
I miei suggerimenti per un pranzo o una cena a Orvieto, scoprendo le tipiche trattorie della città umbra. Locali scelti per una o più qualità, fra cibo, posizione, convenienza e altro. Qualche indicazione anche per uno spuntino veloce, senza pretese.
Cominciamo.
Orvieto appartiene a quella parte di Italia rimasta ancorata alle sue tradizioni. Ho soggiornato più volte nel suo splendido centro storico, girandolo in lungo e in largo e non ho trovato i soliti locali con hamburger, pollo fritto e patatine. Qui si mangia pasta fatta in casa, cinghiale e tartufi, respirando storia e tradizione.
Per fortuna ancora in diverse città italiane, ma anche altrove nella vecchia Europa, si può ancora assaporare la tradizione culinaria dei luoghi. Succede un po’ come cercare il goulash a Budapest, il bacalhau a Porto o il tzatziki a Creta.
Le 5 trattorie che vi suggerisco per mangiare a Orvieto.
Deliberatamente non ho seguito un ordine particolare. Ogni locale ha le sue caratteristiche e i suoi motivi per andarci. Scegliete secondo le vostre preferenze e quello che state cercando.
La Palomba.
La Palomba è forse la trattoria più apprezzata di Orvieto, non tanto per il suo inserimento nella guida Michelin, ma proprio perché riceve l’apprezzamento dei residenti. Mantiene l’impostazione da vecchia trattoria, ma con connotazioni da ristorante. Quindi piatti senza tanti fronzoli, bruschette, porzioni abbondanti di pasta, ma anche un buon servizio, attento e puntuale. Ho chiesto più volte a persone del luogo e il locale che metteva tutti d’accordo era proprio La Palomba. Dopo averlo provato, ci metto anche il mio consenso.

I piatti sono sicuramente di qualità, con ottimi ingredienti e impeccabile preparazione. Dominano i sapori tradizionali come il tartufo e il cinghiale, ma anche su altri ingredienti non si resta delusi. Vi consiglio di provare piatti diversi, fra antipasti, primi e secondi e magari saltare i dolci, non perché non siano buoni, ma per concentrarvi sulle preparazioni più caratteristiche.
Ambiente e posizione.
Anche gli ambienti interni hanno i connotati tipici delle tradizionali trattorie, con quella semplicità che caratterizza i posti dove si punta soprattutto sul cibo. Quindi sedie di legno impagliate, vecchie cristalliere piene di bottiglie di vino e tavoli ravvicinati. Vi troverete vicini a persone del luogo, ma probabilmente anche stranieri. Difficile infatti non sentire conversazioni in diverse lingue, soprattutto in alta stagione.
La posizione è di quelle che non deludono. Una stradina vicina a Piazza della Repubblica, a cui si accede passando sotto vecchi archi. Anche la scelta di mantenere la vecchia insegna, con il tradizionale portone in legno, è sicuramente azzeccata e in sintonia con i muri in pietra, con i vasi di gerani appesi.
Prezzi e prenotazione.
I prezzi sono sicuramente contenuti in rapporto alla qualità. Calcolate una spesa di circa 25 – 30 euro a persona per una cena media, ovviamente in dipendenza di quali e quanti piatti ordinerete.
La prenotazione è sempre opportuna e diventa indispensabile in alta stagione e nei fine settimana. In questi casi vi consiglio di prenotare con diversi giorni di anticipo, specialmente se vi trovate in mezzo a ponti importanti.
Non hanno un sito, ma trovate i recapiti sulla loro pagina Facebook.
Mezza Luna.
Questa trattoria è una vera e propria istituzione. Se chiedete a gente del luogo dove mangiare a Orvieto, è praticamente certo che vi indichino proprio questo locale. Qui si viene soprattutto a pranzo, per apprezzare gli ottimi e abbondanti piatti di pasta, al costo di una trattoria da camionisti.
Mezza Luna è un locale storico, presente da ormai mezzo secolo. Come spesso mi succede, mi chiedo da dove abbia origine il nome dei locali che provo. Talvolta è scontato, come il monumento più vicino, o la via dove si trova. In questo caso deriva dallo stemma di un vicino palazzo di una famiglia di origine araba, appunto la mezza luna.
I piatti sono tutti buoni, ma il pezzo forte è la Carbonara, che può essere definita, senza rischio di esagerare, un vero e proprio mito. In effetti, forse gli altri piatti non sono al livello dei migliori ristoranti di Orvieto, ma la carbonara è ottima e, se ci si accontenta di un piatto di pasta e una bottiglia di acqua, si pranza con 11 – 12 euro a testa.

