
I principali aspetti legati ai permessi di ingresso e soggiorno nei vari paesi, per poter predisporre un programma di viaggio senza intoppi.
Cominciamo.
In tema di documenti e visti in viaggio, gli argomenti sono davvero molti. Se, da una parte, i documenti per entrare in un paese interessano tutti i visitatori, dall’altra vi è una moltitudine di aspetti legati alle attività che si intendono svolgere.
Per accedere ad aree protette, servirà un permesso d’ingresso e, in alcuni casi, anche una guida autorizzata. Se si è diretti verso un’area con malattie endemiche, probabilmente sarano richieste vaccinazioni e documenti che ne attestino la sussistenza e così via.
In questo articolo mi limiterò agli aspetti principali e più frequenti riguardanti i documenti e i visti necessari in viaggio, accennando eventualmente agli altri. Altre informazioni utili potrete trovarle nella pagina riguardante gli altri elementi dell’organizzazione del viaggio.
Documento personale di identità.
Fra i documenti di viaggio si tratta ovviamente del più importante, senza il quale non si può nemmeno prendere un aereo. Diciamo subito che all’interno dell’Area Schengen è sufficiente la Carta d’Identità. Fate attenzione al fatto che quest’area non corrisponde ai paesi dell’Unione Europea. Vi sono inclusi infatti paesi non UE, come l’Islanda, mentre alcuni paesi UE non ne fanno parte, come l’Irlanda. Anche il Regno Unito, prima della sua uscita dalla UE, non aderiva all’Area Schengen. Per la verità posso dire, anche per esperienza diretta, che non veniva impedito l’accesso a chi era sprovvisto del passaporto, ma questo di solito veniva richiesto ed era consigliabile averlo. A maggior ragione adesso, a brexit avvenuta.
In generale, chi non è abituato a viaggiare, è ben contento di non dover intraprendere la procedura per il rilascio del passaporto, che probabilmente non utilizzerebbe più per diversi anni. Per questi, sarà sufficiente ricordare che non tutte le Carte d’Identità sono valide per l’espatrio. Chi ha un documento precedente alla Carta d’Identità Elettronica deve fare attenzione che sul retro non vi sia la scritta “non valido per l’espatrio”. Questo perché era un’opzione possibile al momento del rilascio. Con le nuove carte elettroniche, la validità per l’espatrio è automatica, anche se teoricamente, in alcuni casi, potrebbe essere indicato diversamente.
Il mio consiglio è di viaggiare sempre anche con il passaporto, sia perché la procedura di rilascio è un po’ più snella che in passato, sia perché è poco prudente viaggiare con un solo documento di identità. Basti pensare a situazioni come furti o smarrimenti del documento, molto più frequenti di quello che si pensi. Per informazioni sui movimenti all’interno dell’Unione Europea, potete visitare il sito europa.eu.
Passaporto.
Riguardo al passaporto, per le cui modalità di rilascio vi indirizzo al sito della Polizia di Stato, non c’è molto da dire. Questo è il documento universalmente riconosciuto in tutti i paesi del mondo. Forma e caratteristiche sono pressoché uguali, a prescindere dal paese di rilascio. I modelli con chip contengono anche dati biometrici in forma digitale, che ne aumentano la sicurezza.
La scadenza.
Da alcuni anni, giorno e mese di scadenza del documento coincidono con quelli della data di nascita. In questa maniera è più facile da ricordare e si evitano i rinnovi concentrati. Questo perché succedeva inevitabilmente che molti lo richiedessero nell’imminenza delle vacanze, di solito in estate e conseguentemente si trovassero a rinnovarlo nella medesima stagione. Ricordo ancora il mio primo passaporto con scadenza il giorno di ferragosto.
Al momento del rinnovo non viene spostata la scadenza, come succedeva una volta. Viene invece rilasciato un nuovo documento. Se avete ancora documenti, non solo passaporti, con rinnovo mediante spostamento della scadenza, fate attenzione perché la maggior parte dei paesi esteri non riconosce tale rinnovo.
Attenzione anche a un altro aspetto importante, che talvolta viene dimenticato. Moltissimi stati pretendono che la scadenza del passaporto superi il periodo di permanenza nel paese di un periodo minimo variabile, ma che spesso è di sei mesi. Se il vostro passaporto scade prima e non ve ne siete accorti, sono dolori.
I minori in viaggio.
