
Antichi siti da visitare, il mare di Maratea e … per chi ama l’avventura … il meraviglioso RAFTING nel torrente Lao.
Volete qualche suggerimento per la scelta delle attività nel Parco del Pollino e dintorni, fra un’escursione e un’altra?
Vi propongo alcune cose che non vi deluderanno.
Cominciamo.
L’area intorno al Pollino, a cavallo fra Calabria e Basilicata, offre diverse cose interessanti che si possono alternare alle solite escursioni sulle montagne del parco. Le alternative spaziano dai numerosi santuari a vecchi castelli, da siti archeologici a centri storici caratteristici, fino alle splendide località di mare.
La Grotte del Romito, comune di Papasidero (CS).
Scoperta nel 1961, costituisce la prova che la zona era abitata almeno 20.000 anni fa. Si tratta dei resti di un piccolo insediamento, dove i “romiti“, ovvero gli eremiti, trovarono ottimali il riparo offerto dalle rocce sporgenti e dalle grotte. Il tutto inserito in un canyon che aumenta la protezione dagli agenti atmosferici e dagli animali pericolosi. La vicinanza del fiume Lao accresceva l’abitabilità del sito fornendo acqua, cibo e una via dicomunicazione.
Le stratigrafie emerse dagli scavi mostrano che l’area è stata occupata in maniera pressoché ininterrotta per migliaia di anni. La ricostruzione stratigrafica dimostra infatti che sono state abitate dalla Fine del Paleolitico, nel Mesolitico e nel Neolitico. Precedentemente invece l’area era occupata da un torrente, che probabilmente ha contribuito a creare gli spazi poi utilizzati dall’Homo Sapiens.
Il sito è costituito da una serie di grotte con le classiche stalattiti e da uno spazio protetto superiormente dalla sporgenza delle rocce sovrastanti. I due ambienti erano originariamente uniti in un unico grande spazio, che è stato separato in epoca moderna mediante l’erezione di un muro.
I reperti.
Sono stati ritrovati resti che indicano di cosa si alimentassero gli antichi abitanti e precisamente erbivori di grossa taglia, come camosci e stambecchi, molluschi, reperibili lungo i corsi d’acqua e varie specie vegetali.

Vi sono poi nove sepolture, con scheletri in buono stato di conservazione. Alcune sono all’esterno, vicine alla famosa incisione su una roccia, raffigurante un “uro“, un grosso bovide. Altre sono state rinvenute all’interno delle grotte a diverse profondità.

Oltre all’incisione dell’uro, ve ne sono altre cosituite da segni dal significato sconosciuto, che forse erano originariamente parte di pitture, poi andate perdute.
Nell’area sono stati rinvenuti manufatti in osso e in pietra, sia di utilità per la caccia e la vita quotidiana, sia per puro ornamento.
La visita.
Trovare il sito non è proprio facile, anche se vi sono numerose indicazioni. Vi consiglio di individuare il punto su una mappa e poi decidere il percorso. Le coordinate del sito sono: 39° 54′ 39″ N – 15° 55′ 49″ E.
All’arrivo troverete un piccolo edificio dove si trovano la biglietteria e un piccolo museo. Il museo si visita subito, in attesa che vi sia un numero sufficiente di persone per la visita delle grotte, che è sempre guidata. Nel museo troverete alcune copie delle sepolture e varie ricostruzioni delle attività svolte dagli antichi abitanti, oltre a molte informazioni utili ad una buona comprensione di quello che andrete a vedere.
Non presentatevi agli ingressi la mattina presto perché il sito apre a metà mattinata e dalla mia esperienza sembrerebbe anche che l’orario sia applicato con una certa elasticità
Il Santuario di Santa Maria di Costantinopoli, comune di Papasidero (CS).
Non lontano dalle grotte del Romito, vicino al centro abitato di Papasidero, si trova questo antico edificio realizzato dai monaci “basiliani”, che frequentavano la zona alla ricerca di luoghi solitari, adatti alla loro vita monastica.

