
Non necessariamente i luoghi più belli, ma i più godibili. Non i più famosi, ma quelli dove c’è qualcosa di più oltre i “posti in piedi” delle destinazioni più richieste.
Spiagge, monumenti, cose da fare e da vedere, ristoranti e molto altro. Non vogliamo perdere tempo e così finiamo con il digitare sui motori di ricerca le solite frasi: “le spiagge più belle del …” oppure “le cose da non perdere a …” e così via.
In questa maniera finiamo con il leggere il solito elenco delle attrazioni più famose, riportate su tutti i siti e su tutte le guide turistiche. Poi ci andiamo e troviamo i suddetti “posti in piedi”, ovvero folle in coda, spazi esauriti ecc. Magari ci accorgiamo che non era nemmeno la stagione migliore.
Non è la mia filosofia. Per chi è interessato, cercherò di dare un breve elenco delle spiagge e degli altri luoghi dove andare al mare in Sardegna, e che si possono effettivamente apprezzare, senza dover sgomitare troppo. Ovviamente ce ne sono numerosi altri.
Cominciamo.
Per prima cosa diamo a Cesare quello che è di Cesare, ovvero non si può che riconoscere che certe famose località di mare siano effettivamente molto belle. Fra queste rientrano certamente tutte quelle del golfo di Orosei. Impossibile negarne la straordinaria bellezza. Ma come tutti i luoghi troppo belli e famosi, anche in questo caso c’è il prezzo da pagare. In alta stagione le splendide spiagge del golfo sono semplicemente strapiene di bagnanti. Andarci significa vedere più barche che scogli, più ombrelloni che sabbia.
Nuotare significa esporsi a un rischio altissino di essere frullati dalle troppe barche a motore che scarrozzano ovunque senza rispettare alcuna regola. Ti tuffi, metti la testa sott’acqua per vedere il fondale e quando la risollevi c’è uno yacht di 15 m che ti oscura il sole. Di fare un tratto a nuoto non se ne parla. Non è un rischio, è la certezza di essere travolti dal primo incosciente che passa.
Altro esempio può essere la spiaggia “la Pelosa“, nell’estremo nord ovest della Sardegna. Luogo certamente incantevole, ma in luglio e agosto non troverete un posto per fermarvi se non cogliendo al volo quello di chi se ne sta andando. Non si vede il paesaggio, ma solo persone in costume ovunque. Non c’è roccia senza qualcuno che vi si è seduto sopra. Pazzesco. Non a caso mi hanno riferito che è stato previsto il numero chiuso per l’accesso alla spiaggia.
Di luoghi come questi in Sardegna ce ne sono quanti ne volete. Se ci andate in bassa stagione probabilmente li potrete apprezzare in tutta la loro bellezza, ma diversamente credo che la cosa semplicemente non abbia senso.
Pertanto, se cercate luoghi dove andare al mare in Sardegna, vi progongo destinazioni le cui bellezze possano essere godute in ogni stagione senza troppi stress da sovraffollamento.
Punta Pedra Longa