Nel caso di minori, non vi sono in generale grosse complicazioni, ma occorre fare attenzione ad alcuni aspetti importanti. Cominciamo dal documento. Innanzi tutto, tutti i minori devono avere il proprio documento e non vengono più registrati su quello dei genitori. Secondariamente, molti non sanno che per ottenere il rilascio del passaporto occorre il consenso di entrambi i genitori, se esistono, o eventualmente degli affidatari. Questo a tutela del minore. In pratica, il controllo sul consenso all’espatrio avviene al momento del rilascio del documento. Dopo, se il minore ha l’età richiesta, può anche viaggiare da solo.
In proposito non ha alcuna importanza il legame fra i genitori (coniugati, separati o divorziati). Quello che conta è la loro responsabilità sul minore in questione. Nel caso che un genitore non presti il suo consenso, l’altro può chiedere l’autorizzazione al giudice che, analizzata la situazione, se lo ritiene opportuno, può emettere una sentenza che sostituisce il consenso del genitore in dissenso.
Detto questo, occorre distinguere il caso di minori che viaggiano da soli, con quello nel quale vi siano adulti che li accompagnano. Va subito precisato che le regole non sono uguali per tutti i paesi e che queste possono cambiare senza preavviso. Quindi, al solito, occorre fare attenzione e controllare prima della partenza.
Minori in viaggio da soli.
Se il minore ha meno di 14 anni, per l’espatrio senza l’accompagno di almeno un genitore (e passaporto rilasciato con l’autorizzazione dell’altro, se esiste) occorre che sia accompagnato da un adulto con dichiarazione di accompagno, rilasciata dalla Questura è autorizzata dai genitori. Invece dell’adulto la dichiarazione può essere rilasciata a un ente, per esempio una scuola (gita scolastica) o una compagnia aerea ecc.
Attenzione al fatto che la dichiarazione vale per un solo viaggio ed è comunque limitata nel tempo, di solito 6 mesi. Se il viaggio prevede l’attraversamento di diversi paesi, occorre valutare la necessità di indicarli tutti in dichiarazione.
Compiuti i 14 anni i minori possono viaggiare da soli. Va fatta molta attenzione però a due aspetti. Il primo è che queste regole valgono per l’Unione Europea e altri paesi, ma non per tutti. Quindi per alcuni potrebbe non essere possibile. Il secondo è che molte compagnie aeree e altri vettori, per loro politica, non accettano minori di 16 anni viaggianti da soli. In questo caso la possibilità teorica non è di alcuna utilità e serve un accompagnatore. Se è la compagnia aerea, la cosa ha ovviamente un costo, che va valutato. Alcune compagnie consentono il viaggio a chi ha un’età fra i 14 e i 16 anni, senza l’accompagnamento di un adulto, a condizione che nella stessa prenotazione vi sia almeno un minore che abbia compiuto i 16 anni.
Visto.
Costituisce l’atto con il quale uno straniero viene autorizzato ad entrare in un paese. Viene internazionalmente chiamato “visa“, derivato dal latino, con il significato di: “che è stata vista“. Il visto esiste perché un generico paese non gradisce che chiunque possa entrare e uscire dal suo territorio liberamente. Ovviamente non tutti i paesi richiedono il visto a tutti i cittadini stranieri. Quindi possiamo fare una distinzione.
Visto non necessario.
Questo è il caso degli stati dell’Unione Europea, nei confronti degli altri paesi UE. Ma vale anche per altri. Un cittadino italiano non ha bisogno del visto per entrare in Svizzera o in Norvegia e in numerosissimi altri stati del mondo. In particolare l’Italia è ai primi posti per numero dei paesi dove i suoi cittadini possono entrare senza visto.
Occorre fare attenzione a due aspetti importanti. Il primo è ovviamente che queste cose possono cambiare con estrema rapidità. Occorre pertanto informarsi nell’imminenza della partenza, presso i siti ufficiali del paese interessato. Il secondo è l’eventuale necessità di seguire comunque delle procedure di verifica preliminari. Per esempio per entrare negli Stati Uniti occorre seguire la procedura chiamata “ESTA“, di seguito descritta.
Visto elettronico.
Chiamato anche eVisa, è una procedura semplificata che consente di evitare code e perdite di tempo, o rifiuti imprevisti quando si è già arrivati. Può svolgersi tutta on line o prevedere il ritiro del visto vero e proprio direttamente in aeroporto o nei consolati, ma senza perdere tempo, visto che tutta la pratica è già stata valutata.
Electronic System for Travel Authorization (ESTA) per l’ingresso negli USA.

