
Come organizzare un viaggio in Egitto quasi fai da te, assolutamente personalizzato, ma senza i rischi tipici di chi si muove in completa autonomia. Modalità molto bella in generale, ma che in questo paese non è comoda e spesso nemmeno fattibile. Il tutto mantenendo basso il costo totale.
Viste le innumerevoli e interessantissime cose da fare in Egitto, ho diviso il contenuto in due articoli, di cui questo tratta Il Cairo e dintorni, mentre un secondo si occuperà della Crociera sul Nilo fai da te (quasi). Come fare.
Cominciamo.
In Egitto non ci si può muovere in completa autonomia, come si potrebbe fare in Islanda o in Portogallo. Troppi sarebbero i problemi, sia perché solo i locali sanno come muoversi e a chi rivolgersi, sia perché non converrebbe. Amo programmare i miei viaggi ma, come ho scritto altre volte, programmare non vuol dire fare sempre e comunque da soli. Significa invece prevedere quello che si andrà a trovare in termini di difficoltà, impedimenti, costi e così via. Conseguentemente ci sono paesi dove il completo fai da te non è possibile, o non è consigliabile.
L’Egitto è uno di questi, a meno di essere nati e cresciuti lì. Proprio per questo ritengo che il modo migliore di organizzare un viaggio in Egitto fai da te, sia quello di decidere quali parti interessano, scegliere uno o più tour che meglio si avvicinano a quanto abbiamo in programma e abbinarli fra loro. Basterà acquistare i voli preferiti e il gioco è fatto. Aggiungo che in generale non ritengo che L’Egitto presenti maggiori pericoli di un generico paese.
Quello che vado a descrivere è il programma che ho seguito io, composto da alcuni giorni al Cairo, con visita di Giza e altri in crociera sul Nilo (vedi articolo: Crociera sul Nilo fai da te (quasi). Come fare.), con visita di Assuan. Ma le possibilità di viaggio in Egitto fai da te sono moltissime. Il mio era un Tour completo dell’Egitto, 8 giorni con tutto incluso.
Egitto fai da te – Il Cairo.
Le cose da fare e vedere in questa città incredibile sono molto più di quello che si pensi, ma Il Cairo non è una città come le altre. Ogni città ha le sue caratteristiche, direte voi, ma questa decisamente è diversa. Intanto nell’area metropolitana vivono ormai circa 24 milioni di abitanti. Tanto per capirsi, siamo al livello di quelle di New York e Los Angeles, ma con alcune peculiarità.
Quasi tutto il traffico è su gomma e questo comporta un paio di cose particolari. Innanzitutto flussi pazzeschi di mezzi di tutti i tipi si aggrovigliano su strade a otto corsie, che però non vengono rispettate. In pratica ognuno segue la traiettoria che gli pare e si infila dove gli gira di farlo. Le code sono la norma e ognuno lotta per passare davanti agli altri. A completare il quadro ci sono veicoli a trazione animale, biciclette e persino pedoni e animali in libertà. Muoversi con auto propria non è nemmeno da prendere in considerazione.
Secondariamente i veicoli sono mediamente molto vecchi. Le auto sono modelli che a definire datati gli si fa un complimento. Per capirsi, si vedono continuamente modelli come le Fiat 128 o 124. Per chi non ha passato i cinquanta, ricordo che sono modelli degli anni settanta. Questo comporta un livello di inquinamento pazzesco. Al Cairo vedere un cielo grigiognolo è la norma anche senza nubi. Per fortuna chi è in viaggio ne risente poco, proprio per il periodo limitato in cui si ferma. Va poi ricordato che molti grandi alberghi sono in periferia, dove le cose vanno un po’ meglio. Insomma avete capito di cosa stiamo parlando. Ma Il Cairo merita la visita proprio perché è pazzesca, oltre che per le meraviglie che nasconde. Vediamole.
Il Museo Egizio.
Tappa fondamentale e imperdibile di un viaggio in Egitto, il Museo Egizio è uno dei più ricchi e completi musei sul tema dell’antico Egitto. Molti pezzi importanti sono anche al British Museum e al Museo Egizio di Torino, ma non possono reggere il confronto con questo, anche perché qui c’è il tesoro di Tutankhamon.