Situata fra il golfo di Orosei e il porto di Arbatax, sulla costa est (non confondetela con altri nomi simili), è un ottimo punto dove fermarsi per una bella nuotata, o per trascorrere qualche ora guardando il mare. Questo perché?
Meno affollamento.
Innanzitutto la vicinanza del famoso golfo di Orosei, che fa da calamita, riduce drasticamente il numero di persone che arriva qui. Secondariamente non c’è spiaggia e quindi vengono meno anche tutti quelli che senza la sabbia sotto i piedi non si sentono al mare. Inoltre non c’è un paese che faccia da riferimento, come succede nel golfo sopra citato, dove c’è Cala Gonone che ha tutto quello che può servire al turista, compreso il porto con numerosi noleggiatori di barche.
A Pedra Longa c’è solo un ristorante, davanti a un comodo parcheggio. Tutto questo rende il luogo molto più tranquillo di quanto ci si potrebbe aspettare, vista la sua bellezza.
Comodo accesso.
Pedra Longa segna anche l’inizio di un tratto di alcune decine di chilometri di costa spettacolare e selvaggia. Il vantaggio è che questo è l’unico luogo dove si può scendere in auto fino a pochi metri dal mare. Nel golfo di Orosei, infatti, le coste sono raggiungibili solo dal mare, o percorrendo i sentieri che scendono dalle scogliere retrostanti. Per gli appassionati c’è il famoso “Selvaggio Blu“, un sentiero che percorre tutta la costa da Pedra Longa a Cala Gonone, con viste spettacolari sui golfi interessati. Purtroppo succede che percorrendolo, si cammini per ore o per giorni per poi arrivare su una spiaggetta idilliaca, che però è strapiena di gente, arrivata con una delle tante barche a motore che scarrozzano ovunque, fregandosene delle regole e di chi cerca tranquillità.
A Pedra Longa è il contrario. Le barche sono quasi assenti, infatti quelle noleggiate a Cala Gonone possono spingersi fino a Capo Monte Santo, che segna l’inizio del Golfo di Orosei a sud. Al massimo si può avvistare uno yacht all’ancora, che non fa altro che completare il paesaggio. Viceversa c’è una strada asfaltata che scende fino al ristorante, dal quale una scalinata consente di arrivare al mare a nord della punta rocciosa che da il nome al luogo. Per il lato sud, si può scendere ancora di un centinaio di metri, dove si trova un piccolo parcheggio a pochi metri dal mare. Troverete solo scogli, ma i punti comodi per entrare in acqua non mancano.
Facilitazioni e comodità.
Lungo il breve percorso pedonale vi sono diversi tavoli attrezzati per fermarsi a mangiare. Intorno c’è molto verde e non è difficile trovare il proprio posto preferito per un pranzetto in perfetto relax. Non so voi, ma io tollero sempre meno le spiagge senza ombra, dove molti si fermano nelle ore più calde. L’ombrellone non può in nessun modo creare il refrigerio che solo la vegetazione sa fare. Nonostante le creme protettive, alla sera si è rossi come peperoni.

Anche se fate snorkelling o immersioni non dovrete percorrere lunghi tratti sotto il sole per portarvi l’attrezzatura. Il percorso è breve e in buona parte in ombra.
Come arrivare.
Dalla SS 125, un paio di chilometri a sud di Baunei, svoltate sulla strada asfaltata che va verso il mare, esattamente in corrispondenza del cartello del km 153 della statale. Superata la cresta della collina, la strada scende con buona pendenza verso Pedra Longa. Non potete sbagliare.
Come e quando andare.
Come sempre il momento migliore è al mattino, il prima possibile. Basta arrivare anche solo prima delle 10 per trovare posto nel piccolo parcheggio e sistemarsi in una buona postazione. Nelle ore più calde, se non dovete proseguire o rientrare nel vostro alloggio, o comunque preferite rimanere sul posto, potrete utilizzare uno dei tavoli in mezzo alla vegetazione.
Se cercate un luogo meno frequentato dove andare al mare in Sardegna, questo è uno dei migliori.
Spiaggia di Cala Cipolla
Questa è una delle spiagge più famose della Sardegna. Riportata su tutte le guide, attira folle di bagnanti che si moltiplicano rapidamente già nella prima metà della mattinata, riempiendo l’ampio parcheggio a pagamento che si trova lì vicino e che serve anche per l’adiacente spiaggia di Su Giudeu. Quest’ultima è più ampia e spaziosa, nonché dotata di maggiori servizi, ma anche meno caratteristica di Cala Cipolla.
Un luogo per tutti.
La spiaggia vera e propria è all’interno di una bella insenatura, con lati lunghi e frastagliati, con numerosi scogli affioranti, intorno ai quali è un vero piacere nuotare e guardare i molti pesci presenti.
Così chi preferisce la sabbia si fermerà sulla bella striscia che chiude l’insenatura. Chi preferisce gli scogli non farà fatica a trovare un posto fra questi, né a trovare un punto comodo per entrare in acqua. Chi non ama stare al sole potrà cercare un posto in mezzo alla vegetazione appena dietro alla spiaggia.