Fra i vari luoghi di culto che realizzarono, il più suggestivo è il Santuario di Santa Maria di Costantinopoli, patrona del piccolo comune calabro. Aggrappato alle rocce sulla riva del fiume Lao, con un antico sentiero che vi scende dall’alto e terminante con una lunga scalinata, fornisce un’immagine estremamente suggestiva. Ad aumentare il piacere della vista c’è il ponte ad arco, realizzato all’inizio del novecento e che collega il santuario con il centro del paese.
Come raggiungerlo.
Per assaporare meglio le caratteristiche del luogo, vi consiglio di arrivarci da monte. Seguite la strada che lascia il paese in direzione sud ovest. Appena fuori dal nucleo storico, superato un ponticello, girate a destra, passate un’altro ponticello e risalite la sponda opposta del fiume. Per individuare il punto dove inizia il sentiero che scende al monastero dovrete preventivamente osservare bene il luogo su una mappa o su Google Earth.
C’è anche una stradina senza alcuna indicazione, che scende vicino alla scalinata. La trovate a destra, salendo il versante, subito dopo che la strada ha fatto una curva a 90° in direzione nord. All’inizio è molto sconnessa e stretta, dopo è pavimentata, ma sempre molto ripida. Non provate a scendere da lì senza un fuoristrada. Alla fine c’è un piccolo slargo per potersi girare.
La discesa al monastero utilizzando la scalinata è molto suggestiva. Il paesaggio gradevolissimo con il centro del paese davanti e lo stretto corso del Lao pieno di vegetazione. Vi consiglio di scendere da questo percorso e poi superare il ponte e magari fare un giretto in paese.
Trovare il santuario non è difficile perché adiacente al paese. In ogni caso le coordinate sono:
39° 52′ 25″ N – 15° 54′ 20″ E.
Santuario della Madonna del Pollino.

Altro antico edificio religioso, in splendida posizione ponoramica, nonché luogo simbolo del parco del Pollino. La cosa migliore è inserirne la visita in una escursione sulle montagne del parco. La più adatta per itinerario è sicuramente quella verso Il Giardino degli Dei (il link vi porterà all’articolo dove, oltre all’escursione, è descritto il santuario).
Il santuario è raggiungibile mediante strada asfaltata, anche se piuttosto tortuosa. Per meglio addentrarsi nelle usanze locali, si può assistere alla cerimonia con la quale ogni anno, in primavera e alla fine della bella stagione la statua della madonna viene trasportata qui in processione e poi riportata a San Severino Lucano. All’inizio di luglio invece avvengono festeggiamenti nell’area del santuario.
Trovate il parcheggio per la visita del santuario e per l’inizio dell’escursione verso il Giardino degli Dei alle coordinate: 39° 56′ 59″ N – 16° 10′ 41″ E.
Morano Calabro.
Il centro storico di questa località calabra, situata ai confini del Parco del Pollino, con il suo aspetto da antico borgo, merita sicuramente una visita. Arroccato su una collinetta, sormontato dai resti di un antico castello, lo si individua facilmente anche da lontano.

Il modo migliore, ma direi obbligato, di visitarlo è risalire la collina su cui è arroccato, fino al castello posto in cima, perdendosi nelle strettissime viuzze dove sorprende trovarvi qualche veicolo a motore, che però non manca. Vi sono alcuni edifici particolarmente interessanti, come la chiesa di San Bernardino o la Collegiata, risalente all’incirca all’anno mille, ma ritengo che la cosa più piacevole sia proprio salire senza un percorso preciso. D’altronde, se chiedete indicazioni per la cima a qualche vecchio abitante, è probabile che vi sentiate dire “salire sempre“. Insomma basta salire e si arriva sicuramente al castello.
Di questo consiglio la visita, anche se ormai si tratta solo di ruderi, parzialmente ricostruiti. Dalla breve visita si riesce comunque a ottenere un’idea di come doveva apparire al tempo del suo utilizzo. Il castello è di origine normanna, del periodo fra il XII e il XIII secolo, con successivi interventi nel 1500.