Sempre a proposito della carbonara di Mezza Luna, è bene sapere che è decisamente carica di guanciale e abbondantemente spolverata di pepe. Quindi se avete lo stomaco delicato, forse è meglio scegliere qualcos’altro e magari limitarsi ad assaggiare quella di un vostro commensale. Io non ho saputo trattenermi e l’ho apprezzata in pieno, ma mi ci è voluto un bel po’ per smaltirla.
Ambiente e posizione.
Il locale è decisamente piccolo. Un unico ambiente in posizione seminterrata, con soffitto a volta del tipico tufo locale e pochissimi tavoli, uno vicino all’altro. Vi troverete a mangiare con residenti, turisti di diversi paesi, attratti dalle recensioni sulle guide turistiche, ma anche lavoratori in pausa pranzo, soprattutto ovviamente durante la settimana.
La posizione è ottima, vicino al punto di arrivo delle scale mobili del parcheggio di Campo della Fiera, a due passi da Piazza della Repubblica, nel quartiere medievale di Orvieto.
Prezzi e prenotazione.
Proprio per gli spazi ridotti e la fama di cui gode Mezza Luna, è indispensabile prenotare praticamente sempre. A maggior ragione nei fine settimana e ovviamente nei giorni critici, come i periodi vicino a feste importanti e relativi ponti. Io ci sono stato due volte. La prima era un generico giorno lavorativo ed era piuttosto presto. Ho trovato posto senza prenotare, ma poco dopo il mio arrivo era già pieno. La seconda volta ho provato a prenotare il giorno precedente un festivo ed erano già pieni. Così ho dovuto prenotare per la settimana successiva.
La spesa, come detto, è molto contenuta e lo rende uno dei posti ideali per un breve pranzo, senza la spesa e il tempo necessari per un classico ristorante. In effetti non si spende di più di altri locali da pausa pranzo, con piatti assai meno validi.
Anche in questo caso non c’è un sito internet. Il loro indirizzo è: via Serencia 3, a 150 m dal Pozzo della Cava, nel quartiere medievale. Tel. 0763341234. Ovviamente salvo cambiamenti.
Il Giardino da Giovanni.
Questo ristorante non è conosciuto da tutti e fino a qualche anno fa aveva un’altro nome. Mi fu consigliato da un residente e devo dire che hanno un’ottima cucina. Come livello dei piatti mi sento di metterli almeno alla pari con quelli della Palomba, non soltanto per la qualità degli ingredienti, ma anche per una discreta creatività e cura delle preparazioni.

I sapori sono meno legati ai classici tartufo e cinghiale, ma sempre tipici della tradizione umbra e italiana, come i pistacchi di Bronte, l’aceto balsamico, il vino Sagrantino e la cipolla di Cannara. Se mi dovessi basare solo sui piatti che ho provato, pur con qualche esitazione, lo definerei il locale dove ho mangiato meglio a Orvieto. L’esitazione è solo per l’ottimo livello medio dei locali che ho provato.
Ambiente e posizione.
Il ristorante ha un giardino esterno, carino e nemmeno tanto piccolo, dove nella bella stagione si può mangiare all’aperto. Io ci sono capitato nella stagione fredda e devo dire che gli spazi interni sono abbastanza anonimi. La cosa è parzialmente compensata dalle ampie superfici vetrate che quantomeno movimentano un po’ l’ambiente. Non si avverte l’atmosfera della vecchia trattoria e ci si sente invece in un classico ristorante, sempre però improntato sulla semplicità.
La posizione è ottima, fra Piazza del Popolo e corso Cavour, nel pieno centro di Orvieto.
Prezzi e prenotazione.
I prezzi sono simili a quelli della Palomba e quindi abbastanza contenuti rispetto alla qualità del cibo. Il servizio è sicuramente buono e anche i tempi di preparazione adeguati.
Riguardo alla prenotazione, consiglio di farla comunque, ma direi che è necessaria in alta stagione, nei fine settimana e nei festivi. Trovate i recapiti nel loro sito Il Giardino da Giovanni.
Trattoria del Moro Aronne.
Questa è un’altra trattoria di Orvieto che ha mantenuto i classici connotati e cucina tipici delle vecchie trattorie, ma che è diventata famosa e apprezzata per la qualità del cibo. Le preparazioni sono semplici, ma di qualità. Consiglio di provare le varie bruschette, delle quali preferisco quelle con cime di rapa e salsiccia. Anche se si tratta di antipasti, quando ci sono andato con i miei figli, ce ne siamo fatte preparare ancora un po’ a fine pasto, al posto del classico dolce.
In questo locale si viene per apprezzare i sapori tradizionali. Ottimi piatti a base di Cinghiale, tartufo, funghi, pecorino e i classici salumi. Non c’è molta elaborazione, ma è tutto fatto nel migliore dei modi. Tutto quello che ho mangiato mi ha ricordato i migliori piatti di mia nonna. Sapori veri, con ingredienti genuini.
Non fatevi ingannare dai menù che trovate sui siti di recensioni e anche sul loro sito. A parte alcuni classici, troverete piatti diversi in un menù che cambia continuamente. Il posto è di quelli che ti spinge a provare i sapori e non ti viene voglia del dessert. Io ho provato una pasta al cavolfiore e acciughe, semplice, ma buonissima. Il primo pasto che ho fatto dopo il rientro a casa è stata una replica di questo piatto. L’ho fatto provare a chi non lo conosceva. Un successo al primo tentativo.

