
Guida per un breve visita.
Di solito non ci si trova a Singapore dopo 12 ore di volo fatte al solo scopo di visitare questa città stato. Ma capita spesso di fare scalo durante un volo più lungo, di solito verso l’Australia.
Non che di cose interessanti non ce ne siano, ma certamente non giustificano il viaggio dall’Italia.
Cominciamo.
Orchard Road.
Se capitate qua, una tappa d’obbligo è la lussuosa Orchard Road. Consiglio di scegliere una sistemazione non lontana da questa strada di riferimento. Passeggiare in questa via è come passare in rassegna tutti i più famosi marchi della moda e del lusso. Se ve ne dimenticate uno, lo troverete poco più avanti. Se proprio non avete visto un marchio famoso, alzate gli occhi, probabilmente l’insegna era più in alto. Si può camminare per quarti d’ora e passare davanti quasi solamente a centri commerciali e vetrine, ma non vetrine normali, bensì vetrine alte due piani. Si, proprio due piani, ovvero ben oltre i classici tre metri di un livello abitato. Il bello è che tutta questa altezza magari viene spesa solo per valorizzare una borsetta. Ma vuoi mettere avere proprio quella li.
Il tutto in palazzoni ultramoderni dalle geometrie più disparate. Ti accorgi di essere a latitudini tropicali solo dalle piante delle aiuole e dagli alberi, che per fortuna sono stati messi a bordo strada o come spartitraffico. Potremmo dire che tutta Orchard Road è una vetrina, una passeggiata, un luogo di incontri e di shopping. In confronto, Rodeo Drive a Beverly Hills è una stradina di campagna.
Poi quando meno te lo aspetti, trovi un bar dal nome italiano. Entri e vedi gente che si beve espressi, cappuccini e croissant. Ne approfitto per una parentesi. Nonostante gli italiani mettano il massimo impegno per screditarsi davanti agli stranieri, tutto ciò che è italiano, almeno nel campo della moda, dello stile e della cucina, continua ad essere associato all’alta qualità. Chiusa la parentesi, visto che non sono mai stato portato per la cucina cinese, una ottima colazione all’italiana ci sta sempre bene.
Orto botanico.
Percorrendo fino in fondo la strada, in direzione nord ovest, si arriva all’orto botanico. Per la verità si deve prima attraversare un quartiere dove è abbastanza facile disorientarsi, ma con una cartina si riesce a giungere alla meta senza sbagliare. Contando anche tutta Orchad Road, il percorso è di diversi chilometri, ma non ci si annoia, a parte l’ultimo tratto.
L’orto botanico non è niente di particolare, ma qui c’è anche il giardino delle orchidee e questo si che è spettacolare. Non c’è molto da dire se non stupendo. Le varietà di colori sono da non credere e se ve lo dico io che sono daltonico, ci potete credere.
Chinatown.
Altra cosa da vedere a Singapore è Chinatown. Appena si arriva alle porte del quartiere te ne accorgi subito. Ai palazzoni moderni e allo stile sostanzialmente occidentale, subentrano le forme, i colori e soprattutto gli odori della Cina. La cosa più caratteristica è proprio quell’odore tipico della cucina cinese, quel misto fra frittura e dolce. Si passa continuamente davanti a negozi con le solite esposizioni di polli cotti, con il tipico aspetto lucido, sempre un po’ unto.
Nella parte centrale del quartiere alcune vie sono un susseguirsi di bancarelle locali dove mangiare, dal ristorante classico, al cibo di strada. Vi sono anche alcuni ristoranti vietnamiti e indiani, ma in ogni caso i cibi fritti dominano. Anche le esposizioni di abbigliamento non mancano. Ricordano molti i mercatini delle nostre parti, dove in effetti il tessile cinese domina. Alcune vie sono state coperte e sono diventate dei locali a cielo aperto dove si fa fatica a camminare.
Altro cibo tipico della cucina cinese sono i pesci essiccati e esposti in quantità industriale fuori e dentro i negozi di alimentari.
Capita di assistere a qualche rito più o meno religioso, messo in atto direttamente in strada. Non ci siamo abituati ed è difficile dire di cosa si tratti. Sembrano qualcosa tipo la lettura delle carte, che capita di vedere anche in Italia, che però qui viene fatta su ceneri o ossa.
Tempio buddista.
Interessante è anche la visita di un tempio buddista. Quando sono stato a Singapore era stato trasferito in un grande tendone da circo. Pare che l’edificio abituale fosse in restauro.