Durante la visita, non mettetevi a gironzolare senza logica. Lasciatevi condurre dalla vostra guida e fate domande. Difficilmente ci ricapiterete. Guardare distrattamente un pezzo esposto serve a poco se non ne conoscete la storia. Ovviamente non ci si può soffermare su tutto ciò che è in mostra. Una buona guida, come quella che mi è capitata, vi porterà su tutti i pezzi più importanti e vi lascerà poi liberi di fare un giro in autonomia, per tutto il resto.
I tesori della tomba di Tutankhamon.
Naturalmente la maggiore attrazione è il tesoro del re bambino. Di un poco importante faraone della XVIII dinastia. Insomma di uno dei faraoni che hanno lasciato meno tracce di se nella storia, ma la cui tomba ha avuto il privilegio di non essere scoperta dai ladri di tesori, che hanno saccheggiato le sepolture reali fin dai tempi dell’antichità.
Per la verità alcuni locali erano stati visitati dai ladri in epoca antica, ma i sigilli della cappella contenente i vari sarcofagi erano intatti. L’emozione di Howard Carter deve essere stata notevole. A proposito, la casa dove abitava è ancora presente vicino alla strada che porta alla Valle dei Re.
Nel museo, i tesori di Tutankhamon sono divisi in due parti. La prima, comprendente i più ingombranti, è esposta come per tutti gli altri reperti. In altre parole si può liberamente fotografare. L’altra parte, con i reperti più famosi, è visitabile in una saletta dove non è consentito fare foto. Ovviamente è qui che si trova la ultra famosa maschera d’oro.

Quando ci sono capitato io, purtroppo la cappella, ovvero la struttura in legno che conteneva i vari sarcofagi, era coperta di nastri protettivi, dovuti a un trasporto recente. In pratica non si vedeva nulla. Peccato. Ammirando i tesori rinvenuti, viene spontaneo pensare a cosa dovesse esserci nelle tombe di faraoni ben più importanti, come Ramses II o Seti I.
La Cittadella del Saladino.
Lo confesso, di questa cittadella del Cairo non sapevo quasi nulla. Dopo esserci stato ed aver imparato un po’ di cose, grazie alla mia guida, mi sento di dire che in un viaggio in Egitto non deve mancare questo pezzo di storia. Con il nome di Cittadella del Saladino si intende la fortificazione eretta da Salāh al-Dīn (Saladino) per difendersi dai crociati. Successivamente è stata sede dei governanti britannici e dei regnanti egiziani, prima della repubblica. Viene spesso chiamata anche Cittadella di Muhammad Ali, dal nome del condottiero ottomano Muhammad Ali Pascià, che vi regnò e che è considerato il padre fondatore dell’Egitto moderno.

Posta in posizione strategica sulla sommità di una collina con bella vista sulla città, la Cittadella è articolata in vari edifici, ma il pezzo forte, quello che interessa il visitatore, è la Moschea di Muhammad Ali, detta anche “Moschea di Alabastro“, per le sue pareti realizzate con questo materiale. La forma conferma quanto si narra, ovvero che i progettisti si siano ispirati alla famosa moschea di Santa Sofia, a Instambul.
L’ispirazione ottomana è confermata anche dai minareti lunghi e stretti, tipici di quelle parti. Anche le cupole lucenti sono di ispirazione ottomana, come lo erano il committente e il progettista. La caratteristica più tipica della moschea è l’enorme lampadario a file circolari di luci, che quasi riempie la grande sala centrale.

La storia della torre dell’orologio.
Sulla copertura perimetrale del cortile interno della moschea fa bella sfoggia della sua inutilità la torre dell’orologio. Se ne parlate con un generico cittadino del Cairo è quasi sicuro che vi racconterà la sua storia. La torre fu ceduta dal re di Francia Luigi Filippo in cambio di un obelisco del tempio di Luxor. Già così non sembra un grande affare, visto il misero aspetto della torre. Ma c’è anche la beffa. L’orologio infatti arrivò già rotto e non ha mai funzionato, mentre lo splendido obelisco è il pezzo forte di Place de la Concorde a Parigi.