Rafting lungo il torrente Lao.
Chi non si è mai interessato al rafting non lo sa, ma il Lao è molto famoso per gli amanti di questa attività, anche fra i visitatori stranieri. In effetti questo corso d’acqua, con caratteristiche fra fiume e torrente, ha un letto che sembra disegnato per il Rafting. Inoltre non è frequente che un fiume mantenga caratteristiche idonee al rafting per decine di chilometri. Il Lao non ha grandi portate ma il percorso è piuttosto lungo, fra la parte lucana, dove viene chiamato Mercure, e quella calabra.
Tutte queste caratteristiche hanno portato alla nascita di diversi centri che organizzano il rafting e anche diverse attività complementari come il canyoning. Inevitabilmente tutti finiscono col prevedere l’inizio e la fine delle attività negli stessi punti e spesso condividono le infrastrutture di supporto, come i luoghi dove i praticanti possono cambiarsi e farsi una doccia.
Il Rafting nel fiume Lao non può mancare fra le vostre attività nel Parco del Pollino e dintorni.
Laino Borgo.
Il paese fulcro per il Rafting sul fiume Lao è Laino Borgo, nella parte calabra del Parco del Pollino. Qui vi consiglio Lao Rafting, centro che ho provato personalmente con piena soddisfazione. Professionali in un contesto informale che mette tutti a proprio agio. Offrono sia attività di rafting che di canyoning, ma anche di canoa e trekking in acqua. Volendo organizzano anche escursioni in bici e trekking tradizionali nei punti caratteristici del parco del Pollino.
Per chi ha compiuto i 14 anni, consiglio il percorso completo classico con pranzo incluso. Potrete pranzare nel punto di arrivo, sulle rive del fiume in un bellissimo contesto. Se poi, come è capitato a me, per qualche problema non fosse possibile mangiare lì, probabilmente vi daranno un buono pasto per il Palias’ a Laino Borgo, che reputo uno dei migliori ristoranti dell’area del Pollino.
Percorso.
Il percorso classico è lungo 16 km e richiede circa tre ore, più il tempo per cambiarsi, lavarsi e ritornare alla partenza con un piccolo bus. Le strade calabre, per chi non lo sa, sono strette e piene di curve, per non parlare delle pendenze assurde. Perdersi è praticamente normale. Anche i navigatori vanno spesso in crisi e vi mollano nei punti peggiori. Il ritorno richiederà almeno una mezz’ora.
Abbigliamento.
Per partecipare è sufficiente avere un costume da bagno con ricambio e un paio di scarpe che non soffrano l’acqua e si asciughino in fretta. Qualcuno utilizza dei sandali, ma ritengo più adatte le calzature chiuse per evitare lesioni, anche perché occorre fare qualche tratto a piedi nel bosco, dove il fiume non consente il normale transito dei gommoni.
Tutto il resto vi sarà fornito. L’abbigliamento classico prevede una muta leggera senza maniche, una giacca impermeabile leggera, caschetto e il solito giubbotto salvagente. In ogni caso ci si bagna completamente e volendo si può fare il bagno in appositi punti, o la doccia sotto una delle belle cascate che si incontrano lungo il percorso.
Sconsiglio di portarsi una propria muta, soprattutto quelle da immersioni. Troppo pesanti per l’attività svolta. Vi farebbe soffrire il caldo e vi renderebbe difficoltosi i rapidi movimenti richiesti.
Foto e video.
Durante l’escursione si è seguiti da un fotografo in canoa che ripenderà il gruppo nei punti più caratteristici. Alla fine vi verrà proposto di acquistare foto e video. Il relativo costo viene diviso fra i partecipanti del medesimo gommone (di solito sei). Consiglio vivamente questo acquisto, sia perché è l’unico modo per vedersi in attività, sia perché ovviamente la persona addetta alle riprese sa bene quali siano i punti più idonei per fermarsi a riprendere il passaggio. In ogni caso si può chiedere un casco con attacco per la propria Go-Pro, come ho fatto io.