Non si tratta di un visto, ma di un’autorizzazione rapida per i cittadini dei paesi per i quali il visto non è richiesto, come l’Italia. Il funzionamento è abbastanza semplice. Si entra nel sito apposito e si inseriscono i propri dati, fra i quali sono essenziali gli estremi del passaporto. Si paga l’importo previsto con procedura on line e carta di credito. A qual punto se non vi sono impedimenti, nel giro di alcuni minuti si ottiene l’autorizzazione. La si stampa e la si porta con noi durante il viaggio.
Cosa si intende per impedimenti? Ovviamente vi consiglio di verificare sul suddetto sito ufficiale prima di iniziare la procedura. Tuttavia vi anticipo che di solito i problemi derivano dal fatto che il richiedente abbia precedenti penali o procesi in corso o gli sia stato in precedenza rifiutato il rilascio.
In generale si può seguire questa procedura se si sodisfano i seguenti requisiti:
- soggiorno non superiore a 90 giorni,
- soggiorno per turismo o brevi affari,
- possesso del biglietto di ripartenza,
- provenienza da uno dei paesi indicati, fra cui l’Italia,
- arrivo con un vettore accettato dal programma (attenzione a non dimenticarlo).
Quando farla.
La richiesta deve essere di almeno 72 ore antecedente l’ingresso, ma consiglio vivamente di farla molto prima. Questo perché possono capitare problemi di vario genere. Per esempio un problema di linea, o un guasto al sito stesso che impedisca il completamento della procedura. Oppure elementi che avete dimenticato e che sono necessari, ma richiedono del tempo per ottenerli.
Possono poi esserci dei ritardi nel rilascio. Io ho fatto richiesta diverse volte e ho sempre ottenuto risposta immediata. Tuttavia, la prima volta che mi capitò di viaggiare con i miei figli, fui messo in attesa fino al giorno successivo, prima del rilascio. La cosa era troppo in contrasto con i casi precedenti e non capivo perché. Poi mi venne in mente che forse derivava dal fatto che avendo avuto i miei figli tramite un’adozione internazionale, avevano la cittadinanza colombiana e forse questo era bastato per richiedere un controllo manuale, o comunque una verifica. Anche se non fosse così, resta il fatto che un ritardo può comunque esserci.
Validità.
L’autorizzazione ESTA vale per due anni, anche per viaggi succesivi. In questo caso dovrete però aggiornare i dati di arrivo prima della partenza (per esempio il vettore). Fate attenzione al fatto che il cambio del passaporto, per qualsiasi motivo, richiede un nuovo rilascio. Stessa cosa se ne avevate denunciato il furto, ma poi ne siete tornati in possesso. Il sistema non ve lo accetterà più.
Visto all’arrivo.

Alcuni paesi, pur richiedendo il visto, lo prevedono direttamente all’arrivo, per tutti i paesi, o per alcuni. Per esempio, nei miei due viaggi in Madagascar, non ho dovuto fare nulla prima di partire, ma semplicemente l’ho ottenuto direttamente all’arrivo in aeroporto. Il rilascio viene annotato sul passaporto, con il periodo di validità. Ricordo ancora che la prima volta era come un gigantesco francobollo che occupava un’intera pagina. Originale. Peccato che quel documento mi sia stato rubato a Zanzibar l’anno dopo.
Ovviamente occorre sempre informarsi preventivamente per verificare di avere i requisiti per il visto del paese dove si è diretti. Ricordo ancora di verificare che vi sia il richiesto periodo di validità del passaporto, successivo alla data di rientro.
Visto tradizionale.
Quando non si possono percorrere le procedure semplificate, o semplicemente si hanno dei dubbi, si deve seguire la via ordinaria. Ogni paese ha le sue regole e i suoi tempi. In generale occorrerà recarsi presso un’ambasciata o un ufficio consolare autorizzato. In questi casi non si può che rinviare ai recapiti ufficiale del paese interessato.
Vi ricordo però di fare attenzione a un aspetto importante che può sfuggire. Il visto infatti non è sempre lo stesso, perché dipende dal motivo dell’ingresso. Analogamente un paese può non richiedere il visto per alcuni motivi, come il turismo, ma pretenderlo per altri, come il lavoro. La ESTA per l’ingresso negli USA, per esempio, non è utilizzabile per motivi di studio. Quando sono andato in Colombia per l’adozione dei miei figli, pensavo che non mi servisse il visto, dal momento che quel paese non lo richiede per i viaggiatori italiani. Invece ho dovuto richiedere l’apposito visto per l’adozione intenazionale, indispensabile per per quella finalità.
I timbri sul passaporto.