Khan el-Khaili.
Il Cairo in generale è anonima e spesso anche trascurata, ma ci sono comunque delle parti che meritano di essere esplorate. Al solito i quartieri più interessanti sono quelli più vecchi, come Khan el-Khalili. Siamo nella Cairo Vecchia, all’interno di quello che resta delle mura del centro medievale e nei dintorni delle moschee storiche della città.
Io sono capitato al Cairo in un momento particolare, che non avevo previsto. Il giorno del mio arrivo era l’ultimo del Ramadan. La nostra guida, mentre ci accompagnava in albergo, ha pazientemente atteso le 18:30 per poter finalmente mangiare e bere qualcosa. In alcuni incroci maggiori, ci sono dei ragazzi che consegnano agli automobilisti sacchetti di plastica riempiti di karkadè. Il tutto gratuitamente, allo scopo di aiutare chi deve continuare a lavorare, ma allo stesso tempo ha bisogno di bere.
Finito il Ramadan, ci sono tre giorni di festa, nei quali la zona del mercato di Khan el-Khalili, alla sera, si riempie di giovani spiritati, smaniosi di rifarsi del periodo di restrizioni. La calca è da provare, se riuscite a sopravviverle.
Detto così sembra un posto dove non andare, ma è vero il contrario. Se si è al Cairo, va visto come si vive al Cairo. Fatta l’esperienza mi sento di definirmi fortunato per essere capitato lì proprio il primo giorno dopo la fine del Ramadan.
Il Caffè degli Specchi.
Il luogo è quello giusto dove fermarsi in locali tipici, per provare le bevande più diffuse, come il karkadè o l’infuso di semi di cumino. Io li ho provati entrambi, ma alla fine mi sono rifugiato nel classico tè alla menta, che non è male.
Non manca mai una fermata al El Fishawy Caffè, come è chiamato da quelle parti, o Caffè degli Specchi, come viene spesso indicato, per la caratteristica della presenza di grandi specchi d’epoca. Il problema è che è un luogo molto turistico ed è difficile trovarvi posto, oltre a dover sgomitare. Una buona soluzione può essere quella di fermarsi per vederlo e poi dirigersi altrove.
Il quartiere Copto.
Il quartiere Copto è forse il nucleo più vecchio di tutta la città. Secondo gli archeologi i primi insediamenti sulle rive del Nilo avvennero proprio qui, intorno a VI secolo a.c.. Oggi troviamo un piccolo quartiere pieno di chiese cristiane e qualche sinagoga ebraica, molto tranquillo rispetto all’inferno di traffico del resto della città. In altre parole è uno dei pochissimi punti del Cairo dove si può passeggiare.
Di solito la visita si concentra su un paio di chiese, fra le più interessanti. Fra queste c’è la Chiesa copta ortodossa della Santa Vergine Maria, chiamata anche Hanging Church, perché edificata sopra uno dei locali di pertinenza della Babilonia sul Nilo, costruita dai romani nel II secolo d.c. e della quale è ancora ben visibile una parte della torre a pianta circolare.
I mosaici davanti all’ingresso della chiesa testimoniano che da queste parti ha soggiornato la sacra famiglia, durante la fuga in Egitto. Si narra che questa si sia fermata proprio nella vicina chiesa di San Sergio e San Bacco. Gli antichi sotterranei dove sarebbe avvenuto il fatto sono ancora visitabili e, in ogni caso, trasmettono un fascino notevole.

Egitto fai da te – La piana di Giza.
Imprescindibile tappa di un viaggio in Egitto è la visita delle piramidi di Giza. Trattandosi di monumenti fra i più famosi del mondo, mi concentrerò sulla descrizione degli aspetti pratici e di quelli non noti a tutti. Le piramidi sono tre: Cheope, Chefren e Micerino, che si sono succeduti nella linea dinastica. Va detto subito che i nomi possono essere scritti anche in altre maniere, sia per una questione di lingua, sia perché sono traslitterazioni dei Geroglifici Egizi, con tutte le difficoltà interpretative che ne derivano. Quelle visitabili sono le due maggiori: Cheope e Chefren. Cominciamo dalla prima.
Piramide di Cheope.
La maggiore, considerata la settima meraviglia dell’antichità, nonché l’unica ancora sopravvissuta al tempo, è veramente imponente e misteriosa. Imprescindibile attrazione di un viaggio in Egitto. All’interno della piramide sono presenti una serie di cunicoli, condotti e camere che nessuno è mai riuscito a spiegare. Le ipotesi sono molte, ma nessuna ha realmente senso. La verità è che semplicemente non sappiamo a cosa servissero.