Coloro che cercano comunque un po’ di tranquillità, potranno percorrere la stradina che porta al faro di Capo Spartivento, sull’estremità del promontorio. Dopo circa 300 m c’è un sentiero che porta ad alcuni punti dove ci si può fermare a godersi lo spettacolo del mare e delle splendide coste vicine. Volendo, con un po’ di attenzione si può anche scendere in acqua.
Il fondale è sabbioso per un lungo tratto, con profondità progressiva, che lo rende adatto a tutti. Se volete vedere un po’ di pesci, spostatevi un po’ al largo, dove si trovano le sponde rocciose. Non ve ne pentirete.
Come arrivare.
Cala Cipolla si trova sull’estremità meridionale della Sardegna, anche se a rigore la vicina penisola di Capo Teulada si spinge leggermente più a sud. Dalla SS 195 deviate sulla SP 71. Se venite da ovest, non preseguite fino a Chia, per poi tornare indietro. Svoltate a destra sull’altro allacciamento fra queste due strade, dove i cartelli indicano la strada costiera. In effetti la strada si porta rapidamente sulla costa, con splendide viste sulle coste circostanti, punteggiate di piccole spiaggette poco frequentate e dalla torri di guardia risalenti alla dominazione spagnola.

Arrivati a Setti Ballas, svoltate verso la costa con indicazione Capo Spartivento. Proseguite fino a che non trovate il divieto di transito, in corrispondenza di un grandissimo parcheggio a pagamento. Non spaventatevi, la maggior parte delle persone che arrivano si dirigono verso le più grandi spiagge limitrofe. Cala Cipolla è circa 400 m a destra, uscendo dal parcheggio.
Vi consiglio fortemente di arrivare presto. Potrete scegliere il vostro posto preferito, sia nel parcheggio, magari in uno dei pochi posti all’ombra (calcolate il movimento del sole nelle ore successive), che in spiaggia o sugli scogli laterali.
Spiaggia di Piscinas.
Ve lo dico subito: la spiaggia di Piscinas è scomoda da raggiungere, ma questo è anche un suo pregio. Molti infatti non hanno voglia di spingersi fino lì. L’ambiente spiccatemente selvaggio, le grandi dimensioni, che la fanno sembrare sempre vuota e i ruderi delle vecchie miniere, vi faranno pensare di trovarvi in un viaggio aventuroso in luoghi dimenticati. Per chi ama il genere è assolutamente imperdibile.

Dietro la spiaggia vera e propria c’è una fascia dove le vegetazione si dirada sempre di più. Incredibile quante piante di more ci siano, tutte con frutti succulenti, pronti per essere mangiati. Arrivati al mare ci si trova in una striscia di sabbia lunghissima e larghissima, dove trovare lo spazio per stare tranquilli è facilissimo. Fare il bagno è invece spesso sconsigliato. La costa ovest della Sardegna è battuta regolarmente da forti venti e il mare è quasi sempre pieno di onde. Chi viene qui ama fermarsi a guardare il mare, senza la calca delle spiaggie più famose.

Se non potete farne a meno, sappiate che c’è comunque una piccola struttura con tutti i servizi del classico stabilimento balneare, compresa la possibilità di mangiare qualcosa e il servizio di salvataggio in mare.
Il sito minerario di Ingurtosu.