Le persone che controllano l’ingresso possono farti pensare che i turisti non siano ammessi, ma di solito ti fanno cenno che puoi entrare liberamente. Dentro l’atmosfera è coinvolgente e ci si dimentica di essere in un tendone. Non c’è un unico punto di attenzione, ma diversi. Alcuni pregano in un angolo, altri fanno riti davanti a una statua del Buddha, altri ancora sembrano in meditazione. Ci si sente intrusi, ma è interessante scoprire culture diverse dalla nostra.
Zoological Gardens.
Altra attrazione tipica di Singapore è lo Zoological Gardens. Devo dire che vado difficilmente agli zoo perché non condivido la sottrazione degli animali in natura, per farli diventare uno spettacolo da baraccone. Ci sono eccezioni come gli ambienti ampi e ben realizzati dove gli animali vivono in semilibertà. In ogni caso provo sempre un certo disagio e l’ho provato anche allo zoo di questa città. Ci andai un po’ perché comunque ero in transito e avevo la giornata libera e un po’ perché volevo vedere il Varano di Comodo.
Informazioni su Singapore.
Avrete capito che la città è un misto fra antiche tradizioni orientali e economia tipicamente occidentale. Infatti ai vecchi quartieri si contrappongono i numerosi palazzoni ultramoderni che si vedono a gruppi un po’ dovunque. In effetti l’economia di questo piccolo stato è legata proprio al crocevia di merci e persone, sia via aerea che via mare. L’aeroporto Changi è uno dei più trafficati del mondo e vi assicuro anche uno dei più belli. Di solito le lunghe attese negli scali finiscono con l’essere noiose se non fastidiose. Qui invece è tutto bello e curato, compresi i pulitissimi servizi igienici. Mai vista tanta pulizia in un bagno pubblico. Mi vengono in mente quelli dell’aeroporto di Il Cairo.
Anche riguardo la sicurezza devo dire che viene trasmessa al visitatore una sensazione molto positiva. I pericoli ci sono sempre, specialmente in paesi che non si conoscono, ma in questa città stato sembra che abbiano ottenuto ottimi risultati. D’altronde le pene sono molto severe, comprese le esecuzioni capitali. Il benessere economico è un ulteriore aiuto.
In ogni caso, come detto sconsiglio di fermarsi per più di un giorno intero a massimo due. Se site in transito però non esitate a spostare il volo di partenza di 24 ore per una breve visita. Ne vale la pena.
Singapore Flexi Passion Pass.
Come per molte altre località nel mondo, c’è la possibilità di acquistare un pass che include alcune attrazioni di questa città stato. Vi sono diverse possibilità, che consentono di avere praticamente tutte le attività comprese, oppure di ridurre la spesa, scegliendo solo quelle che interessano. Nel primo caso si può scegliere la durata fra 2, 3 o 5 giorni.
Aquistando tramite i link seguenti troverete:
- sito in italiano,
- prezzi convenienti (spesso i più bassi),
- possibilità di stampa immediata del voucher con codice QR, che permette l’ingresso diretto alle attrazioni, saltando la fila alle biglietterie,
- possibilità di ritiro della tessera fisica in diversi punti della città, compreso l’aeroporto.
Singapore Unlimited Passion Pass.
Per la scelta valutate bene quanto tempo avete a disposizione. Nel dubbio scegliete la soluzione più economica e date la precedenza a quello che vi interessa maggiormente.
Clima.
A Singapore piove praticamente sempre e non solo nella stagione dei monsoni, ovvero più o meno durante l’estate. Per la verità piove di più proprio a cavallo di fine anno, anche se i temporali più intensi capitano fra giugno e settembre. Di sicuro in questa città ho preso più acqua di qualunque altro luogo dove sono stato. Una caratteristica di questi climi umidi è che appena si esce tutto quello che si ha addosso diventa appiccicoso e fastidioso. Viene da cambiarsi continuamente, ma non servirebbe a nulla.
Pernottamento e pasti.
Come altre volte, non mi sono trovato bene dove mi sono fermato a mangiare e dormire e pertanto mi astengo. Posso dire che, oltre alla cucina cinese, vi sono moltissimi locali di altre cucine orientali e non. Troverete facilmente locali con cucina vietnamita, indiana, francese e ovviamente italiana. Quest’ultima devo dire anche più di quello che mi aspettavo da queste parti.
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