Rafting per tutti.
Se non avete mai fatto rafting non vi preoccupate. Prima dell’inizio sarete opportunamente indottrinati sulle poche cose importanti da sapere. Ogni gommone ha una guida che vi dirà come comportarvi e vi darà i comandi operativi durante il percorso.
Si incontrano belle formazioni rocciose, cascate e i segni delle antiche vie di comunicazione, come i resti di vecchi ponti. Si passa anche sotto il “viadotto Italia” della Salerno – Reggio Calabria, che si vede altissima sopra le proprie teste.
Fra le varie attività alternative alle classiche escursioni nel Parco del Pollino, questa è quella che consiglio assolutamente e alla quale dare la precedenza se si deve fare una scelta.
Maratea.
Località marittima famosa in Italia, ma conosciuta anche all’estero, gode di una sua fama propria e non ha bisogno di essere associata al vicino Parco del Pollino. Tuttavia, grazie alla A3, è abbastanza rapidamente raggiungibile dall’area del parco e costituisce un’ottima alternativa alle classiche escursioni all’interno del parco. Alternare un’escursione nel parco a una giornata di relax sulle spiagge di questa località è una valida soluzione di vacanza da queste parti.

Maratea non ha molte spiagge. La costa è rocciosa ed è proprio questo che la rende attraente. Per una giornata sulla spiaggia comunque alcune alternative ci sono. Un paio di spiagge si trovano ad Acquafredda, vicino al confine con la Campania, ma ci si deve spostare di almeno sette chilometri. Una parte di quella più a nord è libera.
Un’altra piccola ma bella spiaggia libera si trovava a Cersuta, la spiaggia cosiddetta “d’u nastru“, ma recentmente, invece del solito cartello che ne indicava la discesa dalla strada principale, vi ho trovato altri cartelli che ne interdicono l’accesso. Non so cosa sia successo.
Vicino al centro di Maratea c’è la spiaggio di Fiumicello, che però è spesso affollata e occupata da lidi attrezzati.
Spiaggia Nera e Macarro.
Consiglio invece la spiaggia di Cala Jannita, detta anche Spiaggia Nera, proprio per il colore della sabbia. Si trova in una bella nicchia protetta, molto tranquilla perché lontana dalla strada e dalle aree abitate. Vi sono due lidi attrezzati e in mezzo un tratto di spiaggia libera. Come in quasi tutti i lidi, chi vuole può noleggiare un kayak. I buoni nuotatori possono avventurarsi intorno alle vicine scogliere o dilettarsi nei tuffi dagli scogli.
Per raggiungere la spiaggia si deve lasciare l’auto al parcheggio a pagamento, che ha il vantaggio di essere in mezzo agli alberi e la cosa in piena estate non è secondaria.
Un’ottima scelta è anche la spiaggia di Macarro, poco più a sud della Spiaggia Nera. Il tratto sabbioso è ampio e alle spalle c’è un’area verde che consente il pic nic.
Castrocucco.
Al confine con la Calabria ci sono le spiagge di Castrocucco. Qui ci sono due soluzioni fra loro assai diverse.
La prima è l’ampio arenile occupato dal lido atrezzato “L’Approdo“. Questo va bene per chi ama avere intorno molto spazio e soffre invece le spiagge dove ci si deve muovere in spazi ristretti. Nel vicino golfo si può nuotare in tranquillità e noleggiare barche anche a motore. Il personale è assai scorbutico e per nulla professionale, ma se si vuole stare comodi è una buona scelta.

La seconda è invece per chi ama fermarsi in un bellissimo posto, in mezzo al verde, con una splendida costa rocciosa davanti, in un contesto elegante e confortevole. Situati oltre il promontorio, in una splendida insenatura davanti a un piccolo isolotto, vi sono i due lidi attrezzati La Secca, che ha anche un B & B e Il Mirto Solarium.