I viaggiatori abituali sanno cosa sono. Chi non ha mai varcato i confini europei probabilmente no. Quando entrate e uscite da un paese, al momento del controllo documenti, vi apporranno un timbro su una pagina del passaporto. L’ispettore vi annoterà la data di ingresso o di uscita. Spesso i vostri dati saranno registrati in modo che le autorità sappiano se siete ancora nel paese, o ne siete usciti. In molti paesi risultare entrati e mai usciti potrebbe essere un grosso problema, soprattutto in caso di ritorno.

I timbri vengono apposti a caso nella prima pagina trovata libera e non seguono alcun ordine. Ovviamente sono anche un occasione per pubblicizzare il paese in questione. Non sono quindi tutti uguali, anzi spesso differiscono molto. Ve ne sono di anonimi e insignificanti, ma anche di originali. Per l’appassionato di viaggi son un prezioso album dei ricordi. Per questo perderlo, per esempio in caso di furto, è un grosso dispiacere.
Uno dei più caratteristici è quello delle Seychelles, che riproduce il simbolo del paese, ovvero il Coco de Mer.
La patente.
Dopo il passaporto, costituisce uno dei principali documenti di viaggio. Ovviamente vi servirà solo se prevedete di dover guidare nel paese di destinazione. Cominciamo col dire che nella quasi totalità dei paesi europei vi sarà sufficiente la patente italiana. Ovviamente se viaggiate anche con la vostra auto, va fatta molta attenzione alla presenza del paese visitato nella lista di quelli dove vale la vostra copertura assicurativa. Non mettete nemmeno una ruota entro i confini di uno stato dove non avete copertura RCA.
La patente Internazionale.
In tutti gli altri paesi, in generale, vi servirà la patente internazionale. Va precisato che talvolta può capitare che questo documento, pur formalmente previsto, non venga mai richiesto. Per esempio negli Stati Uniti non mi è mai capitato di doverlo esibire e mai nessuno mi ha riferito che gli sia capitato. In questi paesi il mio consiglio è di farne a meno se dovete solo fare un breve spostamento, magari per un semplice pernottamento in una città americana. Le compagnie di autonoleggio non ve lo chederanno e la probabilità di un controllo è minima. Sappiate però che formalmente è un documento necessario.
Di che si tratta?
Non è altro che un libretto che riporta in una decina di lingue il tipo di autorizzazione alla guida che è indicata sulla vostra patente italiana. L’ultima pagina presenta la vostra foto e i vostri dati. In questa maniera, un funzionario di polizia potrà verificare la vostra abilitazione nelle principali lingue del mondo, compreso l’arabo e almeno una lingua orientale.
A complicare le cose c’è il fatto che i modelli di patente internazionale sono due:
- il modello secondo la Convenzione di Vienna del 1968,
- il modello secondo la Convenzione di Ginevra del 1949.

Il primo vale tre anni, mentre il secondo solo uno. Attenzione al fatto che la validità è sempre e comunque limitata a quella della patente italiana. Alcuni paesi li riconoscono entrambi, mentre altri solo uno. Al solito non potete fare altro che informarvi.
Nella mia esperienza (ma dipende dai paesi visitati) quasi sempre è richiesto il primo, ma il secondo è richiesto in paesi importanti come gli USA. Per quest’ultimo può essere complicato il rilascio. Perché? Per il semplice motivo che nessuno lo richiede e potete sentirvi dire, come è successo a me, che non tengono nemmeno i modelli pronti, propio per questo. A me è successo di dover prenotare il documento con molte settimane di anticipo e sollecitare ripetutamente. Questo conferma che difficilmente ve lo chiederanno, ma in caso di lunghe permanenze, con guida di veicoli, ritengo sia meglio averlo con se.
Per ottenerlo.
La patente internazionale va richiesta alla Motorizzazione Civile, anche tramite le solite agenzie di pratiche auto.
Attenzione a ….
Fra gli imprevisti più frequenti per chi prevede di guidare all’estero vi ricordo i seguenti.
- Ritardo nel rilascio del documento. I tempi dipendono dalle sedi provinciali interessate, ma possono esservi sempre dei ritardi imprevisti. Non rischiate e richiedetela con buon anticipo. A maggior ragione se si tratta del modello del 1949, per quanto detto sopra.
- Ricordatevi dei tempi di scadenza sopra indicati e verificateli per cautelarvi da possibili cambiamenti degli stessi.