La strada che porta alla spiaggia di Piscinas passa attraverso le miere abbandonate di Ingurtosu. Il luogo è di un fascino incredibile. Non amo l’archeologia industriale e non ci sarei andato se non per trovare la spiaggia, ma quando mi sono trovato lì mi sono reso conto che merita una deviazione anche da solo.
In effetti queste miniere non sono solo attività produttive dismesse, bensì un paese che una volta era vivo, con tanto di chiesa e ospedale. Mi ha ricordato la città fantasma di Kolmaskop, in Namibia, abbandonata dopo l’esauriemento dei suoi giacimenti di diamanti.
Il sito oggi sembra di nessuna importanza, ma un secolo fa, fra Ingurtosu e la vicina miniera di Montevecchio, si estraevano grandi quantità di piombo, ma sopprattutto zinco, del quale veniva coperta l’11% della produzione mondiale.
Come arrivare.
Un bivio sulla SS 126 porta prima al sito minerario e poi alla spiaggia, con indicazione per entrambi. Se vi trovate da quelle parti, vi consiglio sicuramente di passare per il tratto di costa fra Portixeddu e Nebida. La strada è un po’ tortuosa e vi farà perdere un po’ di tempo, ma merita sicuramente.

Il primo tratto, fino a Buggerru, è una lunghissima striscia sabbiosa che si può ammirare appena la strada comincia a salire. Come spesso sulla costa ovest, anche questa ampia spiaggia appare selvaggia e battuta dalle onde.
Masua e il Pan di Zucchero.
Dopo un lungo tratto dove la strada si sposta all’interno, si torna sulla costa a Masua. Questo paese è famoso per il Pan di Zucchero, ovvero lo scoglio di roccia bianca che si erge dal mare a poche centinaia di metri dalla costa, e Porto Flavia, lo sbocco direttamente sul mare di un sistema di gallerie, realizzato per caricare le navi con i minerali estratti nella zona. Se avete tempo potete partecipare a una visita guidata, che vi farà esplorare il percorso fino alla porta a strapiombo sulla scogliera. Oppure, ancora più interessante, è il Tour delle spiagge e delle miniere di Iglesiente, che vi farà scoprire e conoscere le località più interessanti di questo tratto di costa, compreso un giro sullle colline di Nebida, con visita dei resti della Laveria Lamarmora, dove venivano ottenuti zinco e piombo dai minerali estratti nelle miniere.

Se volete, c’è anche una piccola e carinissima spiaggia con vista sul Pan di Zucchero. Purtroppo il posto è ben noto e si riempie in fretta. Inoltre il parcheggio è piuttosto limitato. Io mi sono solo fermato per rendermi conto delle caratteristiche del luogo e il momento non era il migliore per fotografare il famoso scoglio. L’ora del tramonto comportava il sole di fronte e il riflesso della sua luce sull’acqua accecava l’obbiettivo. Nelle ore migliori appare tutto bianco, appunto come lo zucchero.
Spiaggia di Is Arutas (penisola del Sinis).
Le spiagge della penisola del Sinis sono tutte piuttosto famose e spesso affollate, anche per la vicinanza della città di Oristano. Is Arutas in particolare è molto gettonata perché, invece della classica sabbia, è composta da sferette di quarzo di vari colori, che hanno la proprietà di non scaldarsi al sole. Saccheggiate per anni per la loro originalità, soprattutto per realizzare il fondo degli acquari, oggi sono protette e la loro asportazione, anche in quantità minima, è assolutamente vietata. Anche trucchi come fare entrare i cristalli nelle scarpe, o farli attaccare ai piedi mentre si cammina, è sanzionato. Non si deve uscire dalla spiaggia con alcun quantitativo di quarzo. Punto e basta. Per cui fate attenzione.