Gli ingressi all’interno della piramide sono due. Il primo (foto sopra) è quello originario, che però fu sigillato durante la costruzione e non se ne conosceva l’esistenza fino a quando si penetrò in profondità creando un cunicolo irregolare, ottenuto demolendo il materiale costituente la struttura. L’operazione fu compiuta nell’820 d.c., per volontà del Califfo Al-Ma’mun, che sperava di trovarvi un grande tesoro, di cui si vociferava. Il secondo ingresso è quello che realizzato dal califfo ed è tutt’ora quello utilizzato per entrare.
Gli operai del califfo ebbero la fortuna di imboccare una direzione solo di poco decentrata rispetto a quella originaria. Percepirono la presenza di questa e la raggiunsero. Arrivarono proprio nel punto dove il cunicolo originario si divide fra il tratto discendente e quello ascendente. Il primo scende in una camera piuttosto grezza, ricavata nel suolo originario, sotto la piramide. Il secondo sale fino alla Grande Galleria.
La Camera della Regina.
In quel punto il condotto ascendente è sigillato da tre grossi blocchi di granito, ma gli operai li aggirarono rompendo le più tenere rocce calcaree che cosituiscono il 97% della struttura della piramide. All’inizio della Grande Galleria parte anche il cunicolo che porta alla cosiddetta Camera della Regina. Il nome deriva solo dalle sue geometrie con soffitto a capanna, tipiche appunto dei locali delle regine dell’epoca. Questa è l’unica camera collocata esattamente sotto la verticale per il vertice della piramide. Purtroppo di solito è chiusa al pubblico.
La Camera del Re.
Alla fine della imponente Grande Galleria, sopra la Camera della Regina, troviamo un nuovo cunicolo che porta alla cosiddetta Camera del Re. Anche questo nome è puramente convenzionale, per indicare che è più grande della precedente. Questa camera, anche se sembra più importante dell’altra, non è sotto la verticale del vertice ed è caratterizzata da una sovra struttura a camere sovrapposte della quale nessuno ha saputo spiegare lo scopo in maniera convincente.
Questa camera è rettangolare in pianta e presenta il soffitto piano, contrariamente all’altra. Sia le pareti che il soffitto sono in blocchi di granito, perfettamente levigati e accoppiati. Nella camera, in posizione decentrata, è presente una specie di sarcofago in granito rosa, che non fa pensare a quelli contenenti le mummie dei faraoni, trovati nella Valle dei Re.
Altri elementi.
Nelle pareti del cunicolo ci sono delle scanalature, che fanno pensare che fossero presenti delle paratoie in pietra per sigillare lo stesso. Vi sono poi altri cunicoli e condotti, uno più inspiegabile dell’altro.
La visita.
Per entrare nella piramide serve ovviamente un biglietto, che si acquista in loco. Di questo, come di quasi tutto, si occupano le guide. Il percorso è in salita, ma non è significativamente impegnativo per chi è in normali condizioni di salute. I fastidi sono due. Il primo è la grande umidità che si trova all’interno e che vi farà fare una bella sudata, anche se siete ben allenati. D’altronde c’è sempre molta gente e gli spazi sono ristretti. Anche il ventilatore installato, fa ben poco, ammesso che sia in funzione. Il secondo è il percorso in salita che non presenta gradini, ma solo una tavola con traverse ferma piede. Funziona, ma scivolare è facile.
All’interno della piramide si può portare solo uno smartphone e pertanto solo con questo si può fotografare e fare riprese. La mia Nikon è rimasta fuori nelle mani della guida, risparmiandosi l’incredibile umidità dell’interno.
Misteri della piramide di Cheope.
Le piramidi di Giza hanno da sempre stuzzicato autori ed editori. Dei suoi misteri trattano un numero enorme di libri, video, articoli e altro. Le teorie sono innumerevoli e regolarmente c’è chi annuncia di aver chiarito tutto, ma la verità e che nessuno ha mai presentato argomentazioni convincenti sulle origini di questo capolavoro di ingegneria. La questione mi ha da sempre appassionato ed ho letto e visto molto, ma non è questa la sede per entrare nel dettaglio. Mi limiterò ad elencare i principali aspetti inspiegati della Piramide di Cheope.
- I decori e le dotazioni non sono quelli tipici delle tombe. Tutte le tombe reali della Valle dei Re sono decorate con bellissimi bassorilievi dipinti, mentre qui è tutto spoglio. I sarcofaghi sono sempre bellissimi e sontuosamente decorati e scolpiti, mentre quello presente qui è spoglio e grezzo. Per quanto possano essere stati depredati, almeno un piccolo resto dei tesori e delle dotazioni che si trovano nelle tombe dovevano essere rinvenuti, ma non ve n’è traccia.
- I volumi interni non presentano la logica delle tombe. Tutto il complesso di cunicoli e camere non ha alcun senso, se si tratta di una tomba. La teoria che spiega la presenza di tre camere come diversivo per i ladri non regge. La camera da proteggere avrebbe dovuto essere nascosta, mentre tutti i cunicoli, anche quando sigillati, sono facilmente individuabili.
- All’interno non è stato trovato nemmeno il più piccolo frammento di resti umani o parti di mummie. Secondo la teoria ufficiale si tratta di una tomba, ma non c’è traccia che riporti a questo impiego e nessun resto, nemmeno un frammento, vi è stato trovato.
Piramide di Chefren.
Come dimensioni questa piramide è solo di poco più piccola della precedente, ma riguardo alle volumetrie interne ci sono importanti differenze. Qui sono molto ridotte e assai più semplici. In pratica si incontra un cunicolo discendente, che poi prosegue orizzontalmente fino alla camera. Questa sembra incompiuta e, come nel caso della Camera della Regina della piramide di Cheope, si trova esattamente sotto la verticale del vertice della piramide.
Di diverso c’è che l’unica camera è scolpita nella roccia originaria e anche il cosiddetto sarcofago è annegato nel suolo. Sulla parete della camera domina la scritta lasciata dal padovano Giovanni Belzoni, che la scoprì. Per il resto vale quanto detto per la piramide di Cheope, salvo il ridotto numero di camere interne.