- Non dimenticate che il limite invalicabile è la scadenza della vostra patente italiana. Una giovane coppia di mia conoscenza, anni fa si rovinò la vacanza proprio per questo. Data la giovane età, non avevano l’abitudine ai rinnovi della patente, che non avevano mai fatto. La durata di dieci anni tende a far dimenticare la scadenza. Pochi giorni prima di partire, pensarono (giustamente) di portarsi dietro una fotocopia di tutti documenti. Sana abitudine, che tutti i viaggiatori dovrebbero avere. Con il documento sulla fotocopiatrice si accorsero che una era scaduta da alcune settimane e una sarebbe scaduta qualche giorno dopo la loro partenza. Avevano la stessa età e avevano ottenuto la patente a breve distanza l’una dall’altra. Il loro viaggio di alcune settimane “on the road” nel sud ovest degli USA, si ridusse a una breve escursione, seguita da un periodo di relax a San Diego, presso i loro parenti.
Forse non è del tutto scontato aggiungere che la patente internazionale non ha alcun valore nel territorio italiano.
Per informazioni vi consiglio di controllare l’apposita pagine nel sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Documenti sanitari.
Cominciamo col dire che per qualunque viaggio, eccetto un breve soggiorno in un paese UE, è assolutamente opportuno cautelarsi con una buona assicurazione di viaggio. Molti paesi la pretendono per consentirle l’ingresso dello straniero. Nei paesi europei è sempre opportuno portarsi dietro la Tessera Sanitaria italiana. Negli altri casi può sempre servire, per esempio in caso di transito in una città europea, magari imprevisto.
In generale, altri documenti non servono, se non in alcuni casi. Invece può accadere che sia consigliabile provvedere a vaccinazioni preventive. In ogni provincia c’è un apposito ufficio delle autorità sanitarie che si occupa della salute del viaggiatore italiano all’estero. Se dovete recarvi in un paese con qualche rischio sanitario, individuatelo e prendete un appuntamento. Vi sapranno dire se servono vaccinazioni, magari solo per il particolare periodo del vostro viaggio. Per esempio, in occasione del mio primo viaggio in Madagascar, mi informarono di una epidemia di colera in corso in quel paese e mi consigliarono il relativo vaccino, che spesso non serve. A volte invece del vaccino può essere consigliata una profilassi, come per esempio quella antimalarica.
Tesserini delle vaccinazioni.
In altri casi è il paese dove dovete recarvi che si cautela dall’introduzione di patogeni, tramite i viaggiatori. Per quanto poco frequente, può succedere che sia necessario avere una vaccinazione per una certa malattia, per entrare in un certo paese, se si proviene da un’altro, dove magari dovete transitare. Esistono quindi appositi tesserini, per esempio per la febbre gialla, da portarsi dietro e poter dimostrare che non si è portatori di quel patogeno.
In proposito devo però aggiungere che spesso accade che quello che in teoria è necessario, in pratica non venga mai richiesto. Per esempio, per entrare in Brasile, arrivando dalla Colombia, mi preoccupai, perché era previsto il tesserino delle vaccinazioni contro la Febbre Gialla. Il mio era stato rubato a Zanzibar l’anno prima insieme al passaporto e non volevo perdere tempo per farmelo rilasciare nuovamente. Mi informai e mi resi conto che in pratica non veniva mai richiesto. Altrove però può essere importante.
Sull’argomento i documenti richiesti possono essere altri e mutare nel tempo. Non posso che rimandarvi alle fonti ufficiali del paese di vostro interesse.
Altri documenti.
Al di fuori di quanto finora affrontato, quello che vi può servire in tema di burocrazia, ruota intorno a quello che dovete fare. Se dovete recarvi in un’area riservata, vi servirà il permesso. Se dovete fare un’escursione con guide locali, potrebbe servirvi la prenotazione e la ricevuta del pagamento dei diritti previsti e così via. Fra i documenti che possono servire al viaggiatore vi può essere di tutto e di più. Pertanto mi limiterò a ricordare i più frequenti.
- Chi deve portarsi dietro un animale potrebbe aver bisogno di documentazione sanitaria attestante lo stato di salute dell’animale. Attenzione all’eventuale richiesta di quarantena.
- Se prevedete di fare immersioni, non dimenticate il vostro tesserino da sub (PADI o altro).
- Se dovete guidare natanti, ovviamente vi servirà la relativa patente.
Come consiglio finale vi ricordo che spesso ci si dimentica di qualcosa di importante perché si stabilisce che non possa servire, solo perché a noi sembra che dovrebbe essere così. Un mio parente stava per partire senza l’autorizzazione ESTA, di cui ho parlato sopra, solo perché gli sembrava assurdo che fosse necessaria per un semplice transito in una città americana, senza nemmeno uscire dall’aeroporto. Non sapeva che negli USA, anche in questo caso, non solo serve, ma all’arrivo si segue la procedura di ingresso come se fosse il paese di destinazione, compresi foto e rilevamento impronte.
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