Al di là del fondo in quarzo, il posto è sicuramente bello e merita di andarci. Potremmo dire che è più adatto a chi ama la tranquillità, che a chi ama le attività da spiaggia, soprattutto quelle rumorose.
La vicina spaiggia di Mari Ermi è simile riguardo al fondo in quarzo, ma più grande e trafficata, anche per la presenza di un grosso campeggio. Vi consiglio di fermarvi a Is Arutas nella prima metà della mattinata, quando il grosso del flusso di bagnanti non è ancora arrivato.
Subito dietro alla spiaggia ci sono alcuni parcheggi a pagamento che si riempiono in fretta, sopratutto i posti più vicini alla spiaggia.
Come arrivare.
Se arrivate da nord, dalla SS 292, poco prima di Riola Sardo, svoltate a destra sulla SP 66 con indicazione San Giovanni di Sinis. Dopo 8 km girate a sinistra sulla SP 7 con indicazione Is Arutas e Mari Ermi. Percorrete 7 km e troverete una strada a destra con indicata la spiaggia, dove arriverete dopo ulteriori 7 km.
Se preferite, c’è anche una scorciatoia, ma non è pavimentata e non vi sono indicazioni. Occorre proseguire sulla SP 66 per altri 600 m, dopo il bivio con la SP 7 e svoltare a sinistra. Dopo alcuni chilometri vi ritroverete sulla strada principale per Is Arutas.
La costa intorno a Torre Argentina (nord di Bosa).
Questo tratto di costa non è una destinazione ben precisa, o una spiaggia famosa, ma solo un bellissimo tratto della costa della Sardegna fra Bosa e Alghero. Per diversi chilometri prima e dopo la torre ci sono ottimi posti dove fermarsi ad ammirare il mare. Merita più di una fermata. Per esempio, potete trascorrere la prima mettà della mattinata in un posto e la seconda metà del pomeriggio in un altro. Soffrirete meno il caldo, troverete meno gente e cambierete visuale.
Spiaggia.
Venendo da Bosa, troverete l’ingresso per il campeggio S’Abba Druche. Proseguite per 700 m e troverete un allargamento della strada, con un parcheggio a pettine su questa. Parcheggiate e scendete a piedi sul sentiero che parte da lì. Arriverete a una spiaggia dall’aspetto piuttosto selvaggio, dove non farete fatica a trovare un posto tranquillo.
Se vi spostate all’estremità destra (nord) e girate il piccolo promontorio, troverete diversi bei punti dove sistemarvi sulle rocce piatte con una bellissima vista.
Dal parcheggio a pettine, spostandovi in avanti di circa 800 m, potrete scendere a una spiaggetta carina e appartata. Il parcheggio è scarso e si trova solo al mattino, se arrivate presto, e alla sera quando comincia il rientro dei bagnanti. L’orientamento della spiaggia però la fa restare in ombra dalla metà del pomeriggio. Meglio quindi arrivare al mattino.
Scogli.

Proseguendo ancora di circa un chilometro e mezzo, troverete una stradina carrabile che scende verso il mare. Arrivati sulla costa, seguitela verso sinistra (sud), fino a trovarvi vicino alla torre. Parcheggiate e salite a piedi sul promontorio. Le viste che vi troverete sono da cartolina.

Nei dintorni ci sono diversi punti dove fermarsi sugli scogli e anche per entrare in acqua, se il mare non è troppo mosso. In diversi punti, gli agenti atmosferici hanno sagomato le rocce in maniera caratteristica, con numerose cavità naturali.
Spiagge di Berchida e Capo Comino.
Chi è in vacanza sulla costa nord est della Sardegna e vuole andare al mare, quasi sempre si fionda sulle famose spiagge del golfo di Orosei. Ma nel tratto di costa fra Sos Alinos e Capo Comino vi sono alcuni luoghi molto carini e sicuramente meno affollati.
Mi limiterò a indicarvene un paio, ma il tratto è tutto molto bello, sia per chi ama la spiaggia, che per chi preferisce gli scogli.
Berchida.
La spiaggia di Berchida è inserita nell’oasi protetta di Bidderosa, un’ampia area verde a ridosso del mare con belle spiagge, collinette rocciose, ricoperte di vegetazione spontanea e un paio di stagni.
Nel punto più largo, in corrispondenza del parcheggio a cui si arriva in auto, è molto frequentata e al mattino si riempie rapidamente di ombrelloni. Basta però spostarsi un po’ e si può facilmente trovare tutto lo spazio che si cerca. La spiaggia è molto lunga, circa un paio di chilometri, ma in effetti prosegue anche prima e dopo, con minore larghezza, mescolandosi con rocce e qualche albero, che non fanno altro che aumentarne il fascino.