Prima di lasciare la piana di Giza, non dimenticatevi di ammirare e fotografare il complesso dal punto di osservazione posto più in alto. Probabilmente sarà la guida stessa che vi ci porterà, ma in caso contrario ricordateglielo.
La grande Sfinge.
La grande Sfinge diGiza è uno dei monumenti più famosi del mondo in assoluto. Non c’è viaggio organizzato che non ne preveda la visita, ma anchein un viaggio in Egitto fai da te è inconcepibile escludere la visita di questa icona dell’antichità. Descriverne gli aspetti misteriosi e controversi richiederebbe un trattato apposito. Pertanto non mi addentrerò in questi aspetti, anche se ne sono da sempre appassionato, ma mi limito a fare due considerazioni.

La prima riguarda l’epoca di costruzione. Che sia stata realizzata all’epoca dei faraoni è quantomeno discutibile. Basta un’osservazione sommaria per notare che l’erosione che la caratterizza è dovuta al defluire delle acque meteoriche. Piogge intense per lunghi periodi di tempo. Peccato che queste fossero assenti all’epoca dei faraoni. Per avere piogge copiose ripetute occorre andare indietro nel tempo, all’epoca della fine dell’ultima glaciazione, ovvero circa 12500 anni fa. Data che coincide con molti altri aspetti, ma sono argomenti sui quali non posso dilungarmi.
La seconda è una riflessione un po’ più “terra terra”. Ufficialmente riprodurrebbe le fattezze del faraone Chefren. Questo potrebbe anche essere vero, ma è abbastanza evidente che la sagoma originaria è stata riscolpita. Le ridotte dimensioni della testa rispetto al corpo sono prova difficilmente confutabile. All’epoca della sua prima costruzione la sfinge probabilmente raffigurava semplicemente un leone che guardava il sorgere di se stesso, ovvero l’omonima costellazione, ben nota fin dall’antichità più remota. Oggi deve mestamente accontentarsi dei confusi, rumorosi e ultra inquinati quartieri periferici del Cairo.
Egitto fai da te – Menfi.
Menfi era il maggiore centro amministrativo e religioso del Basso Egitto, di cui era capitale nel periodo Protodinastico (2920 – 2640 a.c.) e dell’Antico Regno (2640 – 2160 a.c.). Vi risiedevano i faraoni, vi avvenivano traffici commerciali e costituiva uno dei maggiori centri abitati dell’antichità.
Purtroppo di tutto questo oggi non è osservabile quasi nulla. I motivi di questo sono due. Il primo è la tecnica costruttiva utilizzata per edificare quasi tutti gli edifici che la costituivano, ovvero i mattoni crudi. Poco resistenti al tempo, furono facilmente spazzati via dalle piene del Nilo. Il secondo è una conseguenza indiretta di queste piene. Quando la città ha perso vitalità, ad ogni allagamento seguiva un riporto di materiale limoso. Con il tempo gli edifici resistenti, come i templi in pietra, sono stati sepolti da metri di materiale e si ritiene che si trovino ancora in questo stato.

