile dire che per tutto il percorso ci si trova in mezzo a una catena di bancarelle che sembra non finire mai. Infatti ci accompagna fino alla fine.
Un altro aspetto che non mi piace è il continuo transito di asini e cavalli che portano i turisti su e giù. Mi dispiace, ma anche su questo non sono d’accordo. Piccoli asini costretti a salire le scalinate sotto il sole, trasportando grassi uomini. Più che con i locali che cercano di guadagnare qualcosa, ce l’ho con questi individui che si fanno trasportare per non fare un po’ di salutare fatica.

La piazza davanti al monastero a me sembra il punto più gradevole di tutta l’area di Petra. Più bella è la chiesa scolpita nelle rocce. Più bello è il punto panoramico dove si trova. Poi ci sono i diversi punti panoramici che si affacciano sul deserto dalla parte opposta. Un trekking da non saltare assolutamente. Anche i tour che si fermano a Petra solo mezza giornata fanno in modo che i turisti arrivino fino a qui.
Il trekking Al Khubtha.
Ritornate al punto dove cominciano i rilievi rocciosi sui lati del percorso. Per risparmiare un po’ di tempo per il giorno dopo e anche perché dovreste essere ancora nella prima metà del pomeriggio, imboccate il percorso che passa davanti alle Tombe Reali. Le tombe si vedono bene tornando indietro perché rivestono quasi completamente le pareti rocciose che si vedono sulla sinistra.
Dopo questa visita potrete concludere la giornata senza stressarvi troppo. Non dimenticatevi di considerare che dovrete ripercorrere i due chilometri per ritornare all’ingresso.
Il giorno dopo tornate alle Tombe Reali e questa volta seguite il sentiero Al Khubtha. Nella prima parte avrete panorami verso nord, dove si trova il villaggio beduino di Uum Sayhoun e sulle montagne vicine. Poi il sentiero inverte e si dirige verso sud con una serie interminabile di scalinate scolpite nelle rocce.
In diversi punti si vedono ottime viste sulla parte aperta di Petra, ognuna più adatta per fotografare una delle sue parti. Arrivati in cresta si percorre un tratto in discesa fino ad arrivare sulla sommità del canyon, proprio sopra il Tesoro. Qui potrete scattare le mitiche foto che avrete visto in ogni dove riguardo a questo sito.
I punti dai quali si vede il Tesoro sono circa tre. Il primo che troverete ha una visuale molto stretta e non è l’ideale. Andate avanti e troverete il più bello. Non potete sbagliare perché ci sarà sicuramente qualcuno a farsi selfie a raffica, con le pose più creative. Non ve ne andate senza esservi assicurati di avere qualche foto come piace a voi. Difficilmente ci tornerete, come è capitato a mia moglie che era già stata a Petra molti anni prima.

Andando più avanti c’è un altro punto che gode di una bella vista sul Tesoro, ma se ne è appropriato un locale che vi ha costruito una delle tante tende che vedrete spesso abbarbicate sulle pareti rocciose, nei punti più interessanti. Per ammirare da quel punto probabilmente vi chiederà di prendere almeno un tè da lui. A mio avviso il punto migliore resta il precedente.
Se siete buoni arrampicatori e non siete stanchi, potete affrontare anche il sentiero dalla parte opposta, ovvero quello che porta al Sacrificio, o Altare del Sacrificio. Io ho preferito concludere il mio giorno e mezzo a Petra e andare a visitare con calma Piccola Petra e poi spingermi fino al castello di Shobak.
Petra di notte.
Difficilmente non avrete visto foto della miriade di candele accese davanti al Tesoro di Petra. L’immagine è certamente suggestiva, ma ho preferito informarmi su questo evento e vi consiglio di farlo anche voi, confrontando le varie opinioni.