Entrambi hanno prezzi decisamente sopra la media, ai quali si deve aggiungere il costo del parcheggio, anch’esso non certo a buon mercato, ma ritengo che ne valga sicuramente la pena. Il posto è splendido, poco affollato, il servizio di buon livello e il relax è garantito. Ovviamente si paga tutto, compresa la doccia. Per raggiungerli, trovate le indicazioni appena passato il promontorio in direzione nord, sulla statale 18.
Il Cristo Redentore.
Non tutti lo sanno, ma a Maratea c’è un Cristo Redentore, che visto da lontano appare come una copia in piccolo di quello di Rio de Janeiro. La similitudine però svanisce subito appena ci si avvicina alla statua, non tanto per le dimensioni, ma per l’aspetto del Cristo di Maratea, un po’ bruttino, con meno dettagli e non meritevole del confronto con il più famoso Cristo d’oltreoceano.

Anche il panorama che si vede dal punto dove è situata la statua è gradevole, ma non confrontabile con la vista che si gode dal famoso Corcovado. A completare il quadro non entusiasmante c’è la solita italica disorganizzazione. Si arriva in auto al piccolo parcheggio vicino alla cima della collina e quasi sicuramente lo si trova pieno. Si torna indietro e si deve cercare parcheggio lungo la strada, sperando di non dover scendere troppo, perché la risalita sarà a piedi. Non ci sono percorsi pedonali e ognuno improvvisa il proprio con passaggi talvolta creativi, fra il traffico delle auto e i sentieri comparsi spontanemante intorno.
Sulla sommità si trovano diverse case abbandonate dall’aspetto assai squallido. Insomma il tutto sembra proprio gestito male. Sembra che nulla sia stato fatto per rendere gradevole il luogo, magari prevedendo anche dei servizi che attirino i turisti e consentano anche una resa economica. Si potrebbero creare parcheggi dove non deturpano il luogo e prevedere bus che fanno la spola con la sommità, entrambi compresi in un unico biglietto.
Il Parco del Pollino.
Se oltre alle attività nel parco del Pollino e dintorni volete indicazioni sulle classiche escursioni nel parco e le informazioni generali per visitarlo, potete leggere l’articolo “Le due migliori escursioni nel Parco del Pollino“. Trovate informazioni utili anche sui due siti dedicati. Il primo è quello ufficiale dell’Ente Parco del Pollino, dove troverete anche l’elenco dei punti vendita delle carte ufficiali. Il secondo è www.parcopollino.it e contiene molte indicazioni per le attività alternative alle solite escursioni.
Pernottamento.
Nell’area del Parco del Pollino.
Per un pernottamento nell’area del parco del Pollino, riporto quanto inserito nel sopra indicato articolo, ovvero vi sono due possibilità.
Scegliere una destinazione all’interno del parco, o molto vicina ai punti di inizio delle princiapli escursioni. Oppure optare per la parte calabrese, che richiede maggiori spostamenti per le escursioni, ma che è vicina all’autostrada e consente di potersi muovere più agevolmente per le altre attività (mare, rafting ecc.).
Quale scelta fare, dipende dalle vostre preferenze. Io vi consiglio una unica sistemazione nella posizione da voi preferita, da usare come base per tutte le attività in programma. Il parco e le aree limitrofe richiedono diversi giorni di attività e non mi sembra il caso di spostarsi in continuazione.
Anche la scelta fra bed and breakfast, appartamento o agriturismo, dipende da quello che vi piace. In questi luoghi un agriturismo è certamente indicato, ma anche poter andare in giro a cercare i locali tipici, per apprezzare la cucina locale, non è una cattiva scelta.
Dalla parte calabrese, con la praticità del casello autostradale vicino, posizione in paese e internet a volontà, se voi o i vostri figli non potete vivere senza, è una buona scelta Home Sweet Home. Dico subito che il nome non mi piace, perché lo trovo poco adatto ai luoghi, ma la sistemazione è ottima. Appartamento di tre camere con tutti i confort e giardino, vicino al centro di Morano Calabro che è interessante esso stesso.
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