Ambiente e posizione.
Anche in questo caso l’aspetto è quello della classica trattoria, con sedie di legno impagliate, vecchi mobili, in un edificio con archi a vista, disposto su vari livelli. Da fuori sembra piccolo perché non si vedono i vari locali interni.
La posizione è eccellente, vicinissima alla Torre del Moro, a due passi dal Duomo. Il nome deriva proprio da questa torre e dal nome del proprietario, Aronne appunto. Non c’è quindi un moro che si chiama in questa maniera.
Prezzi e prenotazione.
I prezzi sarebbero leggermente più bassi rispetto alla Palomba e al Giardino da Giovanni ma, come detto, ti viene voglia di provarne diversi e magari aumentare il buon vino di accompagnamento. Quindi all’incirca si spendono le stesse cifre.
Mettendo insieme tutti gli spazi interni direi che di spazio ce n’è molto, ma in un generico sabato ho visto tutto pieno. Per cui direi di prenotare comunque. Trovate i recapiti sul loro sito.
Il Labirinto di Adriano.
Questo locale è diventato famoso per la scoperta del suo Labirinto. Se vi interessa, potete leggere la storia nell’articolo: Alla scoperta di Orvieto. Cosa vedere e come organizzarsi. In sintesi, durante i lavori in una pasticceria, si aprì una cavità, che poi portò a scoprire tutto il percorso sotterraneo che oggi si chiama appunto Labirinto. Alla pasticceria fu affiancato l’attuale ristorante che è un’occasione simpatica per combinare cena e visita dei sotterranei. Per i clienti del ristorante l’ingresso è infatti gratuito.

Il livello dei piatti non lo ritengo al pari dei locali che vi ho appena indicato, ma il cibo è comunque decoroso e si ha il fascino di poter scendere nelle antiche cavità etrusche alla fine della cena, magari quando non c’è nessuno e visitarle con calma.
Ambiente e posizione.
Gli spazi interni sono ridotti e senza pretese, ma non c’è alcun elemento negativo. Anche il perenne stato di leggera agitazione nella quale sembra sempre trovarsi l’abituale cameriere, un po’ chiacchierone, non guasta affatto e può anzi essere occasione per farsi raccontare qualcosa di più della storia del Labirinto.
La posizione è facilmente raggiungibile da ogni punto del centro storico. D’altronde Orvieto è molto raccolta, essendo obbligata dai confini della rupe su cui si trova e quindi ovunque si debba andare, non è mai un problema.
Prezzi e prenotazione.
I prezzi sono in linea ai locali sopra indicati, eccetto Mezza Luna che costa meno. Come detto io trovo il livello dei piatti leggermente al di sotto degli altri, ma dalle recensioni ritengo di essere il solo a pensarla così. Il ristorante del Labirinto è infatti ai primi posti dei locali di Orvieto, per cui non vi resta che provare e, se vi va, fatemi sapere la vostra opinione. Anche in un bed and breakfast dove ho soggiornato recentemente, me lo hanno consigliato proprio come ristorante.
Per la prenotazione direi di farla sempre, a meno che non prevediate di andarci a inizio settimana in bassa stagione. Potete farlo sul sito del Labirinto di Adriano.
Bar Montanucci.
Come dice il nome, questo è un bar pasticceria, ma all’ora di pranzo ha un banco con numerosi piatti serviti un po’ come nei self service degli autogrill. Ovviamente non siamo alla qualità delle altre trattorie e ristoranti, ma si può mangiare un piatto caldo decente con costi contenuti e in un locale tranquillo.

Dispone di vari ambienti, dei quali ovviamente i migliori sono subito pieni. Lo spazio abbonda negli spazi sul retro, che però sono piuttosto squallidi. Il posto è da consigliare per un pasto veloce a basso costo durante la visita della città, magari in previsione di una bella cena in una delle trattorie sopra indicate. Va bene anche per chi non fa caso all’estetica e cerca solo un posto tranquillo. Se vi mettete in uno dei tavoli del retro, potete anche mettervi a lavorare o studiare, come ho visto fare.
Per snellire il servizio la procedura è questa: si ordina quello che si vuole al banco, si riceve un segna tavolo in legno, con relativo numero. Ci si siede dove si vuole e si aspetta che portino il tutto. Se si vuole aggiungere qualcos’altro si ritorna al banco, indicando il numero che si ha già. Alla fine si passa a pagare alla cassa.
Caratteristiche.
L’ambiente è quello tipico del bar. La posizione è centralissima, in corso Cavour, vicino a Piazza della Repubblica. I prezzi sono bassi rispetto alle trattorie, e i tempi assai più rapidi. Ovviamente non c’è prenotazione. Se possibile, fermatevi ai tavoli interni, senza andare nel retro, anche se dovete rinunciare a un po’ di spazio, visto che i tavoli sono in generale più piccoli. Come detto, il retro è squallido e nei giorni con meno gente rischiate di essere soli, peggiorando ancora la situazione.
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