Fino all’ultimo ho esitato nella decisione di assistere questo spettacolo oppure no. Ho anche fatto in modo di trovarmi sul sito nei giorni in cui è previsto, ovvero lunedì, mercoledì e giovedì. Alla fine ho deciso di non assistervi, dopo aver cosiderato il pro e il contro. Ritengo che l’unico motivo pro sia la suggestione delle candele accese nel punto simbolo di Petra. Peraltro la magia dura molto poco e si deve essere svelti per arrivare primi dopo l’apertura, perché appena arrivano gli altri è meglio scordarsi di fare foto decenti. Questo è quanto ho raccolto ascoltando i racconti di chi ha partecipato.
I motivi contro sono invece diversi. Vediamoli.
- Viene organizzato uno spettacolo, ma dura molto poco.
- Si devono ripercorrere all’andata e al ritorno i due chilometri per arrivare, più la distanza dal parcheggio (per me sarebbe stata la terza volta).
- La giornata diventa assai pesante perché alla fine del pomeriggio, dopo una giornata facendo i trekking del sito, si ha un breve riposo e poi alle 20:30 si deve già essere davanti all’ingresso, quando sarebbe ora di rilassarsi andando a cena.
- Il prezzo del biglietto non è poco, oltre venti euro e non è compreso nel biglietto diurno.
Se decidete di partecipare, oltre a non sbagliare giorno, sappiate che il chiosco che li vende è aperto solo nei giorni di spettacolo e serve il biglietto diurno. Trovate il chiosco a sinistra, alla fine del corridoio del centro visitatori, durante il percorso in ingresso. Non è prevista prenotazione.
Piccola Petra.
Andare alla Piccola Petra è molto semplice. Imboccate la strada in salita a destra dell’ingresso di Petra e seguitela fino al successivo incrocio, dopo un lungo curvone sulla destra. All’incrocio andate a sinistra e seguite la strada. Attraverserete il villaggio di Uum Sayhoun e in poco tempo sarete arrivati.
Piccola Petra ha un ampio aprcheggio ed è a ingresso gratuito. C’è solo un cancello che viene chiuso a una certa ora. Le cose da vedere sono simili a quelle di Petra, ma più in piccolo (appunto). Tutto qui ha un’aria più rilassata. C’è meno gente e ci sente più tranquilli. Il percorso è breve, a meno che non si decida di proseguire lungo il sentiero, che dovrebbe prevedere dei bei paesaggi, ma nulla di più.
Dopo un tratto in salita in una strettoia, si arriva a una piccola terrazza, occupata dal solito locale che prepara il tè.Il punto è molto indicato per un po’ di relax e vi consiglio di approfittarne.

Il castello di Shobak.
Rotornate sulla strada che vi ha portato qui e proseguite fino a immettervi sulla solita 35. Andate a sinistra e in una manciata di minuti sarete al castello. Vi dico subito che non è granché, ma è piuttosto comodo e abbastanza panoramico. Il parcheggio è piccolo, ma c’è sempre poca gente, a meno che non arrivino diversi autobus contemporaneamente. Fate attenzione a non farvi imbottigliare da questi.
Il castello fu in origine crociato, ma poi occupato e rimaneggiato da ottomani e mammalucchi. Oggi ne resta poco e la visita è breve. Lasciata l’auto andate al centro visitatori per avere conferma che non serva il biglietto per i possessori di Jordan Pass. Quindi risalite la strada fino al castello.
Giordania fai da te. Il Wadi Rum.
Un’escursione nel deserto di questa spettacolare area desertica del sud della Giordania è da considerarsi assolutamente imperdibile. Paesaggi da cartolina si alternano a siti storici e sedi di set cinematografici. Muoversi all’interno di questo parco richiede però l’assistenza di una guida, oltre che ovviamente il mezzo adatto.
Teoricamente ci si può muovere nel parco con un mezzo proprio, pagando le tasse previste (circa 50 dinari), ma poi serve la giuida e la cosa non conviene di certo.Molto meglio arrivarci come tappa di un tour organizzato (come quelli che vi ho indicato sopra), o prenotare presso uno degli operatori locali.