I pochi resti osservabili sono raccolti in uno spazio aperto vicino all’edificio dove è custodito il famoso Colosso Caduto. Si tratta di una statua rappresentante Ramesse II, che originariamente era alta 13 m, mentre oggi è priva dei piedi. La parte anteriore della figura è finemente rifinita, mentre quella posteriore sembra parte di una struttura oggi scomparsa. Il colosso è adagiato in orizzontale ed è ben ammirabile salendo sul ballatoio che gli gira intorno.
La visita di Menfi è quindi relativamente breve e costituisce solo una tappa, durante il giro che consente di visitare i monumenti della zona, come Saqqara.
Egitto fai da te – Saqqara e dintorni.

Saqqara è famosa soprattutto per la famosa piramide a gradoni di Zoser, progettata dall’altrettanto famoso architetto Imhotep, divinizzato dopo la morte e identificato dai greci come Esculapio. In effetti Saqqara è un’ampia necropoli, posta all’interno di un grande recinto murario in buona parte ancora presente. Vi si trovano molte tombe di alti funzionari, templi e altre piramidi minori, purtroppo assai mal conservate.
Vicino alla piramide di Zoser si trova il “serdab“, ovvero la cella (in arabo appunto serdab) che contiene il “ka” del faraone. Si tratta di un ristretto locale, raccolto intorno alla statua del faraone, con il volto rivolto verso un foro che ne consente la visione dall’esterno. Lo scopo era consentire liberi movimenti all’anima, oltre che l’introduzione di offerte. La piccola cella è volutamente inclinata e, se vi fermate a guardare dal foro, vedrete il volto del faraone. In effetti è una copia della statua originale, oggi custodita nel museo del Cairo.
Il “Ka”.
Il “Ka” era per gli antichi egizi uno dei componenti dell’anima, che in totale erano circa nove. Questo rappresentava la forza vitale, o lo spirito vitale dell’uomo e non lo abbandona mai, nemmeno dopo la morte. Durante l’esistenza raccoglie ricordi e sentimenti e dopo di questa consente una vita impalpabile, priva di ostacoli fisici.
Girate con calma tutto il complesso e fate tesoro delle informazioni della guida. Di solito si tratta di persone competenti, che potranno illustrarvi tutto ciò che sfugge alla semplice osservazione e chiarire i vostri dubbi.
Il complesso funerario di Teti.
Spesso i viaggi in Egitto non prevedono la visita di questo complesso, ma voi non dimenticatelo. Il complesso funerario di Teti, vicino alla necropoli di Saqqara merita sicuramente il tempo necessario per apprezzarlo. La piramide è completamente rovinata, ma sotto di essa è visitabile la sala con il sarcofago e i locali adiacenti. La copertura è anch’essa parzialmente deteriorata, ma presenta ampie superfici che riproducono il cielo stellato, come anche in diverse tombe della Valle dei Re, con stelle dorate su sfondo blu scuro. Lo scuro sarcofago è piuttosto imponente, anche se non al livello dei più prestigiosi presenti nella Valle dei Re. Buona parte delle pareti sono decorate con i Testi delle Piramidi, contenti i riti per favorire il passaggio nell’aldilà.
Il complesso comprende anche altri edifici visitabili, con belle decorazioni alle pareti.
Egitto fai da te – I Tour.
Escursioni adatti a confezionare il proprio viaggio in Egitto fai da te:
Tour di otto giorni: Tour completo dell’Egitto, 8 giorni con tutto incluso.
Tour di undici giorni: Egitto al Completo + lago Nasser.
Se vi interessa un’escursione da fare in giornata, controllate queste:
- Piramidi di Giza, Menfi e Saqqara,
- Tour di un giorno: Il Cairo + Piramidi di Giza,
- Tour completo del Cairo con biglietti.
Per risparmiare, c’è anche un Free tour delle piramidi di Giza e della Sfinge. Queste visite sono interessanti per chi non vuole impegnarsi in qualcosa che potrebbe non piacere, ma ho conferme dirette che in generale sono assolutamente validi. Leggete le condizioni.
Per chi vuole anche alcuni giorni di relax sul Mar Rosso: Tour completo dell’Egitto + Mar Rosso, 11 giorni con tutto incluso.
Se cercate ancora qualcosa di diverso potete provare a vedere cos’hanno siti specializzati come Civitatis (tour in Egitto.), oppure GetYourGuide (Tour dal Cairo.)
Buon viaggio e …
se vi interessa potete leggere il seguito del mio viaggio in Egitto nell’articolo Crociera sul Nilo fai da te (quasi). Come fare.
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