Vicino al parcheggio a pagamento ci sono tutti i servizi, compresi bancarelle dove si può mangiare e bar per rinfrescarsi. Se arriverete fra i primi troverete la spiaggia come nella foto sopra. Nella seconda metà del mattino tutta la superficie in prossimità delle passerelle di arrivo si riempie di ombrelloni.
Basta però spostarsi alcune centinaia di metri più a nord e lo spazio torna ad abbondare. Qui c’è anche il vantaggio che il fondale non è più solo sabbioso e si possono vedere diverse specie di pesci. Ho percorso a nuoto un paio di chilometri, dalle passerelle di arrivo di Berchida verso nord e per un bel tratto vedevo solo sabbia. Dopo però ho potuto osservare diverse specie di pesci, comprese due razze posate sul fondale.
Come arrivare.
La strada per Berchida è a circa 7 chilometri a nord di Sos Alinos. C’è l’indicazione, ma fate attenzione perché la si salta facilmente. Come sempre, ma qui ancora di più, vi consiglio di arrivare presto. Come in altri parcheggi a pagamento, si può pagare per mezza giornata. Potrete quindi andare a pranzare al fresco e riservarvi il pomeriggio per uno dei numerosi punti della costa fra Berchida e Capo Comino, uno più bello dell’altro.
Capo Comino.
Il luogo che vi indico non è proprio a Capo Comino, ma lì vicino. La maggior parte delle persone si ferma prima, dove c’è la spiaggia con tutti i servizi. Appena più a sud però c’è un tratto di costa molto bella, con numerosi punti dove ci si può fermare e entrare in acqua. Il sentiero corre parallelo al mare e ci si può spingere avanti fin dove si vuole.

Questo tratto di costa è uno dei miei preferiti. Andarci nella seconda metà del pomeriggio, quando non c’è quasi più nessuno, mi piace tremendamente. Oltretutto non si soffre il caldo e il mare è perfetto per una nuotata, magari raggiungendo uno degli scogli a qualche centinaio di metri dalla riva.
Come arrivare.
Circa 4,5 km più a nord del bivio per Berchida, troverete la strada con l’indicazione per Capo Comino. Imboccatela e seguitela tenendovi sempre sulla destra, per non trovarvi nelle spiagge della zona. La strada si fa sempre più sconnessa, ma non è necessario il fuoristrada. A un certo punto troverete uno slargo dove comincia la salita che porta al faro. C’è anche un accesso privato, di solito con cancello chiuso. Parcheggiate all’estremità dello slargo più vicino al mare e prendete il sentiero. All’inizio è un po’ lontano dalla costa, ma dopo vi si avvicina e potrete fermarvi dove preferite.
Un punto che mi è piaciuto molto è circa 600 m in linea d’aria dal parcheggio. Il mare è splendido e ci sono spazi comodi per fermarsi. Uno dei luoghi migliori per nuotare.
Informazioni utili.
Potete trovare molte informazioni utili sulle spiagge e in generale sui luoghi di interesse turistico della Sardegna sul sito Sardegna Turismo, della Regione Sardegna.
Utili sono le cartine di dettaglio delle varie aree di interesse, nonché ovviamente le solite guide turistiche. Per la Sardegna vi consiglio di preferirne una nostrana, tipo quella del Touring Club Italiano, alle solite straniere, con autori anglosassoni.
Se vi interessa il cibo tipico della Sardegna, orientatevi sugli agriturismi, piuttosto che sui classici ristoranti, soprattutto se si trovano nelle solite località turistiche. Se vi interessa il pesce, nella zona del golfo di Orosei vi consiglio il ristorante Il Pescatore, vicino al porto di Cala Gonone. Questo è un raro caso di locale consigliato da diverse guide e con ottime recensioni dei viaggiatori. In effetti il rapporto qualità prezzo è decisamente buono. Ha una veranda sul mare all’aperto, ma per questa occorre prenotare con anticipo molto ampio. Anche se non vi interessa la veranda, prenotate comunque.
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