Io vi consiglio di rivolgervi a Obeid’s Bedouin Life Camp. Obeid è un ex poliziotto che si messo nel turismo insieme ai suoi figli. Il loro campo è in un punto con viste spettacolari, vicino al sito dove tutti i gruppi si raccolgono per assistere al tramonto. Salendo sulle rocce dietro alle tende si può assistere a un’alba spettacolare. I suoi figli sono molto bravi e fanno di tutto per rendere la vostra visita la migliore possibile.
Potete inviargli una semplice email e vi farà sapere se ha disponibilità. Se gli scrivete solo per informazioni, indicatelo esplicitamente affinché non intenda che volete prenotare. Il pagamento lo farete in contanti alla fine del tour.
Un aspetto che a me piace molto è che non ci si trova in un campo fatto apposta per i turisti e con solo turisti. Nel campo di Obeid ci si trova a cenare con i beduini che lavorano nel parco e ci viene offerta una vera cena beduina, con carni cotte tradizionalmente interrando letteralmente le pentole a contatto con le braci per tutta la notte. Si può assistere alla rimozione della sabbia che ricopre il tutto.
Chi vuole potrà consumare il pasto alla maniera beduina, ovvero sdraiati su appositi tappeti imbottiti. Immancabile il te finale. Non c’è bisogno che vi ricordi a quale spettacolo si possa assistere guardando il cielo stellato, con un cielo limpido come solo il deserto sa offrire.
Cosa si vede nel Wadi Rum.
Il bello di questi luoghi sono i luoghi stessi, ma sarete accompagnati in alcuni siti particolari. Uno di questi è stata la casa del solito Lawrence d’Arabia, nell’omonimo film ultrafamoso. Oggi sono presenti solo dei ruderi, ma i paesaggi restano. Vi porteranno anche dove si trovava la casa del vero personaggio che ha ispirato il film.

Un secondo punto famoso è la roccia a fungo, che ha appunto questa forma. Lì si fermano tutti i gruppi e troverete molta gente, magari a fare una partita a beach volley. Un altro punto ultra richiesto è il ponte di roccia, una formazione naturale che purtroppo stimola molti a salirvi sopra. Così si fa fatica a fare foto senza qualcuno in posa.
Durante il giro in fuoriustrada si arriva a non molti chilometri dal confine sud con l’Arabia Saudita. La giornata si chiude sempre con il tramonto in uno spazio aperto dove non riuscirete a contare i fuoristrada presenti, ma anche gli escursionisti in cammello.
Se vi interessa quest’ultima esperienza, basterà farlo presente e ve la organizzeranno. Di solito lo fa chi si ferma due giorni. Volendo potrete partire anche prestissimo per assistere all’alba nel deserto. Ho fatto questa esperienza nel deserto di Marzouga, in Marocco e non me ne sono pentito.
Giordania fai da te. Madaba e il nord della Giordania.
Per la visita del nord della Giordania vi sconsiglio di alloggiare a Madaba e a Jerash, a meno che non decidiate di partecipare a sole escursioni organizzate, senza noleggiare auto. In questo caso la base sarà necessariamente Amman. Il traffico e il modo di guidare in questa città è pazzesco, a un livello inferiore solo a quello del Cairo.
Se avete l’auto, fate base a Madaba come punto di arrivo e partenza dall’aeroporto e da cui partire per il giro sopra descritto. A Madaba ci sono alcune visite da non saltare ed è abbastanza vicina all’aeroporto di Amman. Potete invece utilizzare Jerash (l’antica Gerasa) come base per la visita della parte nord.
Come inserire i pernottamenti in queste due città dipende dall’orario dei vostri voli. Io sono arrivato in tarda serata, ho pernottato a Madaba e poi sono partito subito per il giro sopra descritto verso sud. Risalito a nord sono andato fino a Jerash e ne ho fatto base per la visita della città e dei due castelli di Ajloun e Umm Qais. Quindi sono tornato a Madaba per la visita della città e nuovamente per la vicinanza con l’aeroporto.
A Madaba la struttura che straconsiglio come alloggio è il Mosaic City Hotel. Edificio nuovissimo, stanze ampie e pulite, posizione a un passo dalla chiesa di San Giorgio, parcheggio adiacente e bancomat a pochi passi. Come tutti gli hotel di buon livello vengono serviti anche alcolici, anche perché i proprietari sono cristiani e non hanno le restrizioni dei mussulmani. Uno del personale parla benissimo l’italiano perché ha passato un periodo in un convento sull’appennino tosco emiliano.
Madaba.
La chiesa di San Giorgio.
A Madaba i turisti vengono per vedere il famoso mosaico della Terra Santa. Risalente al VI secolo, riproduce tutta la Terra Santa, o meglio la riproduceva in origine. Dai calcoli fatti doveva avere le incredibili dimensioni di 15,6 x 6 m. Molte parti sono andate infatti perdute. Il mosaico oggi è all’interno della chiesa bizantina di San Giorgio, tutt’ora utilizzata per le cerimonie dai cristiani ortodossi della città. Durante queste, il mosaico viene coperto da un tappeto e infatti, se ci capitate di domenica, come è capitato a me, dovrete aspettare le 10:30 per poter entrare. Potrete però intrufolarvi in chiesa durante la messa domenicale per vedere la situazione.

Si narra che nel 1976 un fedele si sia accorto che una delle immagini della Madonna con Bambino aveva una mano in più del solito. Il fatto fu considerato un miracolo, che oggi è ricordato appunto come il miracolo della mano blu. Potrete ammirare l’immagine scendendo nella cripta che si trova sulla destra dell’altare.
Il Parco Archeologico.
Dalla chiesa di San Giorgio percorrete la strada dello shopping che gli corre accanto e arrivate al Parco Archeologico di Madaba. Questo non è grande, ma contiene alcuni bei mosaici, alcuni dei quali prelevati da altre località giordane.
Chiesa degli Apostoli.
Se avete tempo fate una visita veloce alla Chiesa degli Apostoli, che purtroppo è un po’ decentrata, per cui andateci se non dovete fare altro. In realtà di antico ci sono solo i mosaici del pavimento risalenti al Vi secolo, oggi protetti da una struttura più moderna.
Chiesa della decapitazione del Battista.
Più vicina è la chiesa della Decapitazione di San Giovanni Battista. L’edificio è però moderno e non molto interessante per cui saltatelo senza indugio se avete poco tempo. Potrete salire sul campanile (scomodissimo), ma anche questo non è nulla di che.
La Moschea di Madaba.
Normalmente l’accesso alle moschee è precluso agli “infedeli”. In quella di Madaba non è così. All’ingresso ho chiesto se si poteva visitare, ma l’ho fatto per non lasciare nulla di intentato. Davo per scontato che avrei ottenuto un rifiuto. Invece, non solo ci hanno fatto entrare, ma ci hanno detto che eravamo i benvenuti e potevamo fermarci quanto volevamo, anche per riposarci.
Le uniche condizioni imposte sono state il solito togliersi le scarpe e inoltre a mia moglie è stato chiesto di indossare una tunica nera con cappuccio. In pratica le si vedeva solo il viso. All’interno c’erano solo uomini e dopo poco mia moglie ha voluto uscire perché si sentiva a disagio. La moschea è comunque bella, anche se non delle più belle.
Jerash e il nord.
Il nord della Giordania è sorprendentemente verde e infatti troverete continuamente venditori di frutta e verdura lungo le strade, in perfetto stile “giordano”, ovvero in mezzo alla carreggiata. Coreografiche le carote, sistemate come se fosse una composizione. Tutto intorno boschi di pini, quercie e pistacchio, i cui frutti sono continuamente presenti nelle cucine locali.
La base ottimale per la visita del nord è sicuramente Jerash e qui vi consiglio di alloggiare vicino al parco archeologico della città, perché potrete spostarvi senza auto e relativi problemi di parcheggio. In una mezza giornata lo visiterete con calma e un’altra mezza giornata la potrete dedicare ai due castelli del nord della Giordania.
Io ho scelto un alberghetto senza pretese che mi ha fatto esitare fino all’ultimo e invece si è dimostrato un’ottima scelta. Si chiama Hadrian’s Gate Hotel e, come dice il nome, è proprio di fronte all’Arco di Adriano. L’aspetto non è certo dei migliori, ma vi assicuro che è pulito e ordinato. Il gestore poi è un simpatico yemenita che farà letteralmente tutto il possibile per farvi soggiornare al meglio e vi darà tutte le informazioni di cui potrete avere bisogno. Anche la colazione è ottima e abbondante, come a volte non capita in un tre stelle di medio livello.
Fra l’altro lì vicino c’è l’ingresso del parco archeologico e ci sono alcuni ottimi ristoranti, fra i quali vi consiglio il Lebanese House in Debbin street, 500 m a sud del parco. I prezzi non sono proprio bassi, ma l’ambiente è elegante e il cibo ottimo. Probabilmente vi offriranno un semplice e delizioso dessert tradizionale libanese a base di latte di riso, miele e pistacchi, veramente ottimo.
Il parco archeologico di Jerash.
Questo parco contiene quello che resta dell’antica città romana di Gerasa. Per la verità la città esisteva anche prima come Gilead in epoca ellenistica, ma di questa restano solo tracce. Del periodo romano invece si possono ammirare numerosi e spettacolari monumenti. Dai due teatri allo stesso Arco di Adriano, dai vari templi alle strade ancora con la pavimentazione segnata dal passaggio delle ruote dei carri. Il tutto merita una visita attenta e senza fretta.

Il castello di Ajloun.
Questo castello si trova in una posizione fortemente dominante e proprio per questo fu trasformato in fortezza da un generale parente del Saladino nel XII secolo. Pare che precedentemente vi fosse un eremo cristiano, forse abitato da un certo Ajloun, da cui il nome.
La fortezza è comunque araba e consente di ammirare le architetture del periodo e di godere di bei panorami su tutto il terriotrio circostante.

Il castello di Umm Qais.
Se avete tempo, spingetevi fino a Umm Qais, per visitare le rovine dell’antica città di Gadara. La visita è giustificata sia dai numerosi monumenti presenti, di varie epoche, sia dalle viste spettacolari sui territori dell’attuale Israele. Si narra infatti che i palestinesi espulsi dalla loro terra, dopo l’occupazione israeliana, conseguente alla nascita dello stato ebraico, venissero qui per poter almeno vedere la terra dove erano nati e cresciuti. Su questi eventi politici ci sarebbe molto da dire ma non è questa la sede.
La città di Gadara risale al periodo tolemaico, per poi subire diversi passaggi di mano, fino all’occupazione romana. I resti del periodo romano si vedono molto bene. Ne seguì l’occupazione araba fino a quando subì una devastante distruzione a causa di terremoti. Ne seguì l’abbandono fino alla riscoperta all’inizio del XIX secolo.
Oggi è un posto molto bello e rilassante che infatti attira molte famiglie giordane nei giorni festa, con ragazzini che corrono ovunque. Dai belvedere più a ovest si vede benissimo il lago di Tiberiade da cui sgorga il Giordano che poi va a morire nel Mar Morto.

Giordania fai da te. Amman.
Nel tempo di una settimana non si può prevedere una visita esauriente della capitale, a meno che non si dimezzi il soggiorno a Petra, che potrete fare, ma che ritengo poco saggio. A mio avviso ad Amman è da non perdere la visita della Cittadella, magari facendo una fermata al vicino Teatro Romano.
Ho letto e sentito parlare anche molto bene della capitale giordana e del suo giovane dinamismo. Chi se ne è convinto potrà dedicarci più tempo, prevedendo qualche notte e andando a immergersi nella sua Rainbow Street e nei Souk del centro. Io resto dell’avviso che non abbia storia (è di fatto un’invenzione del XX secolo), sia incredibilmente caotica e mal organizzata e abbia poche cose di reale interesse turistico.
In ogni caso, vi ripeto il consiglio di non entrare nell’area urbana della città alla guida, ma affidarvi a taxi o altri servizi di transfer. Lo potrete fare da Madaba o da Jerash al costo di qualche decina di dinari.
La cittadella di Amman.
La Cittadella di Amman è la cima di una collinetta dove si ritiene vi siano stati insediamenti umani fin dal Paleolitico, anche oggi non vi è più nulla di precedente alla dominazione romana. Vi sono invece interventi successivi, come il Palazzo Omayyade. Purtroppo i romani distrussuro tutto ciò che trovarono e delle antiche costruzioni sono rimasti solo alcuni cocci ritrovati sul versanti della collina.
L’edificio meglio conservato è il suddetto palazzo arabo, ma il più interessante e affascinante è il Tempio di Ercole. Costruito, come il vicino Teatro Romano nel II secolo d.c. ha oggi solo poche colonne ancora in piedi (peraltro risollevate recentmente), ma rimane il monumento più fotografato della Cittadella, proprio per la sua maggiore antichità.

Sul suo lato ovest è ormai famosa la parte di una mano gigantesca, forse residuo di una altrettando grande statua di Ercole. La si trova spesso riprodotta in guide e depliant turistici.
Uno degli aspetti più gradevoli di questa collina è la vista a 360° sulla città, che la rende molto apprezzata anche dai locali. Nei giorni di festa capita spesso di trovarvi sposini nel giorno delle nozze o famiglie giordane in vacanza. A parte la molta gente presente, il luogo è molto rilassante.
Come arrivare.
Il modo migliore di visitare la Cittadella di Amman è di prendere un taxi o servizio analogo. Se siete alloggiati in città vi costerà molto poco. Se siete in una città vicina il costo sarà comunque accettabile e eviterete gli stress della guida in centro.
Se comunque decidete di guidare fino qui (io l’ho fatto e lo sconsiglio), considerate che di posti auto ce ne sono molti pochi, anche se c’è l’abitudine di lasciare le auto anche lungo le strade di accesso. Tanto per informarvi, la stradina che sale all’ingresso della Cittadella è stretta e spesso si ingolfa per il traffico e per i parcheggi selvaggi. Se trovate un buco, anche lungo la strada vi conviene approfittarne. Non mi pare che diano multe.
Se non trovate nulla (probabile), all’estremità est della via di accesso c’è una stradina dove ho visto sempre disponibili dei posti ai suoi lati. Se siete arrivati alla Cittadella da ovest e non avete trovato posto, uscite dall’altra parte, seguite la strada che curva a sinistra e girate sempre a sinistra finché non risalite verso la collina sulla parallela alla strada di uscita. Parcheggiate appena vedete un posto libero.
Il Teatro Romano.
Il Teatro Romano di Amman è molto vicino alla Cittadella e lo si vede bene da questa, ma raggiungerlo è un’altra cosa. Senza un navigatore difficilmente ci arriverete. Il mio si è perso più volte e alla fine ho dovuto parcheggiare più distante di quello che era possibile.

Il teatro chiude a una certa ora del pomeriggio, ma è comunque ben visibile dai cancelli. Si affaccia su una grande piazza dove nei giorni di festa troverete molte famiglie residenti a passeggio. Probabilmente è uno dei pochi spazi pubblici ampi e tranquillli della città.
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